Longarone. Ragù con la droga, Nicolò muore a 2 anni per overdose. Papà verso il patteggiamento, potrebbe non andare in carcere

La sentenza si avrà a febbraio. Diego Feltrin è accusato di aver dato hashish al figlio per tenerlo buono

Venerdì 12 Gennaio 2024 di Olivia Bonetti
Nicolò Feltrin

LONGARONE (BELLUNO) - L’accordo c’è, mancano solo gli ultimi dettagli. Ma tutto ormai porta dritto al patteggiamento a due anni di reclusione, ma con pena sospesa, quindi niente galera. Diego Feltrin, il 44enne, papà del piccolo Nicolò il bambino di due anni di Codissago in comune di Longarone, deceduto il 28 luglio 2022 per overdose, che non è mai stato arrestato non farà nemmeno un giorno di carcere. Ieri in Tribunale a Belluno un’altra udienza interlocutoria di fronte al gup Enrica Marson, con il pm Simone Marcon e il difensore del 44enne, l’avvocato Massimiliano Xaiz. Ricordiamo che Diego Feltrin è indagato per omicidio colposo, spaccio di droga al bimbo e morte come conseguenza di altro reato, con queste accuse la procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Tre capi pesantissimi che lo porterebbero dritto di fronte al Tribunale collegiale. Ma a pesare a favore di Diego Feltrin ci sarebbe la condotta sia precedente alla morte del piccolo che successiva: una persona incensurata, che mai aveva avuto problemi con la giustizia per droga, e che anche dopo quella tragedia avrebbe avuto una condotta irreprensibile. Fattori che saranno documentati nella prossima udienza con carte, che porterebbero poi alla caduta dell’accusa di spaccio e morte come conseguenza di altro reato, consentendo la sentenza di patteggiamento di due anni di reclusione.

VERSO IL PATTEGGIAMENTO

Ieri in aula c’è stato un ulteriore confronto su questi temi con il giudice per l’udienza preliminare e le parole di difensore e pm. Si è concluso con il rinvio al primo febbraio per produrre la documentazione necessaria per provare quanto sostenuto e formalizzare quindi l’accordo e la conclusione della vicenda con la lettura della sentenza di due anni di reclusione con condizionale. Si chiuderebbe così una vicenda che ha scosso l’Italia intera: quella della morte di Nicolò avvenuta, come recita l’accusa per «intossicazione acuta da sostanza ad azione psicotropa a seguito di indigestione di hashish». Da brividi quanto ricostruito dalla Procura: quella droga l’avrebbe somministrata il padre. L’avrebbe mescolata nel ragù della pastasciutta data da mangiare al bimbo «verosimilmente - scrive il pm - allo scopo di farlo stare tranquillo e di addormentarlo». Dalla consulenza della procura di Belluno eseguita dal medico legale dottor Antonello Cirnelli di Portugruaro (Venezia), che ha lavorato con la dottoressa Donata Favretto, tossicologa di Medicina Legale di Padova, era emerso che il piccolo nella sua breve vita sarebbe stato cronicamente esposto a tanti tipi di droghe in quella casa di Codissago.

Nel corpicino non c’erano solo elevatissime e letali dosi di hashish, ma anche tracce di cocaina, eroina e metadone. L’hashish era stata ritrovato, in basse quantità, in tutta la casa. 

Ultimo aggiornamento: 17:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci