Omicidio di Anica Panfile, i Ris di Parma nella casa di Franco Battaggia, ex primula rossa

Mercoledì 14 Giugno 2023 di Redazione web
Omicidio di Anica Panfile, avviati gli accertamenti dei Ris di Parma nella casa e nelle auto di Franco Battaggia

TREVISO - Omicidio di Anica Panfile, i Ris di Parma hanno avviato alle 9 di questa mattina, 14 giugno, gli accertamenti sui mezzi e dentro l'abitazione sequestrati nei giorni scorsi di proprietà di Franco Battaggia, il 76enne ex primula rossa. Battaggia è l'unico indagato dalla Procura di Treviso per l'omicidio della 31enne romena, sua ex dipendente nella pescheria El Tiburon di Spresiano, trovata morta domenica 21 maggio sul greto del Piave. Battaggia sarebbe stata anche l'ultima persona a vedere Anica in vita. Come lui stesso aveva infatti dichiarato, i due si erano visti per la consegna di un documento legato al rapporto di lavoro. I Ris sono affiancati dal nucleo scientifico dei Carabinieri di Treviso e, come previsto per legge, durante i rilievi saranno presenti anche gli avvocati di Battaggia, Loretta Cassano e Maria Palomba, e il legale Fabio Amadio del compagno di Anica, Luigino De Biase, il sostituto procuratore pm del fascicolo Valeria Peruzzo e il comandante del nucleo investigativo Tenente Colonnello Giovanni Mura. 

 

Le ultime ore di Anica, l'ipotesi della Procura

L'ipotesi della Procura è che sia stato proprio Franco Battaggia ad uccidere Anica Panfile. L'uomo l'avrebbe uccisa nella sua villetta di Arcade con dei ripetuti colpi e l'avrebbe poi caricata in una delle sue auto per trasportarla sulla riva del Piave dove si sarebbe disfatto del corpo. L'ipotesi è che il cadavere di Anica sia stato portato sul greto del fiume con il pick up, uno dei mezzi a cui la Procura ha messo i sigilli lunedì mattina e che sarà ora ispezionato. Tra i sospetti che hanno indotto la magistratura ad iscrivere l'uomo nel registo degli indagati vi sarebbero delle difformità tra una versione fornita dallo stesso dei momenti seguenti l'ultimo suo incontro con la donna, il 18 maggio, ed i riscontri ottenuti dall'osservazione di alcuni filmati ricavati dalle viedocamere di sorveglianza.

In particolare, Battaggia aveva riferito di aver accompagnato la donna ad un incontro con una persona a lui sconosciuta e di essersene poi andato. Ma di tale movimento, secondo le evidenze in possesso degli investigatori, non vi sarebbe traccia.

I sequestri

Nei giorni scorsi, la Procura ha sequestrato, oltre all'abitazione di Battaggia e ai veicoli in uso di sua proprietà tra i quali spiccano un pick up bianco e una Mercedes di colore rosso, anche un pc, materiale informatico e documenti che sono stati prelevati proprio dalla pescheria di cui è titolare a Spresiano. 

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 Mentre i Ris di Parma ispezionavano la sua villetta come presunta scena del crimine, Franco Battaggia era nella sua pescheria El Tiburon di Spresiano, a lavorare. Come in un qualsiasi altro giorno. Per nulla preoccupato (o almeno questa è l'impressione che ha dato ai suoi dipendenti) di essere l'unico indagato per l'omicidio volontario della 31enne romena. Né della squadra di inquirenti che stava passando al setaccio ogni singolo centimetro della sua abitazione di Arcade a caccia di Dna, impronte, tracce e qualsiasi altro indizio sull'omicidio di Anica Panfile. È proprio lì, tra quelle quattro mura al civico 7 di via Europa, che "il re del pesce" avrebbe massacrato di botte la sua ex dipendente, secondo la Procura. Per poi caricarne il cadavere su un pick up e gettarlo nel Piave

Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 08:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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