PRAVISDOMINI - Mikele Tatani è uscito dal coma, è sveglio, quindi in grado di sostenere il processo che lo vede imputato di omicidio stradale.
Restano invece aperte le altre due perizie, per le quali sono stati nominati i relativi consulenti. Il secondo accertamento tecnico ha come oggetto i telefoni cellulari, posti sotto sequestro, in uso ai due indagati. Quello che il magistrato vuole appurare è, infatti, se Tatani e l'amico Gezim Qerosi li stessero usando al momento dell’impatto. Poi ci sarà una terza perizia, quella cinematica, cruciale per disegnare gli esatti contorni dell’incidente mortale. In particolare dovrà essere chiarito il ruolo giocato dalla Polo, guidata da Qerosi, in quella tragica notte di Gorgo al Monticano.
La ricostruzione: cosa è successo la notte del 4 marzo
I fatti risalgono alla notte dello scorso sabato 4 marzo, quando per una folle corsa a 140 chilometri all'ora, con sorpasso, perdono la vita due giovani ragazze. Le due auto si sarebbero toccate nel momento in cui la potente Bmw, del padre di Mikele, ha sorpassato la Polo e l’ha urtata. Contatto avvenuto prima che la vettura di Tatani impattasse contro il platano. Un terribile fine corsa, a folle velocità, che ha decretato la morte immediata delle due amiche.
Al volante della Bmw 420, Mikele Tatani, con lui viaggiavano la fidanzata Eralda Spahillari, 19enne di Ponte di Piave, Barbara Brotto, 17 anni, di Oderzo, morte sul colpo, e l'amico Daniel Castelli, 18enne di Motta di Livenza, rimasto gravemente ferito. Nell'altra macchina, una Polo, Gezim Qerosi, di Annone Veneto, insieme ad altri ragazzi, che ora rischiano anche l'imputazione per omissione di soccorso. Sono stati loro a dare l’allarme. A inviare i soccorsi in via Sant’Antonino, a Gorgo al Monticano, poi, però, se ne sono andati.