Vertenze del lavoro, cambiata la città: «Commercio e turismo hanno raggiunto la metà delle pratiche»

Venerdì 5 Aprile 2024 di Fulvio Fenzo
Negozi nel centro storico di Venezia

MESTRE - Giù quelle degli operai, su le vertenze di lavoro dei dipendenti dei settori commercio e turismo. In città, poi, l'avanzata inarrestabile di cause per il riconoscimento di diritti e remunerazioni da parte degli stranieri, ma anche un generale abbassamento dei risarcimenti «a causa del progressivo impoverimento del mondo del lavoro», come spiegano dall'Ufficio Vertenze della Cisl di Venezia che ha analizzato i dati degli ultimi anni.

E, da dopo la pandemia, un boom di dimissioni legate perlopiù alla ricerca di una migliore qualità della vita ed anche alla gestione famiglia-lavoro.

SETTORE IN CRESCITA
Nel 2023 l'Ufficio Vertenze della Cisl Venezia ha lavorato su oltre tremila pratiche, tra vertenze, dimissioni, recuperi crediti, assistenza dei lavoratori nelle procedure concorsuali, consulenze. «Ormai, turismo e commercio hanno raggiunto quasi la metà del lavoro totale - spiega Marco De Favari, responsabile dell'Ufficio -, arrivando al 47,7% contro il 21% dell'edilizia-legno e il 14% dei metalmeccanici». Prendendo in esame il periodo 1 gennaio 2015-31 dicembre 2023, le vertenze collettive e individuali sono state 4.195, di cui 1.350 nel settore turismo-commercio (32,2%), 812 quelle legate ai meccanici (19%) e 779 quelle nel settore trasporti (18,6%). «Ma è l'andamento degli ultimi anni a far capire come si sta "muovendo" la società - aggiungono dalla Cisl -. Se nel quadriennio 2016-2019 le vertenze nel turismo-commercio rappresentavano il 39,9% per cento, nel periodo successivo 2020-2023 la percentuale si è abbassata al 25,5%, complice anche le difficoltà del biennio 2020-2021 legate al Covid, anche se dopo la pandemia i valori di questo settore sono tornati in ascesa».

IL CASO DEI TRASPORTI
Le vertenze dei trasporti fanno poi caso a sé, passate dal 3,6% del 2016-2019 al 33,3% del 2020-2023. «Per quest'ultimo dato ha inciso molto la vertenza Actv con oltre 600 dipendenti interessati - riprende De Favari -. Si tratta di un'intesa legale raggiunta con l'azienda di trasporto, ma che riguardava anche altre realtà del settore, per la richiesta d'integrazione delle indennità pagate nei periodi di ferie. La trattativa è stata condotta dalla Fit Cisl Veneto, in collaborazione con il nostro Ufficio Vertenze della Cisl di Venezia. Si tratta di un diritto alla sostanziale parificazione fra indennità goduta durante le ferie e la retribuzione che sarebbe stata percepita nello stesso periodo, riconosciuto dapprima dalla giurisprudenza comunitaria e poi dai giudici nazionali».
Resta comunque sullo sfondo un forte impoverimento del mondo del lavoro, con conseguente diminuzione del valore economico delle vertenze e dei risarcimenti. «Ora ci stiamo concentrando sul far conoscere quali sono i diritti delle persone sulla responsabilità solidale dei committenti degli appalti, ma anche sull'equa riparazione per l'eccessiva durata dei processi, sul risarcimento dei danni da infortuni sul lavoro, sulla corretta applicazione dell'orario part-time i cui turni non possono essere cambiati discrezionalmente».
Infine, rispetto alle dimissioni dei lavoratori, «abbiamo registrato che molte persone non solo guardano allo stipendio ma, sempre di più, anche alla gestione di famiglia-lavoro». Dimissioni che sono più di duemila all'anno (2.485 nel 2021, 2.051 nel 2022 e 2.191 nel 2023), il 71% delle quali in aziende con meno di 15 dipendenti e molte delle quali senza fornire il dovuto preavviso.
 

Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 11:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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