Case popolari, indagato anche il dirigente Bonaventura: «Sono tranquillo»

Giovedì 3 Novembre 2022 di Mauro Favaro
Roberto Bonaventura, il dirigente

TREVISO - L’ampliamento di una palazzina fa finire anche i vertici del settore Urbanistica all’interno dell’inchiesta sull’assegnazione degli alloggi popolari del Comune di Treviso. Dopo l’ufficio Casa, a partire dal dirigente Stefano Pivato, sono stati indagati anche Roberto Bonaventura, architetto di 54 anni, dirigente del settore Urbanistica, sportello unico e verde urbano, e Sebastiano Ladillo, che ricopre l’incarico di posizione organizzativa nell’ambito dei servizi per l’attività edilizia residenziale, produttiva e il verde urbano. Si aggiungono agli assegnatari degli alloggi a loro volta già indagati, soprattutto di etnia Rom. Le ipotesi di reato vanno dal concorso in corruzione all’abuso d’ufficio. La Procura, in sostanza, sta cercando di fare luce su una ipotetica rete che potrebbe aver teleguidato le assegnazioni delle case popolari. Tra i “segnalatori”, inoltre, gli investigatori puntano a definire anche la posizione di Enrico Renosto, ex consigliere comunale del Pdl. L’obiettivo è fare chiarezza sul fatto che qualcuno possa aver ricevuto qualcosa in cambio per far scalare la graduatoria ad alcune persone in attesa, in modo da condurle velocemente all’assegnazione di un alloggio popolare.


LE REAZIONI

Il coinvolgimento di un altro settore, quello dell’Urbanistica, fa scoppiare un nuovo terremoto all’interno di Ca’ Sugana. Il diretto interessato, però, è il primo a esprimere la massima tranquillità. «È solo perché avevo seguito una pratica edilizia – spiega Bonaventura – sono assolutamente tranquillo. Ritengo che come uffici abbiamo sempre operato con correttezza nell’ambito dei procedimenti edilizi». Per il momento non va oltre. «Lasciamo che la magistratura faccia giustamente il proprio lavoro – dice – è logico che un’indagine va a sondare tutti gli elementi che possono essere utili o che sono emersi durante il percorso di verifica. Noi continuiamo a lavorare tranquillamente». Sotto la lente ci sarebbe in particolare il via libera, timbrato ormai 6 anni fa, all’ampliamento di una palazzina in via Mantovani Orsetti, laterale di viale Europa. Che già all’epoca aveva sollevato alcune perplessità. Tutti i dipendenti comunali coinvolti, comunque, respingono qualsiasi tipo di accusa che possa ricondurre a un sistema per pilotare l’assegnazione delle case popolari. Dal canto suo, il sindaco Mario Conte evidenzia la «massima fiducia nella magistratura e sull’operato dei dipendenti comunali. L’amministrazione ribadisce la massima collaborazione con le autorità inquirenti e altresì la fiducia sull’operato dei dipendenti del Comune di Treviso; da parte mia e di tutta l’amministrazione comunale ci sono la massima stima e la fiducia nei confronti della magistratura e l’auspicio che le indagini facciano presto chiarezza».


LA VICENDA

L’indagine era partita lo scorso giugno con un blitz dei carabinieri negli uffici del settore Sociale e Casa di viale Vittorio Veneto. È da questo troncone principale che oggi si è allungata la diramazione arrivata a toccare il settore Urbanistica. Nel frattempo l’ufficio Casa è stato spostato nella sede del comando della polizia locale all’ex Foro Boario. Ca’ Sugana conta in tutto 770 alloggi di proprietà nell’ambito dell’edilizia popolare.

Compresi 60 destinati alle emergenze abitative. L’anno scorso il settore Lavori pubblici ha ristrutturato e messo nuovamente a disposizione 107 appartamenti comunali. Entro la fine di quest’anno dovrebbero aggiungersene altri 32. Più sette già previsti a San Liberale per l’anno prossimo.

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