Aggressione in carcere, detenuto prende a calci e pugni due agenti

Giovedì 6 Ottobre 2022 di Giovanni Longhi
Aggressione in carcere, detenuto prende a calci e pugni due agenti

BELLUNO - Uno scatto d'ira improvviso, imprevedibile: ha aggredito con pugni e calci i due agenti della polizia penitenziaria che in quel momento si trovavano al Baldenich nel corridoio del carcere dove vengono sorvegliati i detenuti con problemi psichiatrici. È scattato l'allarme e in pochi minuti nel corridoio sono intervenuti i colleghi degli agenti aggrediti che hanno immobilizzato il detenuto, riportandolo alla calma, e prestato i primi soccorsi ai feriti.


LA DENUNCIA
I due agenti sono stati accompagnati al pronto soccorso dell'ospedale San Martino e il medico di turno li ha giudicati guaribili in cinque giorni.

Non è il primo episodio del genere che si verifica al Baldenich, anche in passato si erano verificate colluttazioni tra agenti e detenuti. La situazione tuttavia è peggiorata quando al Baldenich è stato aperto un reparto per persone con disturbi psichiatrici. «In passato erano sempre in servizio due infermieri che potevano intervenire in tempi rapidi nel caso in cui si verificassero aggressioni -spiega Leonardo Angiulli segretario regionale Uspp del Triveneto- ma da quando sono stati tolti, non c'è più questa sorta di mediazione sanitaria e devono intervenire in prima battuta gli agenti con le conseguenze che si sono verificate anche ieri, quando er altro sono stati il primo bersaglio del detenuto».


IL CONTESTO
Ma la situazione è ormai diventata insostenibile, spiega il sindacato. Sempre troppo pochi agenti, una carenza di organico che si aggira intorno al 30 per cento. A Belluno sono in servizio 77 persone, una decina sono in malattia, il personale ha accumulato straordinari non smaltiti per 1690 ore, i giorni di riposo non fruito sono 231. Della sorveglianza ai 10 detenuti con problemi psichiatrici sono incaricati due agenti, una sproporzione numerica che ben rende l'idea della polveriera con cui ha a che fare ogni giorno e ogni notte il personale.
Con questi presupposti e con l'incubo che la sicurezza degli agenti sia in bilico oggi una rappresentanza sindacale si incontra con la direttrice della casa circondariale del Baldenich, Tiziana Paolini per fare il punto della situazione e soprattutto per trovare immediate soluzioni a una situazione potenzialmente esplosiva. Già in precedenza era stata chiesta la chiusura del reparto riservato ai detenuti con patologie psichiatriche, ma l'esito era stato negativo.


LA BATTAGLIA
Sullo sfondo il taglio del 30 per cento al personale imposto dalla riforma Madia e impugnata dalle organizzazioni sindacali. Il Consiglio di Stato ha accolto le obiezioni annullando di fatto quelle sforbiciate eseguite solo in nome del risparmio per l'erario. Ma l'effettiva restituzione delle condizioni precedenti alla riforma resta una chimera, bloccata da ulteriori pastoie procedurali ancora in fase di svolgimento.


L'APPELLO
La segreteria regionale Uspp del Triveneto, in una nota conferma l'aggressione ai danni di due agenti di Polizia Penitenziaria con prognosi di cinque giorni ciascuno, aggressione consumata da parte di un detenuto di difficile adattamento e affetto da patologie legate al disturbo della personalità nel reparto articolazione tutela salute mentale. Nel passato detenuti con patologie analoghe erano ristretti negli ospedali psichiatrici, gestiti dagli operatori sanitari dove la Polizia Penitenziaria svolge solo compiti di sicurezza. L'utente di oggi (ieri) ha aggredito i due agenti con calci e pugni. L'aggressione agli operatori della sicurezza della Polizia Penitenziaria -prosegue la nota- sarebbe da equiparare come un attacco allo Stato italiano. Oggi più che mai occorre la riforma del Corpo della Polizia Penitenziaria nonché del regolamento di esecuzione della pena inasprendo le regole più rigide per chi aggredisce uomini dello Stato; occorre altresì dotare la Polizia Penitenziaria di taser per evitare fatti analoghi. La Polizia Penitenziaria paga a caro prezzo la situazione, facciamo un appello a tutti, Ministro della Giustizia, Capo dello Stato, politici: che il personale possa lavorare in totale sicurezza avendo dalla sua parte i rappresentanti dello Stato. Non è più accettabile subire aggressioni, si tratta di questioni non più rinviabili. Infine -conclude il documento- auspichiamo che l'amministrazione centrale intervenga con adeguate ed urgenti provvedimenti individuando le giuste soluzioni e assumendo le dovute iniziative per garantire ed assicurare l'incolumità per gli uomini in servizio all'interno dei penitenziari Italiani.

 

Ultimo aggiornamento: 10:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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