Mr Geox non vede recessione a Nordest e pensa al futuro: «Immigrati? Formarli e farli diventare imprenditori nel loro Paese»

Domenica 22 Gennaio 2023 di Maurizio Crema
Mario Moretti Polegato. Mr Geox non vede recessione a Nordest e pensa al futuro

Da Davos arriva un segnale d'ottimismo per l'economia mondiale e per la nuova Europa in gestazione. Certo, inflazione e problemi sulle materie prime restano ombre sulla crescita, ma probabilmente la tenuta recessione non nel 2023 non ci sarà. Ne è convinto Mario Moretti Polegato, fondatore e presidente di Geox, che vede scintille positive anche nel Nordest e lancia una proposta per supplire alla carenza di manodopera che frena lo sviluppo di tanti Paesi e aree come il Veneto: formazione per gli immigrati che arrivano in Europa per farli diventare imprenditori e promotori di sviluppo nel loro Paese.


Quest'anno il tema principale a Davos per me è stata l'Europa. C'è bisogno di un'Europa forte capace di bilanciare le grandi potenze Stati Uniti e Cina

«Ed è aumentata l'idea che si possa arrivare a un'Europa diversa, più sicura anche militarmente, capace di difendere i suoi interessi», spiega l'imprenditore trevigiano, che analizza così il sentimento diffuso nel convegno che riunisce il gotha dell'economia e della politica mondiale con un'Italia grande assente: «Abbiamo iniziato i lavori all'insegna del pessimismo, poi nel corso degli incontri con le principali personalità europee e con le grandi banche americane, il clima negativo si è molto molto affievolito. Si pensava che iniziasse una recessione anche pesante e invece ho notato un sentimento più cauto, di misurato ottimismo nonostante la guerra in Ucraina. L'inflazione può essere messa sotto controllo e la recessione può essere evitata». E il Nordest? «Nel nostro Nordest, dopo un 2022 da record per molte aziende nonostante il problema dei costi maggiorati e della carenza di materie prime, non si respira aria di recessione - avverte Mario Moretti Polegato, la cui famiglia controlla anche Diadora -.

Anzi, si continua a cercare manodopera e molte aziende non riescono a soddisfare completamente la domanda di prodotti dal mercato». Un quadro positivo anche per il suo gruppo di calzature: «Geox ha avuto un anno molto positivo nonostante i problemi dell'inflazione, come Diadora. Tra pochi giorni daremo i risultati e io sono molto ottimista - afferma l'imprenditore -. Il nostro è un buon osservatorio per capire come è andato il 2022 e come può andare quest'anno. Con noi lavorano, tra diretti e indiretti, 30mila addetti nel mondo: siamo tra le più grandi aziende italiane nel nostro settore con una distribuzione controllata e diretta».


Sull'immigrazione gli imprenditori hanno idee d'apertura che vanno anche più in là dell'accoglienza e dell'integrazione

«C'è l'idea di creare un progetto europeo per formare questi immigrati che arrivano anche dall'Africa attraverso scuole professionali che li possano preparare in diversi settori, agricoltura, manifattura, economia, per farli tornare nei loro Paesi d'origine come imprenditori od operatori locali. Oggi uno dei problemi che le imprese hanno è la subfornitura, se si potesse avere sulle sponde del Mediterraneo altri siti produttivi potremo superare i problemi logistici di questi anni. Impiantare fabbriche in Africa non basta, bisogna anche formare le persone che vi andranno a lavorare».


Poi per Polegato c'è da riprendere con nuovo impegno la battaglia contro i cambiamenti climatici - «Cercando di potenziale la produzione di energia pulita» - e soprattutto da coinvolgere i giovani: «Sono sempre più lontani dalla politica e dall'impegno nella società, è un problema gravissimo che viene ignorato, si discute di riforma, ma mi sembrano solo palliativi. Dobbiamo tornare a parlare con loro: i partiti, gli amministratori, devono aprire dei tavoli di confronto per capire cosa vogliono e come migliorare il nostro Paese con loro». Infine il cruccio: «L'Italia era assente a Davos, e c'erano anche pochi nostri imprenditori. Sembra quasi che noi italiani ci dovessimo nascondere, che avessimo timore del confronto - osserva l'imprenditore delle calzature -. Viviamo in uno stato di globalizzazione che a mio avviso sarà sempre più forte, Davos rappresenta un momento di confronto, noi non possiamo non esserci. Tedeschi e francesi erano presenti in massa».

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