Supermercati Alì, morto il fondatore Francesco Canella

Mercoledì 31 Gennaio 2024 di Gianluca Salvagno
Supermercati Alì, morto il fondatore Francesco Canella

PADOVA - E' morto Francesco Canella, il fondatore dei supermercati Alì.

Aveva 92 anni. Il decesso è avvenuto dopo pochi giorni di ricovero all'ospedale di Padova ieri sera, martedì 30 gennaio, alle 21.30. L'imprenditore, nato a Veggiano (Pd), aveva festeggiato da poco il suo compleanno, il 28 dicembre. Lascia la moglie Rossella e i figli Marco e Gianni, insieme all'eredità di un gruppo alimentare costruito da zero e diventato uno dei migliori in Italia, puntando sempre e soprattutto sulla qualità dei prodotti.

Il gruppo Alì supermercati

Con un fatturato che lo scorso anno ha sfiorato il miliardo e 300 milioni di euro, il gruppo Alì conta 117 punti vendita in Veneto ed Emilia Romagna, e dà lavoro ad oltre 4.700 collaboratori. Dipendenti da sempre legati a Francesco Canella che ogni anno per il suo compleanno erano soliti fargli auguri, acquistando pagine di giornali o manifesti da far affiggere per le città, come in occasione della laurea honoris causa.

Chi era Francesco Canella

La carriera di Francesco Canella ha inizio molti anni fa, precisamente nel 1958, quando rilevò la cooperativa Onarmo, dando così inizio alla sua esperienza imprenditoriale. Con l’apertura del primo supermercato Alì nel 1971 ha introdotto in Italia il banco gastronomia servito, per poi crescere fino all’apertura del primo centro commerciale Alìper nel 1991. Da allora è stato tutto un continuo crescendo, con il primo progetto rivolto alla tutela dell’ambiente nel 2001, con la quota cento punti vendita raggiunta nel 2012 e con il servizio di spesa online Aliperme.it attivato nel 2018. Solo un anno dopo Francesco Canella ha ricevuto la laurea ad honorem in “Italian Food and Wine”, conferitagli dall’Università degli Studi di Padova.
«Sono orgoglioso dei traguardi che quest’azienda e le sue persone sono riuscite a raggiungere in questi 50 anni. Allo stesso tempo guardo con entusiasmo al futuro e a quanto potremo ancora realizzare nei prossimi anni, assieme» dichiarò Canella nel 2021. Un imprenditore, orgogoglio del Veneto produttivo, instancabile e sempre proiettato alla crescita del suo gruppo. In un'intervista al Gazzettino, sempre a proposito della laurea disse: «Non avrei mai pensato di raggiungere un traguardo simile. Continuo a fare quello che ho sempre fatto, vado ancora nei negozi, li giro tutti. Il giorno che mi hanno proclamato dottore mi sono sentito molto orgoglioso e molto emozionato, come non mi era mai capitato. In passato mi hanno premiato come intenditore di prosciutto crudo e di formaggio grana; sono anche stato premiato come eccellenza padovana. E mi hanno fatto commendatore dopo che ho inaugurato i nuovi magazzini, 30 mila metri quadrati, tutto automatizzato, ecologico tanto da risparmiare 100 mila tonnellate di petrolio all’anno».

La famiglia

La famiglia, in una nota, lo vuole ricordare con la frase pronunciata in occasione del conferimento della laurea ad honorem: «Mi auguro che il mio esempio di vita possa essere d’aiuto a tutti quei giovani che credono nel futuro della nostra bella Italia. Bisogna mettersi sempre in gioco, affrontando le difficoltà con coraggio, lavorando con passione senza perdere mai l’entusiasmo e la voglia di fare e di innovare».

Le origini contadine

Partito davvero dal nulla, Francesco Canella è riuscito a creare un vero impero: «Vengo da una famiglia contadina - raccontò al Gazzettino sempre in un'intervista - che aveva venti campi in affitto. Terzo di sette fratelli e il terzo per tradizione andava in seminario, ma quando ho finito la quinta elementare c’era la guerra e non potevano mandarmi in collegio. Devo dire che non avevo la vocazione. I campi non bastavano, ho dovuto trovare subito un lavoro e sono andato a Padova dove zio Francesco mi ha trovato un posto da garzone in bicicletta nello spaccio “Onarmo” che dipendeva dal Vaticano ed era l’Opera di assistenza per gli operai. Distribuivano prodotti americani, la gente aveva fame, mancava tutto. Poi sono diventato casoin nel negozio che la Curia aveva sotto la chiesa di San Gaetano, in pieno centro a Padova, vicino al Tribunale».

Da qui al gruppo Alì con 117 punti vendita di cui è rimasto presidente fino all'ultimo, nonostante il passaggio generazionale ai figli fosse avvenuto ormai da tempo. Ma quando c'era da aprire un nuovo punto vendita, lui non mancava mai.

Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 18:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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