Commercio in sciopero, alta adesione: alcuni grandi supermercati costretti a chiudere

Da Pordenone a Udine l'astensione dal lavoro ha colpito la grande distribuzione che non ha voluto firmare il rinnovo del contratto

Domenica 31 Marzo 2024 di Loris Del Frate
Commercio in sciopero, alta adesione: alcuni grandi supermercati costretti a chiudere

PORDENONE/UDINE - Non nascondono la soddisfazione le organizzazioni sindacali che tutelano il commercio perché lo sciopero di ieri che ha coinvolto tutti i dipendenti di Federdistribuzione, l’associazione che rappresenta la gran parte delle grosse catene alimentari presenti sul territorio regionale, dalla Despar alla Carrefour, passando per la Lidl ha avuto un risultato importante. Non è un settore semplice quello del commercio, lo dimostra il fatto che solitamente le astensioni dal lavoro coinvolgono in gran parte solo i dipendenti sindacalizzati. Ieri, però, non è andata così e la riprova arriva dal fatto che sul territorio della provincia di Pordenone, ma anche su quello della provincia di Udine, ci sono state alcune chiusure perché i dipendenti hanno partecipato in massa. In altre strutture, invece, il blocco del lavoro non ha causato la chiusura dell’attività anche se la giornata, per chi è rimasto al lavoro, non è stata facile da affrontare.


IL SINDACATO

Del resto la protesta aveva un significato particolarmente importante visto che in ballo c’è il contratto di lavoro, fermo da parecchio tempo. «Siamo soddisfatti spiega Adriano Giacomazzi, il rappresentante provinciale della Cisl - perché le cose sono andate oltre le aspettative. Anche se lo sciopero ha colpito a macchia di leopardo, abbiano segnalazione di alcuni Lidl che non sarebbero riusciti ad aprire le serrande, così come ci sono state serie difficoltà ad organizzare il turno giornaliero in altre grandi superfici di vendita».

E questo sia nel pordenonese che nell’udinese. Le organizzazioni sindacali, inoltre, hanno organizzato un presidio davanti alla prefettura (nelle foto quello che si è tenuto a Pordenone) e una rappresentanza di lavoratori è stata accolta a palazzo di Governo.


IL CONTRATTO 

«L’altra sera - spiega ancora Giacomazzi - le associazioni di categoria hanno chiuso le trattative, senza firmare l’accordo. Questo fatto ha senza dubbio inviperito i lavoratori che da anni aspettano un miglioramento contributivo, ma non solo, anche la stabilizzazione dei precari e la possibilità di avere meno aperture durante i giorni festivi. Il giorno successivo, però, Confcommercio, Confesercenti e la Lega Coop, hanno deciso di fare un passo indietro - spiega ancora il sindacalista - è hanno sottoscritto l’intesa. Il problema, però, è che questo passo non lo ha fatto l’altra associazione, Federdistribuzione, che rappresenta gran parte della grandi catene di vendita che sono sul territorio. E così è stato proclamato lo sciopero».


DAL PREFETTO

Nell’incontro che si è tenuto nelle prefetture di Pordenone e Udine i lavoratori e i rappresentanti del sindacato, hanno evidenziato le problematiche del contratto a cui non ha aderito Federdistribuizione. «Continuano a chiedere flessibilità, cambi di turni anche in tempi velocissimi, non ci sono prospettive di assumere i precari e in più viene pure chiesto un demansionamento. È evidente - conclude Giacomazzi - che a queste condizioni non è possibile andare avanti. Ora si tratterà di capire quando Federdistribuzione chiederà di riaprire le trattative. Intanto gli abbiamo depotenziato la vigilia di Pasqua, uno dei giorni in cui si lavora di più».


PASQUETTA

Ma se la vigilia di Pasqua è stata colpita dall’astensione dal lavoro di parecchi dipendenti. C’è subito da dire che più di qualche grande distribuzione è già corsa ai ripari aprendo le serrande il lunedì di Pasquetta. Non che questo non sia mai accaduto, ma negli ultimi anni, salvo alcune società che ne hanno fatto una bandiera, si era registrato un calo delle aperture a Pasquetta o quantomeno l’orario era stato ridotto sino alle 13. «Ci sono diversi supermercati aperti - spiega ancora il sindacalista della Cisl - anche se, come è accaduto per lo sciopero, stiamo sempre parlando di situazioni a macchia di leopardo sull’intero territorio del Friuli Occidentale e della provincia di Udine. È una situazione, purtroppo, che si rinnova nel tempo e che non giova certo a rasserenare gli animi a fronte della trattativa che è ancora aperto e che rischia di proseguire per diverso tempo». In ogni caso resta il fatto che che il sindacato è senza dubbio disposto a dare ancora battaglia e questa volta pare che i lavoratori siano un po’ più uniti.

Ultimo aggiornamento: 13:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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