Il re del museto. Sveglie all'alba e falso prosecco: Luigi Fabian nuovo campione del mondo proclamato dalla confraternita suina

Lunedì 23 Gennaio 2023 di Giancarlo Saran
Luigi Fabian

Chissà se ci avevano visto giusto gli austriaci di Cecco Beppe che resero la piccola Salvarosa comune autonomo negli anni della loro dominazione post Serenissima (e Napoleonica), tra il 1816 e il 1862, per poi ritornare entro i confini della Città del Giorgione.

Una cosa è certa. Da sempre Salvarosa è il centro di gravità permanente della locale civiltà culinaria, e non tanto o solo per il radicchio variegato, ma perché qui hanno sede due locali storici della ristorazione veneta, Barbesin e Rino Fior, ognuno con i suoi palati fedelissimi di generazione in generazione. Mancava la quadratura del cerchio, stavolta a dimensione suina, che ha trovato il suo testimonial in via Loreggia 22, sede del Norcino Campione del Mondo del Museto (decretato la settimana scorsa in quel di Riese PioX dalla Ingorda Confraternita del Museto), al secolo Luigi Fabian, classe 1960. La fisiognomica degna del miglior Ernest Hemingway, che da queste parti è passato in gioventù, nella Grande Guerra, ma ricca di trascorsi degni della miglior tradizione veneta, eclettica e ironica q.b. Da ragazzino, come molti suoi coetanei, papà Arcangelo lo destava prima dell'alba per andare a mungere le mucche nella stalla. Poi c'era la porcilaia, da seguire nel doposcuola, giusto per ramazzare al meglio e consentire alle carni suine di maturare come si deve. In premio, al mattino, la merendina da portarsi a scuola, pane e salame, e poi, nei freddi pomeriggi invernali, coccolarsi con pane e affettati vari: sopressa, ossocollo & co. L'imprinting era conseguente. Vigeva ancora l'obbligo di leva.


AGRICOLTORE
Troppo facile arruolarsi negli alpini o in artiglieria. «Se bisognava passare un anno fuori casa, almeno farlo bene». Così, zaino in spalla, parte per Pisa, sede della Mitica Folgore, l'eccellenza del paracadutismo nazionale. Nella vita l'importante è reinventarsi, ogni giorno. Piedi ben saldi a terra con la sua attività agricola (sementi, mais, erba medica), alleva piccole creature grufolanti, per sé e gli amici, ma non smette mai la sua vena fuori spartito e quindi, quando calendario comanda, è un Befano perfetto, per rallegrare i genitori e i loro piccoli, nell'Epifania all'ombra del campanile, assieme agli immancabili pinza e vin brulè, il museto conseguente.


GOLIARDA IMPENITENTE
Non ha compiuto gli studi universitari, ma è un goliarda impenitente. Si può imbottigliare del thè travestito da prosecco? Ebbene sì. Per festeggiare il battesimo un amico aveva commissionato al suo norcino di fiducia, il compaesano Giorgio Squizzato, una damigiana che prontamente era stata portata da Valdobbiadene. Ma il committente latita e allora i due filibusti, Luigi e Giorgio, diventano alchimisti di frontiera. Imbottigliano e consegnano al fedigrafo. Il bello è che, davanti al parroco, lo stappo ha fatto pure il botto. Il resto, al brindisi, ve lo lasciamo immaginare. Questa è la cornice che completa il ritratto di Luigi Fabian, neo campione del mondo che, nel palmares, subentra al metal becher Pier Luigi De Meneghi. Un museto di qualità che si percepiva sin da subito. Dalle due creature allevate con amore si sono ottenuti sessanta museti, tutti già spariti. Per chi fosse interessato prenotarsi già da ora per la prossima insaccatura millesimata.

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Ultimo aggiornamento: 16:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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