Caro affitti, prof e maestri scappano altrove: sempre più insegnanti scelgono di evitare la provincia di Treviso

Domenica 4 Giugno 2023 di Mauro Favaro
Caro affitti, prof e maestri scappano altrove (foto Unsplash Note Thanun)

TREVISO - Sono sempre di più gli insegnanti del sud che scelgono di non venire a lavorare nelle scuole della Marca per la mancanza di appartamenti in affitto a prezzi accessibili. In dieci anni le richieste sono diminuite del 15%. Una volta il trasferimento era ambito, se non altro per la maggiore disponibilità di cattedre. Adesso non è più così. Da una parte servono docenti specializzati. Dall’altra, però, spostarsi non conviene più. «Il problema della casa riguarda anche i docenti. Sarebbe necessario mettere a disposizione almeno 200 alloggi ad affitto calmierato, soprattutto nelle città di riferimento – spiega Giuseppe Morgante della Uil Scuola di Treviso – persone che prendono meno di 1.500 euro al mese faticano a trasferirsi dovendo far fronte ad affitti da 700 euro al mese, senza contare gli allacciamenti, le bollette e tutte le altre spese». Così la quota di docenti provenienti dal centro-sud Italia iscritti nella graduatoria provinciale per le supplenze, come confermano dalla Uil, è scesa dal 50% di dieci anni fa a meno del 36%.

Le prospettive e i nodi

«E continua a diminuire di anno in anno – dice il sindacalista – perché a fronte dei costi nella Marca, i docenti preferiscono fare anche pochi mesi di supplenza all’anno nella loro zona. È comunque più conveniente». Non sarebbe un problema se nel trevigiano non ci fosse bisogno di docenti specializzati. «Invece senza queste persone – nota Morgante – la prospettiva in questo territorio è di continuare ad affidare incarichi nelle scuole a insegnanti che non hanno i titoli necessari»Quest’ultimo nodo è generale. Ma emerge in modo evidente alle elementari. Soprattutto per quanto riguarda il sostegno agli alunni con disabilità. «Qui la disponibilità di docenti è inferiore al numero di posti da coprire – continua il sindacalista – è inevitabile, dato che il corso di laurea in Scienze della formazione primaria è a numero chiuso. E così, senza l’arrivo di un numero sufficiente di insegnanti, non resta che coprire i buchi con le Mad (messe a disposizione, cioè persone che portano il loro curriculum direttamente nelle scuole, ndr) assegnando incarichi a chi in realtà non ha i titoli per fare il sostegno».

Le cifre

Le cifre non sono banali. Nella Marca si contano poco più di 9mila docenti: quasi 3mila alle elementari, 2mila alle medie e circa 3.500 alle superiori, più la scuola dell’infanzia. E quasi un terzo delle cattedre è coperto da supplenti precari, con contratti a tempo determinato. La denatalità non ha ancora inciso troppo sugli organici. C’è stato un assestamento, ma il numero delle classi, pur meno affollate, è rimasto sostanzialmente in linea con gli anni precedenti. Perché è vero che a settembre ci saranno 1.363 alunni e studenti in meno nelle scuole della Marca (738 in meno alle elementari, 104 in meno alle medie e 529 in meno alle superiori, per un totale che scenderà da oltre 105.500 a poco più di 104.300 ragazzi) ma è anche vero che si è fatto tutto il possibile per non tagliare classi. In una ventina di casi anche autorizzando in deroga la formazione di prime con meno di 15 iscritti, limite minimo. In tutto ciò, di contro, aumenterà proprio il numero di alunni con disabilità, spesso grave. A settembre ce ne saranno 71 in più nelle scuole trevigiane rispetto ad oggi. E per questo ci si attende l’assegnazione di un centinaio di posti in più proprio nell’ambito del sostegno. «Anche il prossimo anno ci saranno tra i 2.700 e i 2.800 supplenti annuali – tira le fila Morgante – non se ne esce perché il problema non viene risolto tramite le immissioni in ruolo. È stato annunciato un nuovo concorso per stabilizzare gli insegnanti che hanno già tre anni di servizio. Visti i tempi, però, è impossibile pensare che le operazioni terminino prima di settembre. Senza graduatorie stabili, si continua a tenere la gente nel precariato perché costa di meno. Non c’è altra spiegazione».

Ultimo aggiornamento: 11:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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