Rovigo. Promossi dopo i pallini alla prof, il mondo della scuola: «Il consiglio di classe decide, non la piazza»

Politica, sindacati, presidi non commentano in alcun modo la scelta di promuovere i ragazzi che hanno sparato pallini a una docente e hanno filmato tutto

Venerdì 23 Giugno 2023 di Elisa Barion
L'Itis Viola

ROVIGO - Lo scorso ottobre, poche settimane dopo l'inizio dell'anno scolastico, avevano sparato alla docente di scienze Maria Cristina Finatti durante una lezione in classe, avevano ripreso il misfatto con un cellulare e avevano fatto circolare il video. L'anno scolastico ora è terminato e i ragazzi coinvolti sono stati promossi, con buon voto in condotta. Nessuna battuta d'arresto nel percorso scolastico dei giovanissimi che avevano fatto parlare di loro poco più di otto mesi fa. L'episodio è avvenuto tra i banchi di una classe prima, con studenti appena entrati nel mondo della scuola superiore, all'Itis Viola. Che i ragazzi siano stati promossi e con una media di voti piuttosto alta, condotta compresa, non sembra, però, un fatto eclatante. Anzi, la decisione di far progredire il percorso scolastico sembra un fatto talmente delicato che crea perfino qualche difficoltà a valutarlo. Questo, almeno, è quanto emerge dai commenti. Uno di questi è quello del sindaco Edoardo Gaffeo docente universitario: «Non posso sostituirmi al collegio docenti e non ho elementi per valutare» il fatto. Più o meno quanto esprime l'assessore all'Istruzione Benedetta Bagatin: «Non entro nel merito delle decisioni prese dalla scuola e mi auguro che ci sia stata una riflessione profonda su quanto accaduto.

Vista la delicatezza della vicenda, ritengo che ogni commento possa essere fuori luogo».

Il mondo della scuola

Stefania Botton, segretaria territoriale della Cisl Padova Rovigo che il mondo della scuola lo conosce bene dato che per anni è stata segretaria della Cisl scuola, spiega: «Credo che dall'esterno sia difficile fare valutazioni, ma credo anche che l'istituto abbia messo in atto tutte le procedure per farsi carico della vicenda e fare in modo che questi ragazzi abbiano potuto avviare un percorso adeguato a riconsiderare il gesto fatto. Da quello che so, credo abbiano fatto un percorso di pubblica utilità, svolgendo dei lavori all'interno della scuola, ma lascio la valutazione rispetto alla promozione e ai loro voti, al personale docente e alla dirigente, che sono gli unici in grado di esprimersi sul percorso scolastico. Da parte mia non c'è alcuna volontà di fare dei commenti in positivo, né in negativo, perché solo gli insegnanti possono dare dei giudizi ed esprimersi. A noi, invece, non è dato esprimere opinioni. Personalmente uno può essere più o meno d'accordo, ma non credo sia corretto esprimerlo». Il commento di Virgilio Santato, per anni preside del liceo scientifico Paleocapa, contribuisce a fare un po' di ordine su competenze e professionalità. «Prescindo dal fatto specifico e parlo in generale, ma quello che dico trova applicazione anche in questa vicenda. La competenza e la valutazione del profitto e della condotta è in capo all'insegnante, attraverso una proposta motivata, poi al consiglio di classe. Non della piazza o di chi si voglia. Se vogliamo rispettare la scuola e il lavoro degli stessi insegnanti, bisogna prendere atto del loro lavoro, delle loro competenze e delle loro responsabilità, e il consiglio di classe è l'unico organismo deputato poi a decidere. Per essere chiari: non vedo la ragione di polemizzare se un medico mi fa una diagnosi invece di un'altra. A maggior ragione, questo deve avvenire in una situazione in cui la formazione e la scuola sono così importanti e si chiede ai genitori di collaborare. Perché la loro presenza deve essere costruttiva, ma rispettosa dei ruoli. Quindi è compito solo degli insegnanti prendere delle decisioni, neanche del ministro». 

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