TREVISO - C'è una svolta nelle indagini sull'incidente di Gorgo di Monticano costato la vita sabato notte a due ragazze, a bordo di una Bmw finita contro un platano. Il conducente 19enne della vettura, e l'amico, coetaneo, che guidava l'altra auto sulla scena dello schianto, una Volkswagen Polo, sono indagati dalla Procura di Treviso per omicidio stradale. Nei confronti del secondo si ipotizzerebbe anche l'omesso soccorso; perché l'utilitaria, su cui si trovavano 4 giovani, dopo aver dato l'allarme si è allontanata dal luogo dello scontro. Erano stati i Carabinieri a rintracciare più tardi il conducente, già tornato a casa, e gli altri tre, testimoni cruciali di quanto era successo. I due ragazzi e una ragazza che erano a bordo dell'utilitaria hanno chiamato i soccorsi e sono scappati, presi forse dal panico o dallo choc. O dalla paura di finire nei guai. Mentre gli altri quattro erano intrappolati tra le lamiere. I vigili del fuoco avrebbero poi estratto due corpi senza vita, quelli di Barbara Brotto, 17enne di Oderzo e di Eralda Spahillari, 19enne di Ponte di Piave, morte sul colpo. E due feriti gravissimi, i rispettivi fidanzati: Daniel Castelli, 18enne di Motta di Livenza e Mikele Tatani, 19enne di Pravisdomini, che guidava la Bmw.
La dinamica dello schianto a Gorgo
Intanto si va chiarendo la dinamica della tragedia, in cui sono morte Eralda e Barbara. La potente Bmw 420 di colore nero il 19enne al volante - tuttora in terapia intensiva a Treviso - l'aveva avuta in prestito dal padre. Il giovane, che abita a Pravisdomini (Pordenone), secondo le ipotesi più verosimili, avrebbe perso il controllo della vettura dopo aver urtato la Polo su cui viaggiavano i 4 amici, nel corso di un tentativo di sorpasso.
Alcoltest solo ore dopo l'incidente
Gli esami tossicologici e alcolimetrici sul guidatore della Polo sono stati effettuati soltanto varie ore dopo la tragedia, quando il ragazzo è stato rintracciato nella sua abitazione in un paese ad alcuni chilometri dal luogo dell'incidente. La Procura di Treviso disporrà nelle prossime ore una perizia tecnica, affidata ad un esperto, per ricostruire l'esatta dinamica del sinistro, cui non si può risalire - spiega una fonte - solo attraverso i rilievi effettuati sulla strada dalle forze dell'ordine, o le testimonianze di chi transitava in quel tratto di strada, un rettifilo che porta da Motta di Livenza a Godega Sant'Urbano.
L'inchiesta
La Procura dovrà capire perché i ragazzi non siano rimasti sul luogo dell'incidente. E chiarire se abbiano scelto di andarsene consapevolmente, perché sapevano di aver fatto qualcosa che non avrebbero potuto, oppure soltanto perché sicuri di aver compiuto il loro dovere avvisando i soccorsi. Commettendo, in sostanza, una leggerezza che la legge potrebbe non scusare. Intanto il sostituto procuratore Gabriella Cama ha aperto un fascicolo d'inchiesta per duplice omicidio stradale: sul registro degli indagati i nomi di Tatani e Qerosi. Per stabilire la dinamica la Procura disporrà sicuramente una consulenza tecnica. I carabinieri di Conegliano, che stanno seguendo le indagini, stanno cercando anche altri testimoni oculari per ricostruire il disastro stradale.
Il video
Come accade spesso in queste tragedie, lascia senza parole un video che Barbara Brotto, una delle vittime, aveva pubblicato solo due giorni prima su Tik Tok, per raccomandare al fidanzato di andar piano in macchina: «non c'è bisogno di correre, sai?», scriveva la 17enne, immaginando una storia nella quale loro due sono a bordo di un'automobilina blu, che sta per sorpassarne un'altra. «Come va piano questo, spicciati! abbaglianti», dice il fidanzato; «non c'è bisogno di correre, sai?», risponde lei, che poi, di fronte ad altre peripezie dell'automobilina, esclama: «mamma mia, che paura».
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