Omicidio di Anica Panfile, dal Piave emergono la felpa, le chiavi e gli occhiali.. ma che fine ha fatto il cellulare? Gli ultimi sviluppi

Giovedì 1 Giugno 2023 di Alberto Beltrame
Omicidio di Anica Panfile

SPRESIANO (TREVISO) - ​L’assassino di Anica si è liberato del corpo proprio qui, nel canale a due passi dal ristorante Da Domenico, in via del Fante a Spresiano. La conferma è arrivata ieri dall’esito del sopralluogo dei carabinieri del nucleo investigativo e dei sommozzatori dei vigili del fuoco: dopo fatto abbassare il livello dell’acqua, dal fondale, scandagliato per ore, sono riemersi un mazzo di chiavi, un accendino e un paio di occhiali appartenuti alla mamma 31enne trovata priva di vita domenica 21 maggio, a qualche centinaia di metri di distanza, nel Piave, a tre giorni dalla sua scomparsa. Non solo: gli investigatori, al termine della mattinata, hanno recuperato anche la felpa grigia indossata dalla donna giovedì 18 marzo prima di andare al lavoro alla casa per anziani di Santa Bona e di sparire nel nulla. Dall’acqua è stato ripescato pure un pacchetto di sigarette, marca Chesterfield. Su tutti questi reperti dai prossimi giorni si concentreranno gli accertamenti degli investigatori, a caccia di tracce biologiche del killer. La speranza è che sulla felpa di Anica Panfile (decorata con delle piccole bandiere colorate), possa esserci qualche indizio decisivo, se non una vera e propria prova. Nessuna traccia del cellulare della donna, ma gli inquirenti, anche senza l’apparecchio, stanno ricostruendo il traffico telefonico e messaggistico della 31enne, esclusa però la chat di WhatsApp, a cui per ora non è possibile risalire. 


LA RICOSTRUZIONE
Restano dei punti oscuri nella ricostruzione degli ultimi spostamenti di Anica quel tragico giovedì, giorno a cui risalirebbe, stando all’autopsia, anche la morte della 31enne, sopraggiunta a causa di una vasta ferita al viso, nella zona occipitale sinistra, inferta a mani nude, forse a calci, forse usando un oggetto non tagliente. Uscita dal lavoro verso le 14.30 Anica si sarebbe incontrata a Treviso, a Santa Bona, con Franco Battaggia, titolare della pescherie di Spresiano dove aveva lavorato la 31enne fino all’autunno scorso. Doveva consegnargli il Cud, ha spiegato il 76enne. Poi la giovane mamma sarebbe stata avvistata (ci sarebbe conferma anche nelle immagini delle telecamere) ad Arcade, davanti al negozio di bici, a due passi dall’abitazione dello stesso Battaggia dove Anica, saltuariamente, si occupava delle pulizie di casa. Il suo compagno, Lugino De Biase, papà di uno dei quattro figli della donna, in quei momenti aveva provato ripetutamente a contattarla. Era andato a prendere i bambini a scuola, la aspettava per pranzo. Le aveva telefonato, le aveva scritto dei messaggi, ma senza ricevere alcuna risposta. Il cellulare di Anica in quel momento era ancora acceso. Almeno fino alle 16.30, quando il segnale del cellulare della 31enne scompare, con lei, nel nulla. La donna doveva incontrare una persona, un uomo. Ma chi? Gli inquirenti non confermano né smentiscono la notizia del filmato delle telecamere di videosorveglianza di Arcade che mostrerebbe la 31enne salire su un’utilitaria scura, il giorno della sua scomparsa, ma dal quale non si riuscirebbe a leggere la targa della vettura. Di certo chi l’ha uccisa, probabilmente approfittando dell’oscurità, verosimilmente ore dopo il delitto, ha deciso di disfarsi del cadavere gettandolo dal ponticello di via del Fante, dove nei giorni scorsi qualcuno ha portato candele e mazzi di fiori. 


IL COMPAGNO
Nei giorni scorsi a Treviso è anche tornato dalla Romania l’ex compagno di Anica. Un passato tormentato quello della coppia, condito, stando a quanto trapelato, anche da qualche episodio di violenza da parte dell’uomo. Ma stando alla Procura al momento della scomparsa della 31enne l’uomo era ancora oltre confine. O, almeno, non ci sono evidenze fosse qui. Sulla sponda del Piave, ad assistere al sopralluogo dei carabinieri e dei vigili del fuoco, ieri c’era anche il legale a cui si è affidato Luigino De Biase, compagno di Anica, l’avvocato Fabio Amadio. «Ho preso il mandato del signor De Biase, in qualità di parte offesa - conferma Amadio -. È in uno stato d’animo pessimo: ha perso la sua compagna e ora deve cercare di confortare i quattro bambini, rimasti senza mamma, a cui è legatissimo.

Ovviamente da parte sua c’è stata e c’è tuttora la massima collaborazione. Vuole sapere cosa è successo e ha subito dato il suo contributo per ricostruire quanto accaduto quel pomeriggio: lui era andato a prendere i bambini, ha cercato Anica, ma il telefono era spento. È un uomo che ha perso la compagna e non sa cosa che cosa le sia accaduto. È in una situazione terrificante». Per tutelare i figli, il tribunale ha nominato un procuratore speciale per i figli della donna. «Lui spera di poterli tenere con sè, bisogna vedere però cosa decide di fare anche il padre naturale».

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Ultimo aggiornamento: 11:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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