Tragedia del bus a Mestre. Malore, guasto? Le ipotesi e i punti oscuri della tragedia. E poi c'è quel guardrail che era già fatiscente

L'assessore comunale ai Trasporti, Renato Boraso: "Nel progetto da 6 milioni che abbiamo era previsto rifacimento guardrail e parapetto". L'amministratore delegato di Linea: "Quella era una ringhiera"

Mercoledì 4 Ottobre 2023 di Redazione web
Tragedia del bus a Mestre. Malore, guasto o auto pirata? Le tre ipotesi e i punti oscuri della tragedia.

MESTRE - Il giorno dopo la tragedia del bus di Mestre ecco le ipotesi al vaglio che potrebbero dare un perché a quello che è accaduto nella serata di martedì 3 ottobre nella città del Veneziano dove, intorno alle 20, un pullman ha sfondato il guardrail ed è precipitato per 10 metri, schiantandosi a terra. La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo, ma ci sono alcuni punti oscuri che solo le telecamere di sorveglianza che sono presenti sul tratto potranno, questa almeno è la speranza, chiarire esattamente cosa sia avvenuto. 

Ma cosa è successo davvero?

IL MALORE
Le ipotesi sono le seguenti: la prima, che il conducente, il 40enne trevigiano Alberto Rizzotto, un autista esperto e attento, in attività da 7 anni, e dipendente di Martini Bus Srl, abbia avuto un malore e abbia perso il controllo del mezzo, un bus elettrico modello Yutong E12. Un accidente imprevedibile, drammatico. Rizzotto aveva preso servizio 90 minuti prima, circostanza che ha portato ad escludere che sia stato colto da un colpo di sonno. In un video diffuso nella serata si vede il pullman -  lo riferisce Massimo Fiorese, amministratore delegato della società di trasporto La Linea - pochi attimi prima di cadere dal cavalcavia.

Il bus arriva e rallenta, sembra quasi fermo quando cade giù. 

«Navetta verso Venezia»: l'ultimo post di Alberto, l'autista trevigiano morto con i passeggeri

IL GUASTO E LE FIAMME PRIMA DELLA CADUTA
Ma non c'è solo questa supposizione, anche quella del guasto ha preso piede ad un certo momento della serata. Secondo alcuni testimoni, infatti, dal bus elettrico precipitato dal cavalcavia uscivano già fiamme mentre stava salendo la rampa. Gli autisti e i loro familiari lo hanno riportato nelle chat con le quali si tenevano informati man mano che passavano i minuti. Tuttavia questa idea sarebbe stata esclusa dalle autorità. Nelle chat degli autisti, dunque, si riportano le testimonianze di chi avrebbe visto uscire fuoco dall'autobus elettrico già nella rampa di salita del cavalcavia superiore. Qui entrano in campo non solo le testimonianza ma anche l'esperienza dei colleghi di Rizzotto, che spiegano che, visto il cantiere da poco presente su quella rampa, l'autista del bus elettrico, in coda e chiuso da altri veicoli, non avrebbe potuto fermarsi per far scendere i passeggeri in caso di un incendio in corso, perché mancava lo spazio, quindi, per logica, avrebbe cercato di spostarsi nella zona dove stanno effettuando i lavori. Ed è proprio in quel momento che, nel fare manovra, potrebbe essere successo qualcosa, un errore, un guasto, una gomma che esplode. 

Ma il bus dell'incidente era nuovo. Era stato inaugurato esattamente un anno fa, nell'ottobre del 2022. Lo sottolinea Massimo Fiorese, l'amministratore de La Linea, l'azienda che aveva curato il servizio di trasporto dedicato tra Venezia e Marghera per i turisti del camping. In passato La Linea era stata una società partecipata da Actv, l'azienda di trasporto pubblico lagunare. Fiorese tiene a chiarire che il pullman, del peso di 13 tonnellate, era a sola tradizione elettrica e che «sono stupidaggini» le notizie diffuse in un primo momento sul fatto che il mezzo avesse anche preso fuoco. «Erano fiammelle che si sono autoestinte - chiarisce - . Il problema è che prima di intervenire con i soccorsi è stato necessario attendere che le batterie della parte elettrica si abbassassero di temperatura». 

La procura ha disposto il sequestro delle batterie al litio.

L'AUTO PIRATA
Ogni pista sembra essere dunque ancora aperta e ve n'è una terza, la più inquietante, che porterebbe in causa un secondo mezzo, una vettura poi scappata, insomma, un'auto pirata. Tra le ipotesi c'è infatti anche quella che il bus sia entrato in collisione con una macchina o questa gli abbia tagliato la strada costringendolo ad una manovra finita con lo sfondamento del guardrail, anche se dalle prime analisi della procura sembra da escludere ogni tipo di collisione.

«Un altro veicolo coinvolto nell'incidente? Tutte le possibilità sono al vaglio della Procura». Ha risposto così ai cronisti il Prefetto di Venezia, Michele di Bari, nella conferenza stampa che ha fatto il punto delle indagini sull'incidente del pullman a Mestre. «Girano voci infondate sull'incidente - ha aggiunto -. Per capire i fatti dobbiamo osservare ciò che la magistratura stra facendo. L'intera vicenda, dal punto di vista di polizia giudiziaria, è di competenza della Procura. Non si può escludere nulla - ha concluso - ma sulla dinamica non ci sono novità. Sono in corso accertamenti capillari». 


Il guardrail fatiscente

Ci sono immagini che stanno circolando in rete dai primi istanti dopo il tremendo incidente, si tratta di foto nelle quali è immortalato proprio il guardrail sfondato dal bus, ma prima dello schianto: un'opera vecchia e fatiscente. La polemica, inutile dirlo, si è immediatamente scatenata. Ma proprio sulla rampa del cavalcavia della tragedia il Comune di Venezia ha avviato lavori di manutenzione che dureranno per 20 mesi e costeranno oltre 5 milioni: in questa prima fase occupano un tratto di circa 250 metri della corsia di marcia lato stazione ferroviaria, nella prima parte di manufatto in uscita da Venezia in direzione Marghera/Tangenziale; in quel tratto c'è una sola corsia di marcia. «Nel progetto da oltre 6 milioni di euro di rifacimento del cavalcavia erano compresi anche un nuovo guard rail e la modifica del parapetto». Lo chiarisce l'assessore comunale ai trasporti Renato Boraso dopo che stamane Massimo Fiorese, l'ad di La Linea, la ditta di trasporto coinvolta nell'incidente di Marghera aveva parlato del fatto che il pullman elettrico, del peso di 13 tonnellate, dalle riprese video sembrava «appoggiarsi ad guard rail che è quasi una ringhiera». 

L'Ad di Linea: "Era una ringhiera"

«Dai video il guard rail sembra una ringhiera, le immagini dei filmati che abbiamo visionato mostrano il pullman che si appoggia alla protezione che è quasi una ringhiera». L'amministratore delegato de La Linea, Massimo Fiorese, solleva dubbi sul guard rail a protezione del cavalcavia di Mestre che il pullman ha sfondato precipitando. La Linea è l'azienda di trasporto che svolgeva questo servizio dedicato ai turisti tra il camping di Marghera e Venezia.

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Ultimo aggiornamento: 19:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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