Quel debito da 10mila euro, spunta il movente dei soldi dietro l'assassinio di Anita

Giovedì 8 Giugno 2023 di Maria Elena Pattaro
Anica Panfile

TREVISO - Il movente dei soldi dietro al delitto e l'appuntamento per saldare un presunto debito, incontro che per Anica Panfile si è rivelato fatale, con il creditore che si trasforma in killer al culmine di una discussione. È la pista che stanno seguendo gli investigatori per risolvere il giallo dell'omicidio della 31enne romena. «Alla base del delitto potrebbero esserci motivazioni economiche - spiega il procuratore Marco Martani - anche se non stiamo parlando di grosse cifre (visto che la donna, mamma di 4 figli, non navigava nell'oro, ndr). Anche se comunque non escludiamo altre ipotesi. Per non lasciare nulla di intentato stiamo indagando sulla cerchia di rapporti e conoscenze della vittima, comprese eventuali tensioni che potrebbero essere riemerse in tempi recenti». Il cellulare della giovane straniera, scomparsa il pomeriggio del 18 maggio e ritrovata cadavere tre giorni dopo in un'ansa del Piave a Spresiano, manca ancora all'appello. Ma dai tabulati telefonici messi a disposizione dalle compagnie sono emersi già alcuni riscontri ed è proprio sui numeri contattati nelle ore precedenti all'omicidio che i militari dell'Arma stanno concentrando i loro sforzi. Tra quei contatti potrebbe nascondersi l'assassino. La Procura ha pochi dubbi sul fatto che vittima e killer si conoscessero: Anica avrebbe concordato l'appuntamento, senza sapere che sarebbe andata incontro alla morte.

LA RICOSTRUZIONE
Chi ha incontrato? Probabilmente qualcuno a cui doveva dei soldi. A Franco Battaggia, il suo ex datore di lavoro, aveva confidato di aver bisogno di 10mila euro. Lui, ex "Primula rossa" del Nord Est e in passato vicino alla mala del Brenta ha raccontato agli inquirenti di avergliene dati 5mila quel pomeriggio. I due si erano visti a Santa Bona poco dopo le 14, all'uscita dalla casa di riposo in cui Anica lavorava come aiuto cuoca. Battaggia doveva consegnarle il Cud per la dichiarazione dei redditi. Poi si erano diretti in auto nell'abitazione di Battaggia ad Arcade, dove lui le avrebbe dato 5mila euro in contanti. «A titolo di regalo. Anica quel pomeriggio doveva incontrare qualcuno» ha riferito l'uomo. L'ultimo avvistamento risale alle 16.30 davanti al negozio di biciclette Arcade Bike. Poi il buio, fino al ritrovamento sul Piave, domenica 21 maggio. La donna aveva ferite alla testa e al volto: massacrata di botte e poi buttata nel fiume dal killer, con l'aiuto di alcuni complici. «Il delitto sarebbe frutto di un impeto, non un gesto premeditato. Probabilmente un litigio finito male» aggiunge Martani.

LO SCENARIO
Uno scenario, dunque, che porta a escludere il coinvolgimento dell'ex marito di Anica, il romeno Vasilica Lungu, attualmente a processo per minacce. Nel 2019, l'ex le aveva inviato messaggi intimidatori: «So che hai un altro, vengo in Italia e uccido te e anche lui. A Treviso ho amici albanesi che ti possono fare del male». L'ex marito avrebbe però un buon alibi: agli inquirenti risulta che il giorno della scomparsa di Anica fosse in Romania. L'attuale compagno, il 58enne Luigino De Biase, autore della denuncia di scomparsa di Anica, nega che la donna dovesse 10mila euro a qualcuno: «Non avevamo debiti».

      

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