Omicidio di Anica Panfile: investigatori a caccia di indizi sul letto del canale

Mercoledì 31 Maggio 2023 di Valeria Lipparini
Il canale di Visnadello in cui sarebbe stato gettato il corpo della 31enne trovata morta nel Piave

SPRESIANO - A caccia di un’auto, un’utilitaria blu o comunque di colore scuro, guidata da un uomo. In quest’auto, ferma alle 16,30 nella piazza di Arcade, sarebbe salita Anica Panfile. E poi, di lei, si sarebbero perse le tracce. Fino a ritrovarla morta domenica scorsa, massacrata di botte - anche con calci in testa - in un’ansa del Piave, a Spresiano. È questo uno degli ultimi fotogrammi che la immortalano in vita. Poi, più nulla.

Si infittisce il mistero della 31enne romena, il cui corpo potrebbe essere stato gettato a monte rispetto al ritrovamento. L’ipotesi è che il killer, aiutato presumibilmente da due complici, potrebbe essersi sbarazzato del corpo senza vita di Anica nel canale della Vittoria, in via del Fante, a Visnadello. Proprio per vederci chiaro e per cercare riscontri a quella che, fino ad ora, appare una teoria, per quanto plausibile, i carabinieri oggi scandaglieranno il letto del canale. Alla ricerca del telefonino di Anica, scomparso e non ancora ritrovato, della sua borsetta, ma anche di qualsiasi altra traccia che possa confermare che il corpo della giovane donna sia stato gettato proprio da quel ponticello, dove mani pietose, comprese quelle dei familiari, hanno acceso una serie di lumini in sua memoria. Già ieri pomeriggio sono cominciate le operazioni per abbassare l’acqua del canale e per prosciugare del tutto il letto del fiumiciattolo che scorre tra i campi. Questo in previsione dell’ispezione che si terrà nella giornata di mercoledì 31 maggio. I trenta e più centimetri di acqua nella tarda serata di ieri non erano più di 15 centimetri. Nel fondale si intravedevano già sassi, detriti e i residui melmosi. Stamattina sarà tutto asciutto. Così, i militari dell’Arma potranno passare palmo a palmo tutto il tracciato del canale, fino all’isolotto lungo il Piave dove un pescatore aveva segnalato la presenza del corpo di una donna. Alla ricerca di ogni più piccola traccia che potrebbe aver lasciato l’assassino, e i suoi probabili complici. Ma anche degli effetti personali di Anica, compreso il telefonino che si rivelerebbe prezioso per tracciare gli ultimi spostamenti della donna e gli ultimi contatti.

Quello che in un primo momento era parso un suicidio, si è poi rivelato essere un omicidio.

A insospettire gli inquirenti erano state le ferite sulla testa, profonde. E poi, l’autopsia eseguita dall’anatomopatologo Cirnelli che aveva confermato che la donna non era morta annegata in quanto non era presente il “fungo” di residui di saliva e acqua tipici. Da qui, i controlli per cercare un movente e l’assassino. I primi accertamenti erano partiti dai filmati della sessantina di telecamere tra Arcade e Spresiano. In una di queste era stata ripresa l’auto su cui sarebbe salita Anica. Potrebbe essere quella l’auto che ha trasportato il corpo, privo di vita, fino al canale dove è stata gettata? Inoltre, sarebbe di fondamentale importanza recuperare il cellulare della 31enne, madre premurosa di quattro figli, cuoca nella casa di riposo di Santa Bona, per tracciare i messaggi e i movimenti della donna. Oggi, l’indagine potrebbe arrivare a una svolta.

Ultimo aggiornamento: 07:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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