L'omicidio di Anica. Troppe incongruenze, il procuratore non ha dubbi: «Battaggia ha mentito»

Giovedì 15 Giugno 2023 di Giuliano Pavan
Franco Battaggia

ARCADE - Franco Battaggia ha mentito. La Procura di Treviso ne è sempre più convinta. La versione resa dall'ex primula rossa del Nordest sull'omicidio di Anica Panfile, la 31enne romena ritrovata cadavere in un'ansa del Piave a Spresiano lo scorso 21 maggio, non collima con i riscontri oggettivi in mano agli inquirenti. E sono più di uno. Tra questi il Cud di Anica, che Battaggia sostiene fosse il motivo del loro incontro a Santa Bona: l'unica copia del documento è stata sequestrata nella pescheria "El Tiburon" di Spresiano, dove i due non sono mai stati assieme il 18 maggio, giorno in cui è stata denunciata la scomparsa della giovane mamma dall'attuale compagno, il 58enne Luigino De Biase. Un dettaglio non di poco conto secondo il sostituto procuratore Valeria Peruzzo, titolare del fascicolo per omicidio volontario che vede come unico indagato proprio il 76enne, vecchia conoscenza delle "patrie galere" per averci passato 21 anni della sua vita dopo l'omicidio del commerciante Vincenzo Ciarelli, avvenuto a Tessera nel novembre del 1988.

IL PROCURATORE
«Sappiamo che Anica si trovava a casa di Battaggia alle 16.15 del 18 maggio, momento in cui il suo cellulare si spegne - ha affermato il procuratore di Treviso, Marco Martani - Quello che è successo dopo stiamo tentando di ricostruirlo». In altre parole, gli inquirenti hanno le prove che Anica, dopo essersi incontrata con Battaggia, è andata nella sua casa di via Europa ad Arcade e, mentre si trovava all'interno, il suo telefono (che ancora non è stato trovato, ndr) ha cessato ogni attività. Compresa quella di ricezione dei messaggi Whatsapp che le inviava in compagno. Nel corso del suo primo colloquio con i carabinieri, Battaggia ha sostenuto di aver lasciato Anica, attorno alle 16.30, davanti al negozio Arcade Bike, a poche decine di metri da casa sua, perché aveva un appuntamento con un'altra persona. «Non c'è alcun riscontro, compresi i video delle telecamere di sorveglianza, che ciò sia accaduto - continua Martani - Sappiamo che Anica era in vita quando si trovava nella casa di Battaggia e che poi è scomparsa». Altra circostanza che getta ancor più sospetti sul 76enne, che nelle ultime tre settimane è stato tenuto sotto controllo dagli inquirenti. Ora il suo telefono cellulare è sotto sequestro.

Perché non è stato fatto prima? Proprio per verificare spostamenti e contatti. La copia forense del dispositivo disposta dai magistrati farà luce anche su questo. Così come i rilievi del Ris di Parma effettuati sia nella casa (e nel garage) di Battaggia che nei veicoli a sua disposizione. Sono nove quelli posti sotto sequestro: il pick-up bianco (l'ipotesi è che sia quello utilizzato per trasportare il cadavere prima di abbandonarlo lungo il Piave), una Mercedes station wagon rossa, e altri sette mezzi (per lo più furgoni, anche provvisti di celle frigo) usati per l'attività della pescheria. Per i risultati serviranno settimane.

Video

IL DEBITO
Battaggia, nei prossimi giorni, verrà convocato in Procura per essere interrogato. «Fornirà la sua versione garantita, in presenza dei suoi legali, dei fatti» sottolinea Martani. In quell'occasione sarà chiamato a chiarire anche le affermazioni riguardo il presunto debito da 10mila euro di Anica e del fatto che siano andati nella villetta di via Europa per la consegna di 5mila euro in contanti. «Tutto quello che avevo in casa» ha raccontato ai carabinieri Battaggia. Altro dettaglio importante: i soldi non sono mai stati ritrovati, e del debito gli inquirenti non hanno al momento riscontri. Sembrerebbe un'altra bugia per spiegare il perché Anica fosse a casa sua quel giorno. C'è poi l'elemento che riguarda l'attività di pulizie della 31enne: «Siamo sicuri che si recasse a casa di Battaggia in maniera sistematica? - chiude Martani - Non ci risulta una frequentazione così assidua. Quello che possiamo dire ora è che Anica è stata uccisa, che qualcuno l'ha uccisa e chi ha commesso il delitto qualche motivo ce l'aveva».

      

Ultimo aggiornamento: 15:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci