Caos case popolari a Treviso: «Serve un comitato interforze per vigilare sulle assegnazioni»

Lunedì 7 Novembre 2022 di Paolo Calia
Caos case popolari a Treviso, le richieste

TREVISO - Formare un comitato interforze - composto da Comune, Ater, amministratori condominiali e forze dell'ordine - per vigilare su cosa accade nei condomini delle case popolari e su come vengono assegnati gli alloggi. Questa è la richiesta che emerge da Santa Bona, quartiere da sempre in prima linea quando si parla di convivenza complicata e di assegnazioni che hanno sempre fatto discutere. La proposta parte dal Gruppo di Pensiero Treviso Nord rappresentato da Luciano Abiti. Le notizie di questi giorni, l'inchiesta che Procura e carabinieri stanno portando avanti per fare chiarezza su come le assegnazioni sono state fatte negli ultimi anni e che vede una trentina di indagati tra assegnatari, dirigenti e funzionari comunali con ipotesi di reato come corruzione e abuso d'ufficio, sta facendo molto discutere nei quartieri.

E ogni giorno emergono sempre più particolari.

Le richieste

Uno dei punti che la Procura intende chiarire, per esempio, è come venivano assegnati i punti per l'emergenza abitativa, condizione che consente di scavalcare ogni graduatoria e ottenere l'alloggio in tempi celeri. Le graduatorie Erp, come quella annullata a metà settimana da Ca' Sugana (ma di fatto già congelata da mesi dall'amministrazione comunale) e oggetto delle indagini in corso, sono realizzate dal Comune ma gli appartamenti poi gestiti dall'Ater. E a settembre l'agenzia territoriale aveva spedito una decina di convocazioni ai primi assegnatari per avere alcuni chiarimenti. Convocazioni poi ritirate, molto probabilmente perché i casi erano già oggetti delle attenzioni della Procura. Tutto questo mentre nei quartieri le tensioni aumentano, come sottolinea anche il gruppo di Treviso Nord. Che adesso ha deciso di farsi sentire.

I dubbi

«Le voci di quartiere, gli incontri, le sensazioni, le chiacchiere, trasmettono amarezza e un velato e composto sentimento di rabbia - spiega Abiti in una lettera aperta - chi vive la periferia non può non essersi reso conto che negli ultimi anni si sia assistito ad una costante assegnazione degli alloggi sfitti di proprietà Comunale a determinate categorie di utenti. Spesso privilegiandone alcune rispetto ad altre. Credo che ogni persona o famiglia, a prescindere da provenienza, credo, origine, ecc.. meriti assistenza e aiuto da parte della comunità. Specialmente innanzi a situazioni di disagio di natura sociale ed economica. Tuttavia il nostro sistema di tutela sociale viene sistematicamente frustrato con dinamiche che lasciano spazio ad abusi e distorsioni». Abiti parla di lamentele continue e sempre più numerose: «Segnalazioni che parlano di maleducazione, regole condominiali non rispettate, sovraoccupazione degli immobili, spese non corrisposte e molte altre situazioni di profondo disagio. Paura, delusione, stanchezza, rabbia, solitudine si possono facilmente leggere negli sguardi di residenti ormai rassegnati per problemi mai affrontati e mai risolti da chi dovrebbe garantire un minimo di attenzione».

La spiegazione

Intanto dall'Ater non arrivano grandi reazioni. L'ente, che si occuperà della gestione del nuovo bando Erp in arrivo dando così un aiuto all'Ufficio casa di Ca' Sugana rimasto con solo due dipendenti, si limita a osserva. Ma Oscar Borsato, membro del cda, dalla sua pagina Facebook, precisa: «Non voglio lanciare colpe, non avendo documenti, sarà la Magistratura a far chiarezza su quanto accaduto nel Comune di Treviso, si perché è proprio questo il soggetto in attenzione, non Ater Treviso. L'Azienda regionale mantiene la proprietà dell'immobile, mentre la gestione della persona è data al Comune territorialmente interessato. Ater Treviso non ha graduatorie e non emette bandi».

 

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