Chiusura galleria, Anas scrive ai sindaci ribelli: «Spiace che non collaboriate»

Martedì 15 Febbraio 2022 di Yvonne Toscani
Galleria Comelico
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SANTO STEFANO DI CADORE - Sulla “strada dla val”, considerata da più parti l’alternativa all’ormai prossima chiusura della galleria Comelico e al passo Sant’Antonio, non risulta ancora avviato alcun iter formale di reperimento di fondi o di approvazione dello studio di fattibilità di cui si è appresa l’esistenza da parte dei due Comuni di Santo Stefano ed Auronzo, proprietari dell’arteria. È uno dei punti centrali contenuti nella recente lettera scritta dall’Anas all’Unione montana comeliana, ai sette sindaci interessati (i cinque del comprensorio, più i colleghi della Val d’Ansiei e Sappada). Anas, infatti, si dice pronta a relizzarla, come richiesto dai sindaci, purché reperiscano i fondi e si facciano successivamente carico della gestione.
In vari passaggi si leggono tirate d’orecchi, che non sembrano proprio andare verso la distensione auspicata dal prefetto di Belluno: alle amministrazioni comunali, dalle quali si auspica un contributo più fattivo; alla stampa con i suoi richiami inopportuni; agli “estranei”, che non potranno partecipare al prossimo incontro, aperto esclusivamente agli amministratori locali e ad eventuali tecnici di supporto, formalmente designati. Che si traduce con un invito al neocomitato Galleria Comelico Bis di accomodarsi fuori dalla porta. 
Nelle tre fitte cartelle si dà riscontro all’intervento dei primi cittadini in merito al tavolo di coordinamento della viabilità, la cui prossima seduta è fissata per dopodomani, giovedì, quando, in modalità telematica, si valuteranno le possibili migliorie ai dispositivi di traffico ipotizzati, in esito ai contributi dei vigili del fuoco e della Dolomiti Bus, pensando in particolare all’utenza scolastica e ai mezzi di soccorso. Al centro del muro contro muro, tra Anas e territorio, vi sono i lavori di messa in sicurezza all’interno del tunnel, il cui cantiere aprirà i battenti nel mese di aprile, per 745 giorni, h24. «Spiace dover rimarcare la totale indisponibilità al confronto assunta da parte delle amministrazioni presenti – scrivono Ettore de la Grennelais e Mario Liberatore, responsabili rispettivamente dell’area gestione rete e della struttura territoriale – che si sono limitate alla sola lettura di una nota». Anas difende a spada tratta le proprie scelte, sostenendo di essere consapevole della delicata situazione socioeconomica in cui versa il Comelico, di ricercare ogni accorgimento per limitare i disagi, di aver subito accolto la richiesta del territorio di non chiudere totalmente, anche nelle ore diurne, il traforo, ipotesi che avrebbe portato ad una riduzione dei giorni e dei costi dei lavori. La società ribadisce che non vi è un immediato rischio per la circolazione stradale, relativamente alla consistenza strutturale dell’opera. 
«Tuttavia – spiega – le condizioni statiche ed impiantistiche, rapportate alle più recenti linee guida normative, per l’analisi del rischio, impongono azioni in tempi rapidi per scongiurare di dover assumere decisioni improvvise e drastiche, senza alternative alla chiusura totale che tutti paventano. Inoltre non è possibile individuare lavori più o meno urgenti: l’intero intervento deve esser condotto congiuntamente e senza attendere il ripristino o la realizzazione di una viabilità alternativa”. Insomma: niet strada dla val o seconda canna. Anche se sulla prima arteria, che per normativa non potrà comunque tornare di competenza statale, Anas conferma la disponibilità più volte espressa ad eseguire i lavori di rifunzionalizzazione, ovviamente a fronte di deliberazioni e finanziamenti del Ministero delle infrastrutture.

Per quanto riguarda la Comelico Bis, il progetto del 2004 non è conforme alle vigenti norme e non si trova in alcuno strumento di programmazione regionale: pertanto, non è attuabile né a medio né a lungo termine.

Ultimo aggiornamento: 12:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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