Al Viola scoppia la rabbia dei genitori: «Perché 8 in condotta a mio figlio e non a chi ha sparato alla docente?» Video

Domenica 25 Giugno 2023 di Luca Gigli - Roberta Paulon
L'Itis Viola di Rovigo, nella bufera da ottobre scorso

ROVIGO - L’Itis Viola Marchesini di Rovigo è sempre nell’occhio del ciclone. La scuola dove si sono verificati gli spari alla professoressa Maria Cristina Finatti, in questi giorni sta affrontando una nuova ispezione ministeriale sulla classe; ma ora deve far fronte anche alla rabbia dei genitori di ragazzi di altre classi bocciati o anche “solo” penalizzati nel voto finale in condotta. «Perché mio figlio ha preso 8 in condotta e i ragazzi che hanno sparato alla docente 9?», è sostanzialmente la domanda che arriva ai docenti di altre classi.

Le famiglie rifiutano che i loro figli possano essere stati giudicati più severamente rispetto ai responsabili dei fatti occorsi nell’ottobre scorso. Viene percepito come fortemente ingiusto un brutto voto in condotta dovuto a qualche eccesso di vivacità adolescenziale, non paragonabile ad aver sparato pallini di gomma alla testa e al volto di un’insegnante.


All’interno dell’istituto è quindi sotto esame il ruolo dei docenti e la loro capacità di valutazione, che viene messa in discussione per il continuo paragone con le azioni ben note immortalate nel video realizzato dagli studenti stessi. «È scoppiata una sorta di bomba sociale», utilizzando le parole dell’avvocato Tosca Sambinello, una dei legali che assistono Maria Cristina Finatti. «In questi giorni la professoressa sta ricevendo attestazioni di solidarietà da parte di colleghi, soprattutto di altre scuole, attoniti rispetto alle decisioni prese in sede di scrutinio nonostante i gravi fatti accaduti».


Confermata, da parte dei legali, la volontà di richiedere l’accesso agli atti per conoscere le motivazioni delle scelte fatte dai colleghi. Fino a oggi la professoressa Finatti ha volutamente rifiutato la possibilità di un trasferimento ad altro istituto anche quando si è presentata l’opportunità. «Perché scappare?», ha detto ai propri avvocati. «Io resto in quella scuola - conferma proprio Maria Cristina Finatti - non voglio spostarmi, voglio continuare il mio lavoro come ho sempre fatto».


La docente ha accolto con soddisfazione la notizia dell’ispezione ordinata dal ministro Giuseppe Valditara che vuole comprendere il motivo degli alti voti in condotta attribuiti a stuydenti responsabili di un gesto così grave: «Speriamo bene - commenta la professoressa Finatti -, vedremo quel che accadrà con l’ispezione, le decisioni che saranno assunte. Ho sempre l’impressione che a scuola si tenda a cancellare quel che è accaduto. Certo si può sbagliare, ma bisogna saper soffrire per i propri errori e accettarne le conseguenze: invece questi ragazzi quasi si vedono premiare. Piuttosto, è necessario sempre avere rispetto per le persone, i ragazzi devono rendersi conto di quello che hanno fatto: ho faticato nella mia vita per avere un posto da insegnante e in pochi secondi si distrugge tutto. Non si può insabbiare tutto».


Finatti è amareggiata anche dai comportamenti delle famiglie, in un rapporto scuola-genitori che è più difficile che in passato al di là di questa vicenda. «C’è poca considerazione in genere verso gli insegnanti, siamo quasi maltrattati, stanno sempre a favore dei ragazzi. La funzione del docente è importante, se dà un brutto voto non è un problema, si studia e si rimedia, non va bene andare a lamentarsi».


L’insegnante colpita aveva nove classi, sono state ridotte a sei e ha sviluppato altri progetti «come un giornalino web che curavo, con articoli degli studenti: è stata una bella cosa», però non ha più potuto sapere quanto accadeva nella classe dove era accaduto il fatto. «Nel primo quadrimestre so che i voti in condotta erano bassi, non saprei dire quanto sia stato deciso nel secondo. Ma a scuola in passato ci sono stati anche dei 6 in condotta, non si viene bocciati perché ci vuole il 5, però sono stati dati: vuol dire che si sarebbe potuto fare anche adesso». E a questo punto sarebbe opportuno capire con quali motivazioni altri ragazzi sono stati “stangati”: è forse successo di peggio che colpi di pistola contro un’insegnante?

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Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 07:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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