UDINE - Palazzo D'Aronco e Cafc hanno trovato la soluzione per il consumo abnorme di acqua al campo nomadi di via Monte Sei Busi: per evitare gli sprechi, sarà installato un limitatore.
IL SINDACO
«Tagliamo la testa al toro in premessa: non ho mai detto che voglio togliere la fornitura dell'acqua ha specificato Pietro Fontanini ieri dopo l'incontro con il direttore del Cafc, Massimo Battiston -. Ma è un mio dovere imprimere un giro di vite molto severo ai rubinetti. Come possiamo tollerare che 40-45 persone consumino 100mila litri di acqua al giorno? Con 10mila litri al giorno siamo ampiamente oltre alla quota ragionevole stimata dal Cafc», ha detto Fontanini, che ha avuto parole dure verso «chi difende gli sprechi».
Sulla vicenda era intervenuto a suo tempo il capogruppo di Innovare, Federico Pirone, dicendo che «staccare l'acqua al campo nomadi è disumano, è qualcosa che va contro ciò che prevede la nostra Costituzione».
PERDITE
«Il Consorzio ha spiegato Fontanini -, farà un'ispezione per individuare le perdite, visto che è ormai acclarato che la ragione principale di questi consumi risiede nelle tubature fatiscenti. A quel punto, sposteremo il pozzetto su superficie comunale e lo doteremo di un limitatore. Non solo: per chi chiedesse di consumare una quota ulteriore di acqua, potremo intestare il contatore alla singola utenza. Ognuno paghi l'acqua che consuma, come tutti. Serviranno non più di 10-15 giorni per fare quanto descritto. Lo scorso anno il Comune ha pagato 26mila euro per l'acqua del campo nomadi (la spesa per la piscina di via Pradamano è di 15 mila euro annui, ndr). Non siamo disposti a continuare a pagare conti del genere. La quota vitale di acqua è stimata in 50 litri al giorno a persona: obiettivamente, una cifra molto bassa. Il Cafc ha stabilito una soglia di 200 litri al giorno: basta fare due calcoli per capire che gli attuali consumi sono irragionevoli. L'acqua non si spreca. Si usa in modo corretto e si paga».