Rimosso all'alba il pullman della strage: le vittime sono quasi tutte giovanissime

Tra i morti anche un neonato e un dodicenne. Nessun altro decesso nella notte. Le operazioni si sono concluse alle 5.05: difficoltà per le batterie del mezzo elettrico che hanno preso fuoco

Mercoledì 4 Ottobre 2023 di Gianluca Salvagno
Rimosso all'alba il pullman della strage: le vittime sono quasi tutte giovanissime

MESTRE - All'alba, alle 5.05, a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Mestre, sono terminate le operazioni di rimozione dell'autobus precipitato dal cavalcavia Rizzardi in cui hanno perso la vita 21 persone. Per spostare il pullman si è dovuto attendere che si raffreddassero le batterie andate a fuoco del mezzo elettrico che era nuovo: il bus ora si trova nell'ex mercato ortofrutticolo di via Torino, un luogo isolato visto il timore che le batterie al litio si possano di nuovo incendiare.

Verso le 6.30 il Comune di Venezia ha comunicato di avere riaperto al traffico il cavalcavia.

Le operazioni sono proseguite per l'intera notte e la strada è presidiata dall'alto dalle forze dell'ordine. 

Le operazioni di rimozione

Il mezzo elettrico della società La Linea, guidato da Alberto Rizzotto, 40enne trevigiano, tra le vittime dell'incidente, è stato sollevato dopo ore di lavoro ininterrotto dalle squadre dei vigili del fuoco con il supporto di due gru e poi posto su un pianale per essere poi portato in un deposito.  «L'estrazione delle persone è stata complicata». A dirlo è il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Mauro Luongo, mentre le bare con all'interno le salme dell'incidente man mano venivano portate via a bordo di alcuni furgoni della Protezione civile. Luongo racconta che il pullman «era abbastanza pieno: abbiamo contato 39 persone tra cui anche qualche minore». Si è trattato di un'operazione complessa. «Tra le difficoltà il fatto che il pullman era elettrico - spiega - quindi con le batterie. Purtroppo hanno preso fuoco con l'impatto. Le batterie hanno delle criticità quando sono calde. Ecco perchè le operazioni - conclude - sono state un pò più lunghe per rimuovere il mezzo»

Morti tanti giovani

«L'impressione visiva, dopo la rimozione delle salme, è che ci troviamo di fronte ad una tragedia di giovani, se non giovanissimi, salvo qualche adulto». A parlare è uno dei capi soccorritori sul luogo. «Abbiamo respirato una situazione surreale - dice ancora il soccorritore - non ho mai visto tante persone pronte a dare una mano». Sul posto si è recata una sessantina di mezzi dei vigili del fuoco e 20 automezzi. Molti dei pompieri non hanno voluto riposare alla fine del turno e hanno chiesto di continuare a lavorare. Tra i morti, infatti, ci sono due bambini - un neonato di pochi mesi, e un 12enne - ed anche una ragazza minorenne. Nella notte non ci sono stati nuovi decessi tra i 15 feriti portati negli ospedali della regione. Quattro di essi, in terapia intensiva, non sono ancora stati identificati.

Il prefetto e il riconoscimento difficile

Stamane in conferenza stampa il prefetto Michele Di Bari ha aggiornato i dati sulle vittime: «I deceduti sono 21, di cui due minorenni non identificati. Sette le salme identificate, 5 ucraini, un tedesco e l'autista italiano. I feriti sono 15 di cui 11 identificati: 4 ucraini, un tedesco, un francese, un croato, due spagnoli e due austriaci. Tra i feriti tre minori, uno presumibilmente ucraino ricoverato a Padova e due presumibilmente tedeschi ricoverati a Treviso. Almeno 5 feriti sono gravi. Questo il quadro al momento, inutile dire che sono in corso attività per identificare i restanti feriti e deceduti»

Il prefetto ha raccontato che il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi è rimasto in contatto per tutta la notte. Ha ringraziato le forze dell'ordine e l'Ulss 3. «I medici - ha continuato - sono stati essenziali nella prima fase di soccorso per indivduare gli ospedali piu adatti per ricoverare i feriti e per aver allestito un punto di raccolta per le famiglie con un componente di supporto psicologico. È un momento di lutto per tutti in cui bisogna stare in silenzio, un silenzio che può essere di conforto. Tutta la comunità e le istituzioni si stringono a questo dolore. Sia il sindaco Brugnaro che Luca Zaia hanno chiesto alla presidenza del consiglio tre giorni di lutto con bandiere a mezz'asta in tutta la regione»

In questo momento di stanno contattando i consolati di riferimento, le forze dell'ordine comunicano al ministero dell'Interno che contatta i consolati. Sono già arrivate tre famiglie e c'è una rete che li sta aiutando. «Riteniamo - prosegue il prefetto - che fossero turisti ma è da valutare se qualcuno è salito sul bus durante il tragitto». Il prefetto non ha voluto rilasciare dettagli in merito alla dinamica. Presente alla conferenza stampa anche il direttore generale dell'Ulss 3 Edgardo Contato che, commosso, ha commentato: «Stiamo facendo il nostro dovere. Ringrazio i vigili del fuoco perché la grande rapidità di di intervento penso abbia permesso di salvare qualche vita».

Il prefetto al Gazzettino ha poi aggiunto: «Un riconoscimento ai primi soccorritori? Stiamo verificando anche quel fronte, è prematuro ora per dirlo».

La procura

Il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi ha detto che un riesame di quanto accaduto al pullman sarà fatto oggi. «Noi allo stato non siamo in grado di fare una ricostruzione precisa degli avvenimenti», ha detto, rimandando alle prossime ore ulteriori commenti. «Oggi disporremo un'attività medico-legale - ha poi aggiunto - sia per attività ordinaria di controllo sia anche perchè possiamo immaginare che vi sia qualche soggetto privo di documenti e dobbiamo provvedere ad acquisire tutti gli elementi necessari per l'identificazione». Il mezzo nel frattempo è stato sequestrato. 

I parenti delle vittime al camping

I primi parenti delle 21 vittime e dei 15 feriti coinvolti ieri nell'incidente stanno arrivando alla struttura Hu Venezia camping in town dove i turisti stavano rientrando dopo la gita a Venezia. Stanno arrivando i primi parenti, ma ci vorrà tempo perché si tratta di persone che vivono all'estero: a bordo di quel bus c'erano ucraini, tedeschi, francesi, croati, spagnoli e austriaci. Da parte del gruppo Human Company, proprietario del camping che ospitava, c'è la massima disponibilità ad accogliere e a supportare i parenti insieme al Comune di Venezia che offrirà anche aiuto psicologico. Gli agenti della questura hanno acquisito presso il campeggio gli elenchi degli ospiti, per poter poi risalire alle identità delle vittime e dei feriti nell'incidente. Il via vai di ospiti da e per il campeggio prosegue regolarmente. «Lo choc è tanto». Così un portavoce del gruppo Human Company, che possiede il campeggio di Marghera dove soggiornavano le vittime e i feriti dell'incidente del bus a Mestre, descrive la situazione all'interno della struttura ricettiva. Lo Hu camping è una delle dieci strutture in Italia dell'azienda, di proprietà al 100% della famiglia toscana Cardini Vannucchi. Il gruppo possiede anche due ostelli a Firenze e Praga e la tenuta "Palagina" nelle colline del Chianti intorno a Figline Valdarno. Oggi è stata diffusa una nota dall'azienda - il Gruppo Human Company, proprietario di hu Venezia camping in town, esprime il suo profondo cordoglio per le vittime della tragedia e dichiara quanto segue: In questo momento così drammatico e senza precedenti siamo vicini alle famiglie degli ospiti della nostra struttura oltre che ai familiari dell’autista, e stiamo facendo tutto il possibile per contribuire alla gestione dei soccorsi. Tutta l’azienda e tutto il nostro personale in loco sono a disposizione per facilitare le operazioni e dare supporto agli ospiti, alle loro famiglie e ai soccorritori. Stiamo inoltre collaborando con le Autorità competenti impegnate nell’identificazione dei passeggeri, commenta Domenico Montano, Direttore Generale di Human Company. Il servizio di navetta che collega la struttura a Venezia è gestito da una società locale di trasporto passeggeri ed è riservato agli ospiti che vogliono raggiungere il centro della città lagunare e rientrare. Trattandosi di un servizio navetta, i biglietti possono essere acquistati alla reception, non sono nominativi e possono essere utilizzati dagli ospiti in qualsiasi momento della giornata.

Servizio di accoglienza e assistenza psicologica per i parenti

La Regione Veneto ha allestito e già attivato all’Ospedale dell’Angelo di Mestre un servizio di accoglienza e una sala dedicata per i parenti delle vittime della tragedia del bus di Mestre. Nell’androne del nosocomio è attivo il punto di prima accoglienza che indica alle persone dove rivolgersi. Sono già molte quelle arrivate all’ospedale. Per loro è stato attivato anche un servizio di interpretariato in lingua tedesca, ucraina, spagnola e francese. I parenti sono assistiti da un Team di specialisti composto da sette psicologi e tre psichiatri.

Ultimo aggiornamento: 19:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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