Voto in condotta, studenti rimandati con il 6 e bocciati con il 5. Valditara: «E peserà sulla maturità»

Venerdì 30 Giugno 2023 di Andrea Bulleri
Voto in condotta, studenti rimandati con il 6 e bocciati con il 5

Il voto in condotta peserà sull'esito dell'esame di maturità. E chi non riuscirà a strappare più della sufficienza, si troverà in pagella un debito da recuperare a settembre. Mentre per prendere cinque (e quindi, dover ripetere l'anno) basterà aver violato ripetutamente le regole di istituto, non per forza aver commesso reati o violenze gravi come avviene oggi. Giuseppe Valditara, ministro dell'Istruzione e del Merito, ha in serbo una svolta per le scuole medie e superiori. Obiettivo: far pesare di più il comportamento nelle carriere degli studenti. Per favorire una scuola che «promuova la cultura del rispetto» e «contrasti il bullismo».

E soprattutto, evitare nuovi casi come quello di Rovigo, con gli studenti che hanno aggredito la loro prof di scienze a colpi di pistola a pallini e poi si sono visti promuovere a pieni voti.


ESAME DI STATO


Ecco perché la valutazione sul comportamento, ha stabilito Valditara, dovrà incidere di più anche sulla maturità. Oggi il voto in condotta fa media con le altre materie, come si trattasse di una disciplina qualunque: in base alla riforma a cui sta lavorando il ministro, invece, diventerà determinante per l'ammissione all'esame di Stato. Mentre per ottenere il massimo dei crediti sarà imprescindibile una valutazione alta. E se il giudizio sul comportamento verrà ripristinata anche alle scuole medie, dove mancava dal 2017 (sarà espresso in decimi e farà media), alle superiori non basterà più un semplice 6 per dirsi promossi. Perché un comportamento giudicato appena sufficiente farà scattare un debito in educazione civica: lo studente, insomma, verrà rimandato a settembre. E dovrà sostenere una verifica «avente ad oggetto i valori costituzionali e di cittadinanza».
Con il 5 invece scatterà la bocciatura, come avviene già oggi. Ma i ragazzi dovranno fare più attenzione. Perché se con la normativa attuale (che secondo il ministero presenta «varie criticità e ambiguità») l'insufficienza in condotta arrivava soltanto in casi di violenza gravi o addirittura reati , d'ora in avanti per essere bocciati basterà aver compiuto «gravi e reiterate violazioni» al regolamento d'istituto. Magari anche all'inizio dell'anno scolastico, dal momento che la valutazione finale dovrà tener conto sia del primo che del secondo quadrimestre.
Linea dura, insomma. Per «ripristinare la cultura del rispetto» spesso dimenticata, a giudicare dai tanti episodi di bullismo e violenze che quasi sempre finiscono sui social e «contribuire ad affermare l'autorevolezza dei docenti, riportando serenità nelle nostre scuole». Nel pieno rispetto, si precisa da viale Trastevere, dell'autonomia scolastica: ogni decisione sarà presa dai singoli consigli di classe.


SOSPENSIONI


Ma a cambiare saranno anche le sospensioni. Misura che, secondo il Mim, si rivela «del tutto inefficace, anzi dannosa» se intesa come semplice allontanamento dalla scuola. Ecco perché in caso di sospensione fino a due giorni lo studente sarà coinvolto in attività extra di «riflessione e approfondimento», secondo il mantra «più scuola, più impegno e più studio». Mentre in caso di stop superiore ai due giorni scatteranno attività di «cittadinanza solidale» presso strutture convenzionate. Se necessario, anche per un periodo più lungo.
Un pacchetto di misure che si spiega dal ministero entrerà a far parte di un disegno di legge in via di presentazione. Con l'obiettivo di veder approvate le nuove regole nel giro di qualche mese. Dopo il caso di Rovigo, ha commentato Valditara, «ritengo che aver dato un segnale di inversione di tendenza, di rigore e di serietà, sia importante per quei tanti docenti e dirigenti scolastici che tutti i giorni fanno con grande dedizione il lavoro più bello del mondo, quello che dà il futuro ai nostri giovani».

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Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 11:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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