Nicolò, un solo polmone e una gamba ricostruita: corre 4 maratone in 29 giorni

Martedì 4 Aprile 2023 di Maurizio Ferin
Nicolò Pierni, 32 anni, di Belluno, alla Maratona di Milano di domenica 2 aprile

BELLUNO - Altro che 7 kg in 7 giorni, come nel celebre film del 1986 con Verdone e Pozzetto. Nicolò Pierni, che peraltro non ha bisogno di diete dimagranti, ha corso 4 maratone in 29 giorni.

La prima domenica 5 marzo, a Bologna, conclusa con il record personale di 3h10’09”; la seconda due settimane dopo a Roma, il 19 marzo: 3h26’16” il crono; terza tappa, la maratona del Garda (26 marzo), completata in 3h26’58”; quarto appuntamento con i 42,195 km più simbolici del pianeta, domenica scorsa a Milano, in 3h14’44”.


NEONATO DI 900 GRAMMI
E Nicolò, per chi non lo conoscesse, deve fare i conti fin dalla nascita, 32 anni fa, con una serie di problemi non di poco conto. Mamma Denise lo mise al mondo al settimo mese di gravidanza, 27 settimane invece della consuete 40 nel grembo materno. Un neonato di soli 900 grammi, meno di un chilo di peso. Le conseguenze di essere quindi un “grande prematuro” le sopporta tuttora, qualche anomalia cardiaca e un polmone solo per esempio. Senza dimenticare che è audioleso. Si capisce bene quindi come per lui ogni nuovo capitolo di una vita meno semplice di quelle “normali” rappresenti una sfida.


GELINDO BORDIN IL MODELLO
In questo periodo Nicolò è entrato in una dimensione di corridore alla Gelindo Bordin, non a caso citato dal maratoneta bellunese come punto di riferimento e modello per criteri e carichi di allenamento. Una dimensione che affianca alla capacità di sopportare la fatica un’interpretazione totale, forse mistica, della corsa. Nicolò studia i miti del passato, ieri in un messaggio ha inviato una citazione di Emil Zátopek («Non ho abbastanza talento per correre e sorridere insieme» diceva il mezzofondista cecoslovacco 4 volte oro olimpico, per tutti la “locomotiva umana”), non prima di inquadrare le sue fatiche agonistiche in un contesto più generale di allenamento: «Le 4 maratone in un mese? In realtà io ho nelle gambe 800 km nelle stesse settimane. E se aggiungiamo le passeggiate, la piscina (pratica anche nuoto agonistico in acque libere, ndr) e la bici, arriviamo a mille km». Ritmi insostenibili per i più: «Gelindo Bordin correva 250 km a settimana per allenarsi, io “sotto carico” ne faccio 200, altrimenti almeno un centinaio», racconta Nicolò. Nel suo mirino sta mettendo una serie di primati nella categoria T44 dell’atletica paralimpica, nella quale spiega di poter rientrare non per i problemi legati alla nascita prematura, ma per le conseguenze dell’incidente motociclistico del luglio del 2019, in particolare la “ricostruzione” di una gamba («dal ginocchio al piede»).


RECORD MONDIALI IN PISTA
«Dopo queste maratone sto pensando a 5 e 10 mila in pista - conferma Nicolò, tesserato per l’Atletica Dolomiti di Belluno -: i record mondiali T44 sono 29’30” e 1h03’». Tempi tranquillamente alla sua portata: «Domenica nella maratona di Milano sono passato al decimo km in 42 minuti», assicura Pierni.


LA MOTIVAZIONE
In attesa delle prossime prestazioni, la mente torna alle 4 maratone in 29 giorni e alle parole che Nicolò scelse per spiegarci, in un’intervista pubblicata un mese fa, dopo il record mondiale T44 stabilito a Bologna, cosa lo spinga: «La mia motivazione? Partiamo dal concetto che io non devo niente a nessuno, se non a mia madre. Corro per passione, per la mia salute, per un senso di rivalsa. La vita mi ha tirato tante sberle, rialzarsi per me è la normalità. A me piace quando la gente mi dice “quella cosa non riesci a farla”. Io non rispondo, non dico niente, lavoro a testa bassa. Mi piace dimostrargli il contrario. Una volta lo facevo per gli altri, adesso per me stesso. Non ci sono limiti, né scuse. Se la vuoi, una cosa, te la vai a prendere».

Ultimo aggiornamento: 16:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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