Omicidio di Conegliano. Appello della figlia di Margherita Ceschin: «Papà devi dire la verità»

Venerdì 12 Aprile 2024 di Giuliano Pavan
Omicidio di Conegliano. Appello della figlia di Margherita Ceschin: «Papà devi dire la verità»

CONEGLIANO (TREVISO) - «A mio padre sono stati concessi gli arresti domiciliari per gravi motivi di salute: se le sue condizioni sono così gravi, mi auguro che senta prima o poi la necessità di ammettere la verità. Io, come figlia, penso di averne diritto». A parlare, attraverso il suo legale, l’avvocatessa Laura Pellegrino, è Elisabetta Lorenzon, la figlia di Margherita Ceschin, la pensionata di 72 anni uccisa nel suo appartamento di via 28 Aprile a Conegliano la sera del 23 giugno 2023 da dei sicari ingaggiati, secondo la Procura, dal marito (e padre di Elisabetta, ndr), l’ex imprenditore agricolo Enzo Lorenzon, 79enne di Ponte di Piave. La donna ha deciso di parlare dopo la richiesta di incidente probatorio da parte della Procura per sentire il trentenne sudamericano compagno di cella di uno dei killer, Sergio Antonio Luciano Lorenzo, al quale era stato recapitato dal 38enne dominicano un biglietto da consegnare a Lorenzon. I legali di Lorenzon, gli avvocati Fabio Crea e Mauro si sono opposti, perché non ci sono motivi di urgenza.

Per la Procura, invece, è una prova schiacciante a carico del 79enne.

IL MESSAGGIO

La scelta di opporsi all’incidente probatorio ha scatenato la reazione di Elisabetta Lorenzon: «Evidentemente si tratta di un accertamento che fa paura agli indagati - afferma la donna - Ovviamente si tratta di un tentativo di sottrarsi a qualsiasi confronto, come hanno già fatto sottraendosi finora a qualsiasi confronto con gli inquirenti. Cercano di trincerarsi dietro a formalismi giuridici per tentare di celare la realtà: io, soprattutto da mio padre, penso di avere diritto come figlia di conoscere la verità, penso che questo mi sia dovuto». E ancora: «Non ho avuto nemmeno il coraggio di conoscere tutti i dettagli dell’omicidio di mia mamma: chi ne ha avuto contezza mi ha sconsigliato di constatare personalmente quello che lei ha subito. Spero che d’ora in poi si proceda celermente per l’accertamento della verità e che chi sa parli, anche se il quadro che si è già delineato mi fa capire che non ci sono ricostruzioni alternative. Mi auguro ancora una volta che cavilli giuridici non consentano di differire oltre l’accertamento della verità».

IL BIGLIETTO

Il biglietto di Sergio Antonio Luciano Lorenzo, oltre a dire che il fratello Joel non c’entrerebbe nulla con il delitto e che ha fatto soltanto da palo, per la Procura è la prova del coinvolgimento di Lorenzon come mandante dell’omicidio. «Ciao Enzo la situazione è difficile per tutti ma bisogna risolvere - scrive il dominicano - Devi farti carico delle mie spese legali. Tutta la famiglia mi ha voltato le spalle. Il pubblico ministero è venuto due volte per collaborare, ma io resto fedele a te. L’avvocato ha chiesto 50mila euro per difenderci, digli che pagherai tutto tu».

Ultimo aggiornamento: 19:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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