Nuovo rogo al campo nomadi: è scontro diretto con il Comune

Venerdì 10 Giugno 2022 di Alessia Pilotto
Incendio al campo nomadi

UDINE - Il campo nomadi di via Monte Sei Busi è di nuovo al centro della cronaca: questa volta per un rogo, scoppiato nella notte tra mercoledì e giovedì, 9 giugno, che arriva ad una settimana esatta dall'ultimo, registrato il primo giugno. Dopo le segnalazioni, sul posto è intervenuta una squadra dei Vigili del fuoco di Udine. I fumi, dall'odore di plastica bruciata, hanno raggiunto le abitazioni di Paderno e Beivars, dove i cittadini si sono chiusi in casa serrando le finestre per evitare che entrasse nelle stanze la puzza causata dagli pneumatici bruciati.

Tra i residenti, nel frattempo, cresce il malcontento per questi episodi e non manca chi li associa a una crescente tensione tra gli abitanti dell'insediamento e l'amministrazione comunale: una sorta di messaggio diretto a Palazzo D'Aronco, insomma, dopo le prese di posizione sull'affaire dell'acqua e le dure parole dell'assessore alla sicurezza Alessandro Ciani in merito ai recenti fatti accaduti.

L'ESCALATION
Che si tratti di un'escalation o che sia una coincidenza, comunque, in meno di dieci giorni si sono verificati diversi spiacevoli episodi, a cominciare da mercoledì scorso, quando gli stessi vigili hanno lavorato tre ore per spegnere un incendio scoppiato nell'area demaniale (in fiamme un cumulo di rifiuti); il giorno successivo era invece stato manomesso il limitatore che il Comune e il Cafc avevano installato per ridurre la portata dell'acqua al campo a 200 litri giornalieri a persona (dopo che a febbraio si era registrato un consumo abnorme, arrivato a 100 mila litri al giorno). Non solo: in quell'occasione era anche stato dato fuoco al palo che sorregge la telecamera di videosorveglianza e l'assessore Ciani ha poi riportato che, dopo l'intervento della Polizia locale, agenti e personale del Comune sarebbero stati aggrediti: «Questi rom non l'avranno vinta!» aveva tuonato l'assessore, che ha fatto ripristinare il riduttore dell'acqua e ha annunciato una soluzione definitiva, con la saldatura del pozzetto che sarà quindi reso inaccessibile.

TENSIONI
Infine, l'incendio dell'altro ieri. Una successione che a quanto pare ha fatto estremamente arrabbiare Palazzo D'Aronco, che non vede di buon occhio l'insediamento di via Monte Sei Busi e non l'ha mai nascosto. Sarà da vedere se l'amministrazione troverà il modo di affrontare la situazione, che rischia di innescare nuove tensioni, come già traspare dai commenti sui social lasciati da diversi cittadini (che, nei casi migliori, propongono il foglio di via), e ricordano al Comune che era stata promessa la risoluzione del problema. Certo è che la peculiarità del contesto rende decisamente complesso trovare una via percorribile, tra i limiti di competenza e il fatto che il campo nomadi sorga su un'area di proprietà del Demanio, con cui il Municipio non è mai riuscito a trovare un compromesso.

LA CRITICA
Sulla questione interviene invece il capogruppo di Innovare, Federico Pirone, che critica l'approccio della giunta Fontanini: «È chiaro che gli incendi non sono accettabili - ha detto -, ed è comprensibile la preoccupazione della popolazione, ma questa amministrazione non ha lavorato per risolvere il problema. Le persone giustamente si attendono che gli incendi non accadano più, ma la politica non è uno show muscolare: forse, con un atteggiamento più di buon senso e dialogante, si poteva abbassare la temperatura e ottenere qualcosa di diverso; il risultato, invece, è che la situazione oggi è peggiore di prima. C'è stata molta inesperienza nell'affrontare il tema. Rimangono quindi sul piatto le richieste dei cittadini e la questione della dignità di quel luogo e dei rom: il percorso corretto era rendere quel campo meno marginale e i suoi abitanti meno marginalizzati».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci