Autovelox di Cadoneghe, i messaggi tra il sindaco e l'ex responsabile della polizia locale: «Sms e screenshot che sbugiardiano la loro versione»

Sabato 9 Marzo 2024 di Lorena Levorato
Autovelox di Cadoneghe, i messaggi tra il sindaco e l'ex responsabile della polizia locale: «Sms e screenshot che sbugiardiano la loro versione»

CADONEGHE (PADOVA) - Autovelox: «Mail e screenshot che sbugiardano la versione resa dal sindaco. Schiesaro sapeva tutto». Il candidato sindaco Enrico Scacco ha reso noto le copie dei messaggi intercorsi tra il primo cittadino e l’ex responsabile della Polizia locale Giampietro Moro, la cui veridicità sarebbe confermata da una perizia, nelle mani dello stesso Scacco. È stato lo stesso Scacco, durante una conferenza stampa alla presenza anche di Simone Maniero del Sulpl, Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale, a definire tali rivelazioni «clamorose in quanto sbugiardano il sindaco». I messaggi sono contenuti nel memoriale di 165 pagine stilato da Moro e consegnato alla Procura, che comprende anche dialoghi, copie dei messaggi, mail e altri documenti. 


LE DICHIARAZIONI
«Il sindaco sapeva tutto! Era informato minuto per minuto dall’allora responsabile Moro: non solo sull’iter di installazione dei famigerati autovelox, avvenuta per volontà del primo cittadino e del suo vice, ma anche sui numeri delle multe». Scacco ha dichiarato di aver deciso di rendere pubblico il dossier, in accordo con chi lo ha scritto, perché «troppe bugie sono state dette su questa storia. La relazione prodotta da Moro contiene le mail e gli screenshot che i due si sono scambiati per mesi sulla questione Velox. Da queste prove, la cui autenticità è stata confermata da una perizia tecnica sui cellulari, emerge una storia molto diversa da quella che il sindaco raccontato e che lo vedrebbe vittima di oscure manovre e strani complotti ai suoi danni. La verità è un’altra: gli autovelox sono stati voluti e approvati dal sindaco, ben consapevole degli effetti economici che avrebbero avuto sulle famiglie di Cadoneghe e dei Comuni vicini. È tutto nelle carte». Sempre sulla base dei messaggi sulla chat Whatsapp, il 20 giugno, durante la prova degli apparecchi, quando ancora è possibile evitarne l’accensione, Moro informa puntualmente Schiesaro del numero di infrazioni: 315 in appena 90 minuti. Nei due giorni successivi, i Velox registrano l’esorbitante cifra di 3400. «Alle 12 del 23 giugno gli apparecchi entrano in funzione e in meno di 24 ore, vengono effettuate 2025 sanzioni – continua Scacco mostrando le fotocopie dei messaggi -. E ancora una volta Moro aggiorna il primo cittadino. Spaventosa la risposta del sindaco: “bene!”. Questo è scritto nero su bianco. Il numero continua a salire, giorno dopo giorno, fino a quando il flusso si interrompe: non per decisione del primo cittadino, ma per l’atto di un ignoto criminale armato di esplosivo che quasi ha fatto un favore all’amministrazione visto lo scandalo che stava scoppiando, ed è stato l’unico modo per bloccarne il funzionamento». 
Il candidato Scacco ha chiarito che non vuole assumere il ruolo di difensore di Moro, ma di voler «ristabilire un principio di verità, perché i cittadini di Cadoneghe si meritano la verità non ricostruzioni fantasiose.

Ho pensato molto se rendere pubblici questi fatti, emersi nell’ambito di un procedimento penale ad oggi in corso. Al di là delle responsabilità per eventuali reati, c’è un tema politico che non può essere ignorato: comunque vada, il sindaco e la giunta sono responsabili politici di quello che è successo e dei danni economici e di immagine che sono stati causati a Cadoneghe e ai suoi cittadini». 


LA REPLICA 
Saputo della conferenza stampa e della divulgazione di materiale oggetto del processo, Marco Schiesaro sbotta e non usa mezzi termini: «Un fatto molto grave. Scacco ha divulgato, in accordo con Moro, il contenuto di atti che sono nel fascicolo della magistratura e coperti dal segreto istruttorio, e che non si possono divulgare. Informerò immediatamente la Procura ed i carabinieri di quanto avvenuto. Ho sempre ribadito che ero al corrente dell’attivazione dei Velox e che tutto l’iter fosse stato eseguito correttamente. Solo in un secondo momento, quando il numero delle sanzioni è diventato spropositato, ho chiesto al responsabile della polizia locale di farmi avere i documenti sulla regolarità della procedura ed è stato allora che ho saputo che erano stati preparati degli atti falsi perché retrodatati. Infatti il reato per cui si procede è falso in atto pubblico e concussione. Tutta la documentazione nelle mani del Procuratore è stata giudicata attendibile e sia io che l’ente che rappresento siamo stati indicati come parti lese con la facoltà di costituirsi parte civile per il risarcimento dei danni. Non ci sto e mi amareggia che q----uesta vicenda venga strumentalizzata da un candidato sindaco che dovrebbe sapere che gli atti di un processo non possono essere divulgati. Ho capito che siamo in campagna elettorale e allora Scacco parli dei suoi progetti, delle sue idee per Cadoneghe. Ora la faccenda è nella mani della magistratura che farà il suo corso e a noi non resta che attendere il processo».

Ultimo aggiornamento: 11 Marzo, 12:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci