Il più famoso banco del pesce di Mestre passa di mano: verrà venduto ai cinesi

Sabato 19 Febbraio 2022 di Elisio Trevisan
Wally Galvani accanto al marito Giorgio scomparso lo scorso novembre
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MESTRE - Una gran brutta notizia per gli appassionati del pesce di qualità. La famiglia Galvani, che a Mestre gestisce il più famoso tra i banchi al mercato fisso di San Michele, è alle fasi finali della trattativa per vendere l’attività pare a un commerciante cinese. Quel banco che ha visto e vede clienti di rango della Mestre bene come gli Agnelli, il principe Furstenberg e, al giorno d’oggi, lo stesso sindaco Luigi Brugnaro, è un altro pezzo di storia cittadina che passa di mano. Probabilmente la famiglia non ha retto il peso della scomparsa di Giorgio Galvani, avvenuta improvvisamente ai primi dello scorso novembre (dopo che cinque anni fa era morto anche il fratello Alessandro), e la moglie Paola “Wally” con Marino e Bruno evidentemente non se l’è sentita di portare avanti una tradizione iniziata dai bisnonni che andavano di notte in barca a Venezia a prendere il pesce fresco per venderlo il mattino dopo al banco di Mestre.

Un duro colpo per le attività tradizionali ma anche per lo stesso mercato di San Michele che è sempre meno nostrano e sempre più multietnico, con molti banchi del pesce e dell’ortofrutta ormai da anni passati di mano dai titolari veneziani a commercianti originari soprattutto del Bangladesh che, specialmente per il pesce, offrono prodotti a prezzi bassissimi rispetto ai valori usuali del pesce non di allevamento o quantomeno di allevamenti particolarmente pregiati. Magari il nuovo acquirente del banco dei Galvani sarà una sorpresa e continuerà la tradizione della qualità alzandosi ogni notte prima dell’alba per andare a scegliere i pezzi migliori al mercato del Tronchetto e continuando a coltivare i rapporti con i pescatori locali come faceva Giorgio, e questa è la speranza di tutti gli affezionati clienti. 

La completa ristrutturazione del mercato e la sua inaugurazione alla fine del 2019, dopo decenni di degrado, è arrivata un po’ tardi o, se si vuole, in tempo per decretare il mutamento che era già in atto da parecchio e la divisione tra i clienti dei banchi gestiti da stranieri e quelli che invece continuano a frequentare gli stand dei commercianti veneziani che ancora resistono alle lusinghe di imprenditori che si presentano con un bel pacco di contanti e propongono, in quattro e quattr’otto, di rilevare l’attività.

Nel caso del banco dei Galvani la vendita non avviene per le insistenze di qualche straniero ma, appunto, perché l’unica rimasta della famiglia, “Wally”, probabilmente ha sentito riversarsi sulle proprie spalle un peso troppo grande da reggere sia per i collaboratori sia per le figlie Martina, Giorgia, Carolina e Giulia, e per i cinque nipoti. Anche perché nessuno di loro era preparato alla morte di Giorgio che è arrivata come un fulmine a ciel sereno visto che fino ad una decina di giorni prima lavorava ogni giorno al banco e continuava ad andare a pesca, tanto che la Procura di Venezia aveva aperto pure un’inchiesta indagando tre medici del Pronto Soccorso dell’ospedale dell’Angelo, per capire cosa potesse essere accaduto.

Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 07:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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