Giselda, l'influencer del Monte Grappa da 100mila follower: «Adoro stare quassù, è il mio mondo»

Domenica 25 Dicembre 2022 di Giovanni Carraro
Giselda, l'influencer del Monte Grappa da 100mila follower: «Adoro stare quassù, è il mio mondo»
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Su Instagram ha quasi centomila followers. È il traguardo digitale di Giselda Torresan, raggiunto pubblicando selfie lungo i sentieri del Monte Grappa, immancabilmente mettendosi al centro dello scatto tra rocce. Trentatré anni, trevigiana ma per metà bellunese, si è guadagnata il proprio spazio nei profili social partendo da zero, camminando tra vette e boschi con ritmi da far impallidire gli atleti dell'ultra trail. E lo fa non appena stacca dal turno in fabbrica inseguendo il suo istinto che la conduce alla malga delle Bocchette di nonno Alfonso, l'insostituibile paradiso diventato la sua vera casa. Da qui partono i trekking rigorosamente solitari, perché nei commenti, quando le si chiede chi ha scattato quella foto, la replica è sempre la stessa: cavalletto tascabile e autoscatto.

Look invidiabile, leggings sportivi e tanto colore, sono la trilogia di un outfit diventato marchio di fabbrica per la nuova influencer dell'Alpe Madre i cui mi piace giungono a migliaia non appena va online l'ultimo foliage autunnale che fa da contorno al suo immancabile sorriso.


Da dove nasce la passione per la montagna?
«Fin da bambina salivo alle Bocchette per trascorrere il tempo con mio nonno Alfonso. Il profumo del fieno, le campane delle mucche, l'aria tersa di alta montagna, i ritmi scanditi dall'orologio della natura, i panorami, tutto ha inciso profondamente nel mio modo di essere. Da allora non ho mai smesso di salire in malga dove oggi trascorro gran parte del mio tempo nell'assoluta libertà. Amo questo mondo, non lo cambierei con nient'altro».


Desiderio di vivere in solitudine quindi?
«Non propriamente. Anche se adoro star da sola specialmente mentre faccio trekking, in realtà vivere in malga non significa isolarsi dalla società, anzi. Sicuramente ci sono meno occasioni di incontri, ma posso garantire che riesco a tenere comunque tante relazioni con amici e amanti della montagna che passano da quelle parti. Contatti che rimangono attivi anche grazie ai social. Nonostante le difficoltà della montagna, rimango connessa anche a quelle quote».


Come sei arrivata a centomila followers?
«Ho sempre avuto la passione della fotografia. Ho cominciato a pubblicare panorami di montagna, in seguito ho deciso di unire quei selfie che sono diventati il mio marchio di fabbrica. Momenti tra i sentieri o sopra una roccia, altre volte mentre faccio la polenta, oppure con i miei gatti. Ho avuto subito un grande riscontro dalla rete, i mi piace e i followers sono diventati virali, evidentemente queste immagini conquistano, sono lo specchio del mio spirito libero».


La rete non è in contraddizione con il tuo stile di vita?
«Assolutamente no. Io appartengo ad una generazione che comunque non può prescindere dall'uso del web. Quello che mi distingue credo sia il desiderio di mantenere viva la tradizione come mi è stato insegnato dai miei nonni. Ne esce un mix bellissimo tra modernità e passato, voglio utilizzare i miei profili Facebook o Instagram per trasmettere a fondovalle cosa vuol dire stare in montagna. Forse è stato questo il mio successo».


Soddisfazioni o qualche diffidenza nei post?
«In generale ho sempre feedback positivi dai followers. Ricordo un commento pubblicato da due camminatrici grazie Giselda, con i tuoi post ci hai fatto conoscere e amare il Monte Grappa. Questa è la mia gioia, trasmettere la bellezza della mia montagna e stare bene con la gente. Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica, man mano che crescono i followers, di pari passo aumentano le gelosie, è un fenomeno già visto un po' ovunque. Ma non mi fermo, sorrido e resto la Giselda di sempre, nella mia semplicità».


Raccontaci una giornata tipo
«Sveglia presto, specie se devo uscire per fotografare l'alba, il mio scatto preferito. Se ho tempo, durante il giorno, vado a camminare a Camparoneta, sulle Meatte o lungo le creste dei Solaroli. Mi piace mettermi alla prova, spesso allungo fino a trenta chilometri tra i sentieri del Grappa. Immancabilmente porto a casa un nuovo selfie e poi, se mi piace, lo pubblico. Nel frattempo, in malga c'è da lavorare, quindi accendo la stufa, preparo la cena, do il cibo agli animali. Sotto le coperte, a fine giornata, lo scaldino ad acqua prepara le lenzuola belle calde, perché in camera non c'è il riscaldamento. E nemmeno il bagno, il WC è all'esterno come una volta».


Come concili il lavoro con la vita in malga?
«Scendo spesso a Crespano durante la settimana, tramite la Strada Cadorna, necessariamente per entrare in fabbrica ma per fortuna è un'attività a turni, che mi occupa soltanto al mattino o al pomeriggio. Sono quindi riuscita a sincronizzare il lavoro con la mia vita alle Bocchette».


Il tuo sogno nel cassetto?
«Mollare tutto per vivere quassù, 24 ore su 24. Il mio grande desiderio è riportare in malga le mucche, come ai tempi di mio nonno, unendo una piccola attività agrituristica con la vendita di prodotti agricoli e caseari, d'altronde da bambina avevo imparato a fare il burro, con il burcio. E perché no, diventare guida escursionistica, così potrei portare le persone a vivere quelle stesse sensazioni che mi hanno permesso, un giorno, di innamorarmi di questi luoghi».
 

 

Ultimo aggiornamento: 28 Dicembre, 07:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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