Quale sarà l'energia nel Veneto del futuro? ​Pannelli, acqua, idrogeno: fra 6 anni il 43% arriverà da fonti rinnovabili

Il piano da 7 miliardi di euro per ridurre le emissioni di CO2 entro il 2030

Mercoledì 10 Aprile 2024 di Alda Vanzan
Energie rinnovabili - Foto di IgorKocka da Pixabay

Dimentichiamoci l'eolico: «In Veneto non c'è vento». Scordiamoci, per ora, il nucleare: «Non c'è la norma che lo consenta». Tralasciamo anche l'insostenibilità economica. E qui l'assessore regionale allo Sviluppo energetico Roberto Marcato sfodera uno dei suoi must dialettali: «Non è che possiamo avere el fosso neto e el frigo vodo». Tutto il resto - fotovoltaico, idroelettrico, idrogeno - è spinto al massimo. Così come la riduzione delle emissioni di CO2 e, in genere, il calo dei consumi.

La domanda a questo punto è: come sarà possibile nel 2030, cioè fra sei anni, consumare meno energia e utilizzare prevalentemente quella rinnovabile (come appunto i pannelli)? Siamo sicuri che le famiglie (soprattutto) e le imprese siano in grado di coibentare gli edifici, cambiare le caldaie, sostituire gli infissi? Marcato annuisce: «Nella nuova programmazione abbiamo previsto un capitolo anche per la povertà energetica».

GLI OBIETTIVI
Il documento in questione, approvato ieri mattina dalla giunta regionale del Veneto, si chiama Nper, acronimo di Nuovo Piano Energetico Regionale. Vale 7,3 miliardi di euro (per la precisione 273 milioni da risorse comunitarie, 5,536 milioni dal Pnrr, 1.203 milioni dal riparto comunitario RepowerEU, 226 milioni dallo Stato italiano, 92 milioni dalla Regione Veneto) e la previsione è che avrà un impatto economico da 19,7 miliardi di euro, andando a coinvolgere oltre 107.000 addetti. Gli obiettivi sono ambiziosi: ridurre di 15 milioni le tonnellate di emissioni di CO2 (è come se venissero piantati 148 milioni di nuovi alberi) e far scendere dal 50% al 34% la dipendenza energetica del Veneto. Il che non è facilissimo se si pensa che il Veneto, come ha sottolineato l'assessore Marcato, «ha consumi specifici superiori alla media nazionale per il numero di imprese e il clima» e quindi lo sforzo richiesto per la riduzione dei consumi «è superiore».

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I PRINCIPI
«Quello che ci interessa sottolineare - ha detto il governatore Luca Zaia - è che la transizione energetica in Veneto significherà avere 43% dell'energia da fonti rinnovabili, puntando su idrogeno e fotovoltaico. Una grande sfida e una grande responsabilità». «La matrice che ispira il provvedimento è la sostenibilità che noi intendiamo a tutti i livelli, incluso quello economico, perché senza sostenibilità economica non ci sono né quella ambientale né quella sociale ha detto l'assessore Marcato -. Abbiamo previsto oltre 100 azioni, tra le quali il potenziamento delle infrastrutture energetiche, il trasporto green, interventi nell'ambito dell'efficientamento energetico, sostegno a ricerca e innovazione nel campo della transizione energetica».


Gli obiettivi principali sono l'incremento delle fonti rinnovabili, l'introduzione dell'idrogeno verde (sono previste due "Hydrogen Valley", una a Porto Marghera e una a Padova, dove c'è una delle più importanti facoltà di Ingegneria al mondo), la riduzione appunto della dipendenza energetica del Veneto dal 50% attuale di energia importata a circa il 34% del 2030; la riduzione del 10% rispetto al 2019 del consumo di energia dell'intero sistema veneto al 2030; la riduzione delle emissioni di CO2 per quasi 15 milioni di tonnellate e la riduzione di CO2 nei settori trasporti, civile, agricoltura, rifiuti e piccola industria pari a circa 3,5 milioni di tonnellate, equivalenti a un bosco esteso quanto la provincia di Belluno.


IL PREGRESSO
Il Veneto, ha sottolineato Marcato, non parte da zero. «Avevamo un target europeo da raggiungere al 2020 del 10,3% di produzione di energie rinnovabili; invece chiudiamo con il 17,2%, che è quasi il doppio. Abbiamo il rigassificatore, che non è poca cosa se consideriamo che nel resto del paese non riescono a realizzare questi impianti. Abbiamo sfruttato tutta l'energia idroelettrica possibile e immaginabile, qui non c'è un "salto" che non sia stato usato. Siamo la seconda regione in Italia per impianti fotovoltaici installati, la prima per raccolta differenziata dei rifiuti e quindi la prima per aziende che investono in economia circolare. Siamo stati i primi a fare la legge sul fotovoltaico, tra l'altro in assenza del decreto ministeriale sulle aree idonee, e abbiamo privilegiato i tetti salvaguardando i campi. Ancora: siamo la prima regione ad aver approvato la legge sulle comunità energetiche, abbiamo voluto e ottenuto la Ztls a Porto Marghera e nel Polesine, mentre sull'idrogeno abbiamo costituito Venezia Capitale della Sostenibilità. E non dimentichiamo l'accordo raggiunto con Terna di 1 miliardo di euro per investimenti infrastrutturali in tutta la regione, il che consentirà l'efficientamento energetico».
Ora il piano sarà oggetto di consultazione pubblica prima di essere sottoposto al vaglio del consiglio regionale.

Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 10:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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