Ubriachi e codici rossi, il tribunale di Treviso è sotto stress: aumentati omicidi, truffe e stalking

Lunedì 31 Luglio 2023 di Giuliano Pavan
Ubriachi e codici rossi, il tribunale di Treviso è sotto stress: settore penale in sofferenza per casi di stalking e truffe

TREVISO - Il 2022 è stato l’anno nero per le strade della Marca, con 73 vittime di incidenti stradali. A cui si aggiungono 2.574 persone rimaste ferite. Ma è stato anche l’anno dei codici rossi, ovvero le denunce per stalking o maltrattamenti in famiglia, cresciute del 18%: se ne registra quasi una al giorno. Reati che, a conti fatti, stanno mettendo sotto stress il settore penale del tribunale di Treviso. Ma non sono gli unici. Basti pensare agli omicidi (cinque negli ultimi tre mesi con sei vittime), alle guide in stato d’ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti (5.487 nel 2022 e 2.127 dall’inizio dell’anno con riferimento al 31 maggio, ultimo dato disponibile), e alle truffe informatiche (anche sul fronte delle criptovalute, come nel caso dell’inchiesta Nft). Considerando che la spirale positiva per lo smaltimento degli arretrati era stata affossata tra il 2021 e il 2022 dai processi per il crac Veneto Banca, ora il nuovo ostacolo da superare riguarda la mole spropositata di iscrizioni derivanti, appunto, da incidenti, codici rossi, delitti (che vengono trattati in corte d’assise, quindi con la presenza di due giudici) violazioni al codice della strada e i raggiri. 


IL SETTORE PENALE
A certificare lo stato di sofferenza del settore penale del tribunale di Treviso è il Ministero della Giustizia. Basta un confronto per dare l’idea: al 31 dicembre 2019 i procedimenti pendenti a Treviso erano 7.824 (tra dibattimento e Gip/Gup), ora sono invece lievitati a 10.760, con un incremento percentuale del 37,5%. Il secondo peggiore di tutto il Veneto dietro soltanto a Venezia. Considerando che l’organico del palazzo di giustizia di via Verdi è stato è aumentato, ad esempio i giudici del dibattimento sono passati da 6 a 9, il numero maggiore di nuovi procedimenti in entrata di fatto annulla la più alta presenza di magistrati. E anche in questo caso a parlare sono i numeri. A parte le corti d’assise (2 quelle iscritte e 3 quelle definite, che però pesano sulla calendarizzazione di tutti gli altri procedimenti), il Ministero ha messo a confronto proprio le iscrizioni e le definizioni: nei riti collegiali si contano 106 procedimenti iscritti e 77 definiti, nei riti monocratici 1.511 iscritti e 1.466 definiti, nei riti monocratici al giudice di pace 20 iscritti e 18 definiti, mentre sono 6.441 le udienze preliminari iscritte e 6.256 quelle definite. È evidente che il maggior numero di reati gravi che presuppongono istruttorie complesse e procedimenti più lunghi finiscono per comportare un rallentamento della domanda di giustizia, tra rinvii e durata dei processi.

Pur in questo contesto, il lavoro dei magistrati trevigiani continua a essere tra i più eccellenti. Il numero complessivo dei processi definiti è ancora in crescita: nel 2020 erano stati 7.199, nel 2021 erano scesi 6.538 (a causa delle udienze per il crac Veneto Banca) e nel 2022 sono stati 7.822, con un trend positivo che sta continuando anche quest’anno (al 30 giugno, dati ufficiosi, si era già superata quota 4mila). 


IL SETTORE CIVILE
Se il settore penale risulta un po’ in affanno, quello civile viaggia a gonfie vele, soprattutto grazie alla riorganizzazione interna dell’ufficio con l’adozione delle udienze con modalità cartolari o con collegamento da remoto. Nell’area Sicid, quella che riguarda i contenziosi civili, le pendenze sono 6.843, pari al 18,3% in meno rispetto al 2019. Su 3.763 affari contenziosi iscritti ne sono stati definiti 4.235, le cause di lavoro iscritte sono state 1.102 e 1.071 definite, 205 iscrizioni riguardo previdenza e assistenza con 269 definizioni, 3.812 iscrizioni negli affari di volontaria giurisdizione e 3.802 definizioni, 4.202 procedimenti speciali con 4.293 definizioni. I pendenti totali sono 6.843, e per il 57,2% riguardano procedimenti iscritti nel 2022, il 21,4% nel 2021 e 11,1% nel 2020. Segno che entro tre anni, come imposto dalla legge Pinto, ne viene definita la quasi totalità.

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