Omicidio di Anica, l'ex primula rossa Franco Battaggia indagato: «Sono sereno, attendo lo sviluppo delle indagini»

Martedì 13 Giugno 2023 di Giuliano Pavan
Omicidio di Anica, l'ex primula rossa Franco Battaggia indagato: «Sono sereno, attendo lo sviluppo delle indagini»

ARCADE (TREVISO) - «Franco Battaggia è sereno e collaborativo, ha già parlato con i carabinieri ed è sempre stato a disposizione, e ora attende tranquillamente lo sviluppo delle indagini». Poche parole, riferite dai legali del 76enne di Arcade, gli avvocati Loretta Cassano e Maria Palomba, che descrivono l’animo con cui l’ex primula rossa del Nordest ha affrontato ieri mattina sia la perquisizione della sua casa e della pescheria “El Tiburon” di Spresiano che gestisce da anni, sia il sequestro dell’abitazione di via Europa 7 ad Arcade e delle due auto a sua disposizione. I sospetti su di lui sono pesanti: per la Procura avrebbe ucciso Anica Panfile nell’ora in cui sono rimasti nella sua villetta il giorno della scomparsa, il 18 maggio scorso, e poi si sarebbe sbarazzato del corpo caricandolo nel pick-up bianco e abbandonandolo in un punto non precisato lungo il Piave.

Le ipotesi più plausibili sono che l’abbia gettato nel canale della Vittoria dal ponte di via Del Fante a Spresiano o che l’abbia adagiato proprio nell’ansa in cui è stato ritrovato domenica 21 maggio all’ora di pranzo. 


IL RACCONTO
Di certo c’è qualcosa che non torna rispetto alla versione resa dal 76enne agli inquirenti. Motivo per cui gli è stato notificato un avviso di garanzia con il quale la Procura gli ha comunicato di essere stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario. Nei primi risultati delle analisi sui tabulati telefonici e sui video delle telecamere di sorveglianza, gli investigatori devono aver trovato delle discrepanze, anche solo in termini di orario. D’altra parte, quando è stato sentito, Battaggia aveva raccontato di aver incontrato Anica a Santa Bona subito dopo la fine del turno di lavoro alla casa di riposo (terminava alle 14): doveva consegnarle il Cud per la dichiarazione dei redditi visto che fino al novembre precedente la 31enne aveva lavorato nella sua pescheria di Spresiano. In quell’occasione, racconta Battaggia, Anica gli avrebbe confidato di avere problemi economici e gli aveva chiesto un prestito di 10mila euro. «Le ho detto che potevo darle la somma di 5mila euro, che le avrei ceduto a titolo di regalo - ha affermato il 76enne - Siamo andati a casa mia e ho consegnato nelle sue mani i contanti. Tra le righe ho intuito che non era molto soddisfatta del rapporto sentimentale con il suo compagno». Lo spostamento da Santa Bona ad Arcade sarebbe confermato dalle celle telefoniche agganciate da entrambi i cellulari. Poi, però quello di Anica si spegne, e non viene più trovato.


L’ALIBI
Battaggia prosegue dicendo che, attorno alle 16.30, i due sono usciti dalla sua casa di via Europa e sono saliti in auto. «Ci stavamo dirigendo verso Spresiano quando mi ha chiesto di scendere dall’auto» sottolinea Battaggia, che aggiunge di averla lasciata nei pressi dell’Arcade Bike, il negozio di biciclette a pochi passi dalla sua villetta perché la donna aveva un appuntamento lì con un persona. Quel quarto uomo di cui, però, non si ha traccia. L’ex primula rossa del Nordest sostiene di aver ripreso la marcia e di non aver più visto Anica da quel momento. gli inquirenti, però, credono che l’alibi di Battaggia non regga. Ieri mattina i sigilli sono stati posti anche ai suoi supporti informatici con l’obiettivo di trovare conferme a quello che sembra più di un sospetto. Resta da capire il movente. Per il procuratore Marco Martani quello economico non pare predominante: «Se fosse stato per soldi staremmo parlando di una cifra di poco conto». E si fa dunque strada quello passionale, o comunque legato alla sfera sentimentale. Non è infatti escluso che il 76enne, di fronte a un rifiuto della donna, possa aver reagito colpendola alla testa a mani nude o con un oggetto. Elementi su cui farà chiarezza la relazione finale dell’autopsia.

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