Mauro Corona porta il caso galleria sulla Rai: «Turismo bloccato»

Giovedì 3 Febbraio 2022 di Yvonne Toscani
Bianca Berlinguer e Mauro Corona
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SANTO STEFANO - Debutto nazionale per la chiusura della galleria Comelico, approdata l'altra sera all'interno della trasmissione Cartabianca di Rai3.

Mauro Corona, ospite settimanale, dopo aver parlato sette giorni prima di vincoli ambientali e collegamento sciistico interregionale tra Comelico e Pusteria, nella puntata di martedì si è soffermato sulla prossima chiusura del tunnel e ha chiamato in causa i due governatori Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, rispettivamente del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. L'intervento ha preso spunto dalla maglietta, stavolta, con la scritta Sappada nel toponimo italiano.

«Dopo due anni di virus, che hanno macellato questi piccoli paesi arrampicati sui monti, si vuol chiudere la galleria ha affermato il noto scrittore e alpinista . In queste realtà le bellezze sono uniche, perché l'Italia, dal Tirolo alla Sicilia, è imbattibile. Ebbene cosa fanno? Chiudono la galleria che da Auronzo porta in Comelico». I destinatari del messaggio sono chiaramente i politici. «Tutti coloro che ascoltano e che comandano, da Zaia a Fedriga ha continuato Mauro Corona devono sapere che da Sappada e Cima Sappada vanno in Cadore studenti, pendolari, lavoratori degli occhiali, turisti». E dalla località friulana passano per il Comelico. «Il turismo viene bloccato ha aggiunto . Non bastano i due anni di blocco per la pandemia. Questi signori devono trovare soluzioni tali da non danneggiare la montagna già disossata, perché è ora di finirla». Una risoluta presa di posizione, alla quale la conduttrice di Rai3, Bianca Berlinguer, ha risposto anticipando che la redazione del programma inviterà il presidente della giunta regionale veneta per sottoporgli la questione. «Non avviso i naviganti ma i politicanti ha concluso Mauro Corona che la gente è stufa».

SFIDA ACCETTATA

Intanto il fondatore e coordinatore del Comitato Galleria Comelico Bis accetta la sfida lanciata, al rialzo della posta del tavolo tecnico di lunedì, dall'Anas. «Durante l'incontro racconta Alfredo Comis a un certo punto, di fronte alla compattezza dei sindaci e del Comitato contro la chiusura del tunnel, Anas ha detto che siano le amministrazioni a prendersi in carico il traforo. Se fossi un sindaco, firmerei la responsabilità e contestualmente pretenderei i 65 milioni di euro, previsti per i lavori, in modo tale che sia direttamente il territorio a occuparsi della questione». Intanto emergono altri elementi dal recente tavolo tecnico, cui hanno partecipato anche la Dolomiti Bus e il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Antonio Del Gallo. Dati che poco concordano con la decisione di lasciare aperta la galleria nelle ore diurne, dalle 6 alle 20, a fasce orarie. L'azienda che cura il servizio del trasporto locale ha la necessità di uscire ed entrare nel comprensorio attraverso la galleria, contestualmente e non in momenti diversi. Appare quindi fin da ora difficilissimo conciliare le tre esigenze: del cantiere, dei pendolari in entrata e di quelli in uscita. Inoltre per la Dolomiti Bus, fresca di rinnovo del parco mezzi, per le misure di contenimento della pandemia, diventerebbe un'impresa impossibile transitare lungo il passo Sant'Antonio, da e verso Danta.

CORRIERE BLOCCATE

«Con il cambio spiega Alfredo Comis le corriere, di dimensioni maggiori rispetto a prima, non riescono a transitare né durante l'inverno né d'estate. Che la soluzione della chiusura sia campata in aria è testimoniato pure dal servizio dei vigili del fuoco». Il distaccamento di Santo Stefano serve anche il vasto territorio di Auronzo, fino a Misurina, e parte dell'Oltrepiave. «Non è possibile attendere, in caso di necessità, il deflusso all'interno della galleria conclude il leader di Gcb . Sono state chieste garanzie affinché i mezzi di soccorso dei vigili del fuoco possano muoversi e transitare all'interno del cantiere. I tempi di soccorso verso Auronzo e l'Oltrepiave risulteranno molto dilatati». Così, per garantire interventi tempestivi sarà necessario rivedere i confini di gestione, allargando il territorio di competenza del distaccamento di Pieve.
 

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