Giulia Depentor, l'influencer dei cimiteri. Con il suo Camposanto Podcast è diventata famosa, ma ammette: «Ho paura dei fantasmi» Foto

Venerdì 7 Aprile 2023 di Alessandro Marzo Magno
Giulia Depentor, l'influencer dei cimiteri

Giulia Depentor, una quarantenne di San Donà che vive a Treviso, è diventata famosa con il Camposanto Podcast: 40 episodi per un totale di quasi 18 ore di registrazione. Ha iniziato tre anni fa col cimitero di San Michele in isola a Venezia, la prossima tappa sarà all’Highgate di Londra, con leggende di fantasmi: «Confesso che mi fanno paura».

L'influencer dei cimiteri si chiama Giulia Depentòr, è nata 40 anni fa a San Donà di Piave e ora vive a Treviso, dopo esser passata per Parigi, Barcellona, Berlino e la Nuova Zelanda.

Il suo Camposanto podcast contiene quaranta episodi, per un totale di quasi diciotto ore di registrazione; ha esordito tre anni fa con il cimitero di San Michele in isola, a Venezia, e il più recente è al momento il cimitero ebraico di Ferrara e la tomba di Giorgio Bassani. I podcast Camposanto si possono ascoltare scaricandoli da tutte le principali piattaforme, oppure dal sito giuliadepentor.it, il suo profilo Instagram ha 7.500 follower, ribattezzati Camposanter per l'occasione.


Depentor (il nome non è esotico, ma veneziano, qualche suo antenato faceva il pittore, "depentòr", aggettivo con il quale venivano qualificati anche i grandissimi, come Tintoretto o Veronese) lavora nel marketing e nella comunicazione, attualmente per un'azienda americana. Quando viveva a Berlino si era avvicinata al mondo dei podcast per promuovere i corsi di lingua della società per cui lavorava, ha applicato il galileiano «provando e riprovando» e ha provato finché non ha imparato. Poi è arrivato il lockdown. «Ho sempre avuto la passione dei cimiteri. Guardare come le persone si organizzano per la morte, mostra come sono nella vita, costituiscono un viaggio nella cultura del paese», dice Depentor, «e ho provato a vedere se ci fossero podcast sui cimiteri, non c'erano e così ho deciso di farli io. Ho subito avuto un grande successo, non pensavo ci fossero tanti appassionati. Tanti mi hanno scritto ringraziandomi per aver sdoganato l'argomento. Quindi ho cominciato dal cimitero di Venezia, che è anche una delle puntate più ascoltate. È uno dei cimiteri più belli che abbia mai visitato, si gode di una vista di Venezia che non si vede da nessun'altra parte. Certo, ho visto le tombe celebri: Igor Stravinskij, Sergej Diaghilev, Ezra Pound, Christian Doppler, ma ciò che mi ha colpito è una tomba vicino alla sezione ortodossa. Proprio all'inizio del podcast racconto la storia che si legge in una lapide: un uomo nel 1888 perde la moglie Ernestina Bembo che muore di parto assieme al bambino. Scrive una lettera dicendo "siete morti entrambi" e aggiunge che la moglie "mi lasciò derelitto con cinque figli" e poi che "la tomba qua dietro mi attende". In effetti la tomba della moglie è addossata al muro, se si fa il giro attorno al muro, dall'altra parte c'è la sepoltura del marito. Mi ha colpito perché non è comune trovare lapidi scritte in questo modo, che si rivolgono direttamente ai defunti».


RICERCATRICE
«A me interessa il contesto storico e artistico, vado alla scoperta di storie che mi colpiscono», continua Depentor, «entro in modo totalmente libero nei cimiteri, vado a caso, mi lascio trasportare da una lapide con una dicitura un po' strana. Per esempio nel cimitero di Caorle è sepolto un uomo che è morto lì mentre stava costruendo il muro di cinta del cimitero stesso. Nel cimitero di Berlino ho visto quattro tombe di bambini di tre anni morti nello stesso giorno. Era chiaro che dovesse essere successo qualcosa, quindi sono andata a vedere il "Berliner Morgenpost" e ho scoperto che la vigilia di Natale del 1975 c'era stato un incendio in un asilo infantile e quei bambini erano morti tra le fiamme. Alcune storie le trovo da me, altre me le segnalano».


Ci sono state amministrazioni comunali che hanno chiamato l'influencer dei cimiteri chiedendole di occuparsi del camposanto locale, per esempio Cavriago (Reggio Emilia), dove il cimitero napoleonico ha una sezione riservata agli anarchici, oppure persone che le hanno dato indicazioni e contatti. Mentre stava pensando a come parlare della tomba Brion, a San Vito di Altivole, ha ricevuto una telefonata della moglie dell'architetto Guido Pietropoli, che aveva lavorato con Carlo Scarpa, il geniale progettista della sepoltura monumentale di Giuseppe Brion, fondatore della Brionvega, e della sua famiglia. Il podcast, quindi, contiene anche un'intervista a Pietropoli.


MISTERI
Depentor è riuscita a identificare il cimitero di cui parla Dino Buzzati in uno dei racconti della raccolta "Misteri d'Italia". Lo scrittore andava in questo cimitero stregato con il medium Bruno Lava e descrive fenomeni misteriosi: se si lanciavano sassolini dentro il muro di cinta, tornavano indietro, le lapidi vibravano oppure volavano. Si tratta del cimitero di Lanzago di Silea, oggi non più esistente, è diventato un orto. Giulia Depentor si è recata sulle tombe di Goffredo Parise, a Ponte di Piave (le ceneri riposano nel giardino di quella che è stata la sua ultima casa), di Cesare Pavese a Santo Stefano Belbo (Cuneo), di Fernanda Pivano, a Staglieno (Genova).


«Parlo solo dei cimiteri che visito di persona», precisa l'influencer, «come i tre cimiteri di guerra delle Dolomiti dove sono stata, il Sacrario militare di Pocol, quello di Pian di Salesei, e il cimitero dedicato ad Adriano Lobetti Bodoni, a Santo Stefano di Cadore. Mi ha particolarmente impressionato il cimitero di Pocol, costruito negli anni Venti: sembra di entrare in un quadro di De Chirico».


ALL'ESTERO
In genere Depentor prepara nove episodi alla volta e poi si ferma un po' di mesi, ha recuperato le storie di cimiteri che aveva visitato nel corso dei suoi viaggi e ora, quando va da qualche parte, non manca mai di vedere il camposanto, o anche luoghi ricchi di spiritualità, come Cape Reinga, il promontorio più settentrionale della Nuova Zelanda, da dove i Maori affermano che gli spiriti dei morti spiccano il volo verso l'oceano. In Giappone ha parlato del memoriale delle vittime di Hiroshima, «un luogo molto toccante», oppure quando è stata a Rarotonga, nell'arcipelago delle isole Cook, non riusciva a trovare il cimitero, perché i morti vengono sepolti nei giardini delle case. «Vedevo tombe qua e là, poi mi hanno spiegato che la morte è ritenuta parte integrante della vita, non ne hanno paura perché la ritengono una cosa del tutto familiare».


Qualche problema, invece Depentor ce l'ha con i luoghi dove sono esposte le salme o gli scheletri, come il cimitero dei cappuccini a Palermo, oppure le mummie di Urbania, o ancora San Bernardino delle Ossa, a Milano: «Non mi piacciono i cadaveri», osserva, «preferisco rimanere in superficie». La prossima tappa sarà il cimitero di Highgate, a Londra, un luogo dalle architetture neogotiche, con leggende di fantasmi che però Giulia Depentor non apprezza: «Mi fanno paura», dice. Il cimitero dove le piacerebbe andare è quello di Halifax, in Canada, dove sono sepolte le vittime del naufragio del "Titanic". I podcast da fare sono ancora tanti, tantissimi.

Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 11:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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