MESTRE - Si accende la polemica su quello che è stato definito "il buco" nel guardrail della tragedia del bus di Mestre. Un varco che, come abbiamo scritto in questo articolo, si chiama "punto di sfogo". Ad intervenire è l'assessore comunale ai trasporti Renato Boraso: «Sono affermazioni inaccettabili quelle che ho letto. Il bus non è caduto perché c'era un buco di un metro e mezzo nel guardrail. Quel buco è un varco di sicurezza, di servizio, previsto dal progetto originario del manufatto».
«L'autobus - prosegue Boraso - è caduto 50 metri dopo il varco, dopo aver strisciato sul guardarail, senza segno di frenata o contro-sterzata.
«Le immagini del VIDEO dell'incidente, riprese dalle telecamere - prosegue Boraso - mostrano chiaramente, ma l'ha detto anche il Procuratore Bruno Cherchi, che il pullman sale sul cavalcavia e si "appoggia" al guardail, che tiene inizialmente, e poi striscia per 50 metri, senza controllo, sulla barriera, fino a precipitare. Ma non è caduto perché c'era quel varco».
«Lasciamo che sia la magistratura, e non i giornali a fare le inchieste», insiste Boraso. «Oltretutto quel cavalcavia non l'ha fatto il Comune di Venezia, lo ha ereditato, e noi da un mese stiamo rifacendo quelle strutture, con un nuovo guardrail e un nuovo parapetto», continua l'assessore. «Quel varco - di un metro e mezzo - ricorda Boraso - era previsto dal progetto di allora, degli anni '60, ed era a norma. È uno spazio di sicurezza, previsto per le manutenzioni o per far accedere i soccorritori in caso di necessità. Sono pronto a tutelare in ogni sede il nome del Comune di Venezia, dei miei collaboratori, contro illazioni che ritengo vergognose».