Alpago. Giovane Oss afghano cacciato in Germania, l'appello del Comitato Sanità alle istituzioni: «Legge assurda, Madhi deve restare»

Venerdì 29 Marzo 2024 di Daniela De Donà
Madhi, il giovane Oss

ALPAGO (BELLUNO) - Un paradosso che non ha lasciato indifferenti. La vicenda di Madhi Ahmadi, operatore socio sanitario di origine afgana, non rimane chiusa tra le mura della Casa di riposo “Don Gino Ceccon” di Santa Croce del Lago, Comune di Alpago. Anzi. La rete “Giù le mani dalla Sanità Bellunese”, lancia in resta, esprime il suo “disappunto” e chiede alle istituzioni “di interessarsi al caso con sollecitudine”. Lo fa scrivendo non solo a Questura e Prefettura di Belluno, ma anche all'Ambasciata d'Italia in Germania e, a Venezia, al console onorario della Repubblica di Germania.

LO STUPORE

Ma non è solo la Rete ad essere rimasta basita da una trama che pare uscita dal teatro dell'assurdo: «Sono in tanti a condividere il nostro pensiero – riferiscono da “Giù le mani dalla Sanità bellunese" - vi è anche Emergency e Mediterranea Belluno, oltre alle tantissime singole persone che si schierano in difesa del giovane».

Madhi, 31 anni, è arrivato in Italia sei anni fa. Da tre lavora nella Casa di riposo, apprezzato da tutti. Prima ha fatto l'addetto alle pulizie, poi, studiando, è stato assunto come Oss. Parla l'italiano e capisce il dialetto. I carabinieri lo chiamano se c'è bisogno di una traduzione pashto-italiano. Non ha mai mollato, fiducioso. Desideroso di rimanere in Alpago. Ma quattro giorni fa ecco la doccia fredda: sarà espatriato appena dopo Pasqua. Dovrà tornare in Germania, il Paese di arrivo da profugo. La levata di scudi in sua difesa sta tutta nel documento inviato da “Giù le mani dalla Sanità bellunese”: «Tre anni di integrazione e la cura degli anziani sembrano cancellarsi in un attimo, facendo tornare nel buco nero questo giovane e lasciando sbigottita una intera comunità. Con i suoi 31 anni dovrebbe lasciare l’Italia, l’Alpago e il suo prezioso lavoro, per fare ritorno in Germania in base alla Convenzione di Dublino che lo ha visto “approdare” in questa nazione europea prima di arrivare in Italia». La storia di Madhi, che ha lasciato la sua famiglia per cercare una vita migliore, si scontra, tra l'altro, con il fabbisogno evidente di personale nelle case di riposo: «In Veneto mancano 3500 Oss e 2000 infermieri – precisano dalla Rete - anche uno solo di loro che, per cavilli burocratici, se ne va, crea una situazione di crisi nell’assistenza dei malati e delle persone anziane. Non si può guardare da una parte alla “riesumazione” di personale Oss che, non avendo superato i test finali potrebbe rientrare in lista con un esame riparativo , e dall’altra lasciare andare via, controvoglia peraltro, un giovane che si è impegnato ed ha superato tutte le difficoltà proprie, venendo dall’estero, di lingua, di comprensione dei testi e superamento degli esami importanti per diventare Oss. Non parliamo poi di quanto sia amato e stimato sul luogo di lavoro e nel piccolo paese in cui vive». 

LA POLITICA

A dire la sua è anche la consigliera regionale de “Il Veneto che vogliamo”, Elena Ostanel: «Un caso che ha dell'assurdo», è la premessa. Poi il commento: «Non possiamo continuare a dirci che l’immigrazione è un problema e poi decidere di non gestirlo. La politica non ha mai avuto il coraggio di riformare seriamente le normative sull'immigrazione, sia a livello nazionale che comunitario e a pagarne le spese sono sempre, e soprattutto, le persone che migrano le comunità che le ospitano. Chi si candida in Europa sa che di fronte ha una prima priorità da dover affrontare, la riforma delle regole di Dublino, per rendere accessibile un diritto umano e sostenere gli Stati nella gestione di una questione epocale».

Ultimo aggiornamento: 17:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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