MESTRE - Non più solo bar e parrucchieri, sartorie e pulisecco a basso prezzo, negozi di paccottiglia gestiti da cinesi. Crescono gli imprenditori orientali di seconda generazione con attività diversificate come pasticcerie o nell’ambito dell’informatica, tabaccherie multi-servizi, molti dei quali investono a Mestre pur provenendo da altre città come Treviso. Segno dell’evoluzione di una società multiculturale, dove i cinesi nati in Italia dimostrano capacità imprenditoriali più qualificate rispetto ai “pionieri” del passato.
DOLCI ORIENTALI
INFORMATICA E TABACCHERIA
Tengfei Technology in piazzale Donatori di sangue non è solo un negozio di riparazione cellulari, pc e accessori, ma un’attività specializzata in informatica che nel tempo ha attratto molti clienti. Il gestore è un giovane imprenditore di seconda generazione, nato a Shangai e arrivato in Veneto dieci anni fa. Ha studiato informatica all’istituto professionale di Treviso, ma non ha voluto affiancare i genitori nella gestione di un bar e ha preso in affitto il negozio in centro, che prima era di abbigliamento. «Mi piace lavorare a Mestre – afferma il titolare –. Ci sono sono più stranieri rispetto ad altre città, anche se i miei clienti sono soprattutto italiani».
Dietro al banco della tabaccheria Zhang al civico 160 di via San Donà, dove prima c’era un fiorista, ora si incontrano padre e figlia. Lei ha 22 anni, è nata in Piemonte, ma vive con la famiglia a Mestre da quattro anni, studia economia e commercio a Ca’ Foscari e aiuta il padre nell’uso dell’italiano con i clienti che pagano le bollette, devono fare fotocopie o giocare al lotto, anche di domenica. Il padre è in affitto da dicembre 2021, mentre prima gestiva un bar e una sala giochi a Quarto D’Altino. «Mio papà - racconta la giovane - ha preso la cittadinanza italiana perché era l’unica possibilità per gestire questa tabaccheria».
«CITTÁ MULTIETNICA»
Maurizio Franceschi, direttore Confesercenti metropolitana di Venezia Rovigo, giudica positivamente l’evoluzione delle attività imprenditoriali cinesi, analizzando anche il problema dei negozi sfitti. «L’offerta commerciale deve rafforzarsi - osserva -. Gli imprenditori cinesi vengono a Mestre, perché credono e investono nella città, diventata un centro multietnico e internazionale».
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