Strage del bus a Mestre. I dubbi sul guardrail: «Quella era una ringhiera». Un buco di due metri nella protezione e il nodo delle batterie

Mercoledì 4 Ottobre 2023 di Redazione web
Strage del bus a Mestre. I dubbi sul guardrail: «Quella era una ringhiera». Un buco di due metri nella protezione e il nodo delle batterie a litio

MESTRE (VENEZIA) - «Purtroppo non era un guard rail ma una ringhiera». Queste le parole di Massimo Fiorese, l'amministratore delegato di La Linea, la compagnia di trasporto di cui faceva parte il bus precipitato dal cavalcavia sul quale sono morte 21 persone ieri sera, 3 ottobre. L'affermazione arriva dopo la visione del filmato delle telecamere di videosorveglianza nelle quali si vede il pullman guidato dal trevigiano Alberto Rizzotto salire lungo la rampa del calcavia, sfondare il guardrail e precipitare. La domanda che in molti oggi si sono fatti è come sia stato possibile che un pullman elettrico del peso di 13 tonnellate, possa aver spazzato via la barriera di protezione.

In quel punto dalla notte scorsa sono stati posizionati dei limitatori di jersey in cemento. 

Le perplessità sul guardrail 

«C'è una telecamera fissa sopra il cavalcavia di cui ha visto solo frammenti di immagine: si vede l'autobus che a una velocità minima si appoggia su un guard rail - spiega Fiorese - che purtroppo non è un guard rail ma una ringhiera». E aggiunge: «in questi casi è colpa di tutto e di niente perchè non è stato il guard rail che è andato addosso all'autobus. Però sicuramente quel guard rail....». Tanto è vero che, dice ancora l'amministratore delegato, «mi sembra che lo stiano sostituendo e ci sono dei lavori in corso, giusto poco prima» del punto dell'incidente. Da qualche settimana il Comune di Venezia ha avviato i lavori di rifacimento del cavalcavia, attualmente in pessimo stato e corroso dalla ruggine. Un progetto del costo di oltre 6 milioni di euro. Nel piano era compresa anche una nuova barra di protezione a difesa dalle uscite di strada.

Video

 

QUEL BUCO DI DUE METRI

Il bus, secondo la ricostruzione dell'incidente, ha stretto sempre più a destra durante la sua corsa finale, strisciando contro il guardrail arrugginito e lasciando evidenti strisciate. Ma poi è arrivato in un punto nel quale il guardrail si interrompe, c'è un buco di due metri che un tempo veniva chiamato "punto di sfogo".

Il nodo delle batterie a litio del bus

A quello del guardrail sottolineato da Fiorese, si uniscono gli interrogativi su quelle batterie a litio che alimentavano il mezzo precipitato a Mestre. «Le batterie al litio purtroppo possono prendere fuoco e quando questo accade è estremamente difficile estinguere le fiamme fino alla consumazione completa delle sostanze combustibili». A sottolinearlo è Massimo Guarnieri, docente del dipartimento di ingegneria industriale dell'università di Padova, responsabile del laboratorio di ingegnerizzazione dei sistemi di accumulo Eescolab. «Quando si connettono più batterie assieme, come avviene in un mezzo a trazione elettrica - prosegue Guarnieri - è sempre possibile un fenomeno chiamato runaway termico, cioè il surriscaldamento di un accumulatore che si estende rapidamente anche agli altri. Se questo accade il mezzo si incendia completamente e lo abbiamo potuto constatare anche in veicoli di altissima qualità, come automobili Tesla. È un fenomeno raro ma noto da oltre 20 anni e che si può prevenire solo con una ottima progettazione dei sistemi di controllo termico». Relativamente al caso del bus di Mestre, Guarnieri ritiene più probabile che l'incendio sia scaturito da scintille avvenute dopo l'urto a causa della rottura dei compartimenti di isolamento delle varie sostanze chimiche, dal litio al cobalto al manganese, tutti elementi altamente reattivi. «Quando si incendiano accumulatori di questo tipo - conclude - l'intervento dei vigili del fuoco è utile soltanto ad isolare il focolaio da altri corpi potenzialmente incendiabili ma è quasi impossibile che il fuoco si spenga senza aver prima esaurito tutto il contenuto delle batterie».

Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 16:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci