Il procuratore capo Bruno Cherchi: «Non risultano segni di frenata, sequestrate anche le batterie al litio. Solo pochi superstiti sono in grado di parlare»

Verifiche anche sul cellulare dell'autista Alberto Rizzotto. Il Codacons presenta un esposto sul guardrail fatiscente. Test del dna per identificare le vittime

Mercoledì 4 Ottobre 2023
Il procuratore capo Bruno Cherchi

MESTRE - «Non risultano segni di frenata» sull'asfalto del cavalcavia di Mestre, a pochi passi dalla ferroviaria, da dove è precipitato il bus elettrico in cui ieri hanno perso la vita 21 persone. Lo afferma Bruno Cherchi, procuratore capo di Venezia, in un incontro con la stampa. «Le indagini sulla ricostruzione del fatto solo in corso, sono emersi particolari certi come che l'impatto del pullman è avvenuto una cinquantina di metri prima della rottura del guardrail e della caduta. Sembrerebbe che il pullman si sia accostato al guardrail, lo abbia affiancato per una cinquantina di metri, poi ci sia stata un'ulteriore sterzata quindi l'appoggio verso destra e la caduta. Non risulta che ci sia stato un incendio nel senso tecnico del termine, c'è stata una fuoriuscita di litio dalle batterie del bus elettrico e su queste stiamo facendo accertamenti» conclude.

Le testimonianze

«Stiamo sentendo i superstiti, tutti feriti, e solo 3 o 4 sono in grado di parlare», continua il procuratore di Venezia Bruno Cherchi. «I carabinieri - ha rilevato - hanno il compito di sentire quelli ricoverati fuori comune, alla Polizia locale è stato affidato il compito di sentire qjuelli ricoverati a Venezia. Nessuno - ha sottolineato - si è accorto di quanto stava accadendo, ma sono troppo pochi quelli in grado di parlare per avere ulteriori elementi. A noi ora interessa l'aspetto sanitario, poi l'approfondimento». I superstiti hanno raccontato di non aver sentito alcun impatto sul lato sinistro del pullman da qui la convinzione che non ci sarebbe stato un urto con un altro mezzo.

L'autopsia sull'autista

«Sarà conferito al più tardi domani l'incarico per l'autopsia sul corpo sull'autist - spiega sempre Cherchi - stiamo facendo gli accertamenti di rito anche sul cellulare». Nessuna accusa contro il 40enne Alberto Rizzotto, «cerchiamo di prendere tutti gli elementi in questa fase, non abbiamo un preconcetto rispetto all'indagine che è contro ignoti.

Parliamo di certezze - ha sottolineato - anche se in questi momenti vengono dette molte cose. Noi non parliamo di ipotesi».

Le vittime

«Dare un'identità alle vittime è difficile. Molti non avevano documenti con sè. Ci sono loro parenti presenti - ha rilevato Cherchi - ma è difficile dare dei nomi con certezza. Per questo ho dato l'incarico alla medicina legale, ma anche alla polizia scientifica, perché se necessario si ricorra all'esame del Dna. Speriamo però, entro domani, di identificarli tutti». «Sulle eventuali autopsie - ha aggiunto - valuteremo in seguito. Ma, a parte quella sull'autista, le altre non sembrano necessarie visti i traumi da schiacciamento. È nostra volontà restituire al più presto le salme ai parenti».

I primi soccorsi

«Il primo a dare i soccorsi è stato l'autista di un altro bus che è stato affiancato, non toccato, dal mezzo precipitato. Nel dare l'allarme - ha sottolineato sempre Cherchi - ha anche lanciato un suo estintore verso il mezzo precipitato, che sprigionava fiamme». Proprio le testimonianze escludono che il bus precipitato andasse veloce. «I testimoni - ha aggiunto Cherchi - hanno detto che andava piano, il tratto stradale prima è in salita e comunque, oggettivamente, non permette alte velocità. Comunque ci arriveranno i dati a certificare anche questo», ha concluso

L'esposto del Codacons sul guardrail

Con un esposto alla Procura della Repubblica di Venezia il Codacons chiede di fare chiarezza sul guardrail installato lungo il cavalcavia di Mestre.  «Da più parti si stanno sollevando dubbi e sospetti circa l'adeguatezza della barriera di protezione ubicata lungo la strada teatro della tragedia. - spiega il Codacons - Alcuni fonti riterrebbero la struttura del guardrail obsoleta e inadatta a garantire la sicurezza dei veicoli in transito, specie di quelli pesanti come il bus precipitato ieri dal cavalcavia. Per tale motivo presentiamo un esposto alla Procura di Venezia chiedendo di accendere un faro sul livello di sicurezza della strada da dove è precipitato il pullman, allo scopo di capire se vi siano concause o responsabilità che hanno contribuito a determinare la tragedia. Il Codacons offre inoltre assistenza legale ai passeggeri sopravvissuti all'incidente e alle famiglie delle vittime per avviare le dovute azioni di tutela nelle opportune sedi, non appena saranno state accertate le cause del disastro». 

Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 07:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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