Nuova Mala del Brenta, il rapimento del presidente di Alilaguna per controllare i trasporti

Giovedì 2 Dicembre 2021 di Roberta Brunetti - Davide Tamiello
La nuova Mala voleva rapire il presidente, Fabio Sacco
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VENEZIA - L’obiettivo era arrivare al controllo totale sul trasporto acqueo a Venezia e la nuova cupola della Mala del Brenta sapeva bene che, per raggiungerlo, non si poteva prescindere dal colosso “Alilaguna”, società privata che copre una quota enorme del mercato.

Gilberto Boatto e Loris Trabujo avevano già deciso cosa fare: il progetto era quello di rapire il presidente Fabio Sacco. Doveva essere un sequestro lampo, giusto per spaventarlo quel tanto a convincerlo a pagare il pizzo all’organizzazione per lavorare. Il sistema delle estorsioni aveva funzionato per esempio con Otello Novello, il Cocco cinese, che per anni aveva pagato dai 3 ai seimila euro al mese per portare le sue barche per turisti al Tronchetto, ed era stato applicato anche ad altri due imprenditori veneziani del settore. «C’è l’Alilaguna da prendere che è una struttura privata... che ha non dico tre quarti... ma metà di tutto il trasporto» diceva Trabujo. È lui a lanciare l’idea di colpire il presidente: «Andiamo a prenderlo anche ai fianchi... so che strategia si può usare».


Un disegno ampio, quello della banda, di cui fanno parte tante altre società come “Il doge di Venezia”. Il 16 luglio 2020, secondo gli investigatori, per convincere la proprietà a pagare, un commando composto da Trabujo, Roberto Zennaro e Festim Shemellari, diede alle fiamme la biglietteria di Punta Sabbioni a Cavallino-Treporti.


Punta Sabbioni, come il Tronchetto, è uno dei terminal per raggiungere Venezia. Punti nevralgici della mobilità dove transitano milioni di turisti, che devono imbarcarsi su di un qualche mezzo, pubblico o privato, e dove la lotta per accaparrarseli è spesso stata senza quartiere. Problema annoso per la città d’acqua. Una decina d’anni fa un’altra inchiesta della Procura veneziana aveva acceso un faro sul cosiddetto racket del Tronchetto. Parte civile al processo si era costituita anche l’Actv, l’azienda di trasporto pubblico del Comune, che aveva visto minacciare i suoi dipendenti da motoscafisti e intromettitori abusivi. L’obiettivo sempre lo stesso: deviare i flussi turistici dai pontili dell’Actv verso i mezzi di questo gruppo accusato di usare metodi mafiosi. All’epoca, però, le iniziali accuse si erano via via ridimensionate (o prescritte) nei vari gradi di giudizio. Lo stesso Loris Trabujo, che la Procura riteneva al vertice dell’organizzazione, alla fine era stato assolto.


Ora la nuova ordinanza lo ha riportato in carcere. E ha riposto il tema degli interessi criminali nel settore del traffico acqueo. Lo racconta bene proprio l’ordinanza, ripercorrendo la rinascita di questa Mala del Brenta in forma minore. Usciti dal carcere le vecchie guardie, prima Paolo Pattarello poi Boatto, si rimettono in attività. «Uno dei loro obiettivi - in concorso con quello del traffico di stupefacenti - sembra essere quello di riprendere il controllo del settore del traffico acqueo, lucrosissimo a Venezia - annota il gip Barbara Lanceri -, dove Trabujo ha sempre continuato ad agire, anche durante la detenzione dei suoi sodali, con l’obiettivo di operare in regime di monopolio». Così individuano i soggetti da taglieggiare: nell’isola del Tronchetto; ma anche a San Giuliano, terminal minore all’inizio del ponte translagunare; a Punta Sabbioni. Cercano di «acquisire il controllo di altri luoghi cardine del traffico lagunare, vicino a Piazza San Marco, il cosiddetto Todaro». Arrivano a ipotizzare di colpire Alilaguna, società cresciuta molto nel corso degli anni, a cui l’amministrazione comunale ha da tempo affidato servizi importanti di trasporto pubblico, come il collegamento con l’aeroporto, e più di recente - non senza polemiche - tratte di servizi Actv. Insomma un boccone ghiotto. L’attacco ad Alilaguna, però, resta solo un’idea. Nel frattempo è arrivato il Covid che ha azzerato il turismo con annessi e connessi. E la banda si rifugia nel più classico traffico di stupefacenti, sempre sicuro e redditizio.

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Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre, 08:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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