Il ginecologo in pensione prende la seconda laurea a 75 anni: «Mi annoiavo»

Domenica 2 Aprile 2023 di Egidio Pasuch
Mauro Viani si è di nuovo laureato a 75 anni

SEDICO - Non è mai troppo tardi. Neanche per ottenere una seconda laurea. Neanche se ormai da una vita sei abituato a sentirti chiamare dottore. Mauro Viani, classe 1948, mercoledì scorso, si è laureato in Scienza della mediazione linguistica nella sede di Roma della Ssml San Domenico.

Anche lui, al pari di Eleonora Pescosta, di cui abbiamo scritto di recente, si è laureato dopo aver frequentato i corsi del Campus Unidolomiti per tutta la durata della “triennale”. «Per Mauro – spiega Francesca Ferrazza, del coordinamento di Unidolomiti - è la seconda laurea. La prima l’aveva ottenuta in Medicina e gli era servita per svolgere fino a pochi anni fa la professione di ginecologo in vari ospedali del Veneto». 

IL TRAGUARDO Il dottor Viani è originario della provincia di Roma, ma vive a Pedavena ormai da diversi anni ed è «un nonno amorevole e premuroso». Nel suo percorso di Mediazione linguistica ha approfondito due lingue, l’inglese e il tedesco, non disdegnando comunque un’infarinatura di spagnolo, studiato però solo al primo anno. Viani si è laureato con una tesi dal titolo “Olivetti e Mattei, vite parallele”. In essa il neodottore in Mediazione linguistica prende in considerazione due figure importanti per l’Italia del ‘900. La tesi è stata redatta in italiano, inglese e tedesco. Sabato (primo aprile) nella sede di Unidolomiti, nella zona industriale del Gresal, avrà luogo la presentazione di tre lauree tra cui quella della Pescosta sul turismo nelle Dolomiti alla fine dell’Ottocento.

LA SCELTA Ma perché quest’idea di affrontare un nuovo corso di studi universitari, una volta in pensione? «La ragione è duplice – spiega Viani -. Il primo motivo è stato per vincere se non la noia, almeno la monotonia della pensione. La seconda ragione era dovuta all’opportunità che mi veniva data da questa interessante esperienza avviata da Unidolomiti in provincia, un’opportunità che ho voluto afferrare al volo, rimettendomi a studiare a 72 anni». Quanto centra la passione per i viaggi? «Non è stato il motivo principale, anche se mi piace viaggiare - confessa il dottore -. Ma non sono un avventuroso e per quel che mi interessa l’inglese che mastico, anche se non è di prim’ordine, mi basta». 

LA TESI E sulla scelta dell’argomento della tesi su Mattei e Olivetti il dottore Viani spiega: «Il mio lavoro scaturisce da tre eventi del 2022: la crisi energetica innescata dal conflitto russo-ucraino; il sessantesimo anniversario della morte di Enrico Mattei e l’inaugurazione del super computer Leonardo al Tecnopolo di Bologna. Nella mia dissertazione non mi sono occupato del conflitto, ma ho voluto ricordare la figura dell’audace “petroliere senza petrolio” e il precursore dell’elettronica italiana, Adriano Olivetti, due grandi imprenditori, diversi per origine, formazione, carattere e stile di comando, ma con in comune la medesima concezione del ruolo etico e sociale dell’impresa, la strategia organizzativa e la fine improvvisa». Di Olivetti Viani ha messo in risalto l’idea che «il ruolo etico dell’impresa si realizza nella comunità da lui concepita come un territorio omogeneo in cui l’impresa promuove in modo armonico la programmazione territoriale e urbanistica, la cura della natura, la promozione della cultura e dei servizi sociali». «Per Mattei, uomo di provincia autodidatta – spiega invece Viani - il ruolo dell’Eni, la sua impresa, deve mirare all’indipendenza energetica dell’Italia come presupposto dell’indipendenza economica e politica necessarie per lo sviluppo della nazione: ruolo che egli perseguirà con tenacia e coraggio, che alla fine pagherà caro. Per entrambi il lavoro industriale non è solo un mezzo di mera sussistenza, ma uno strumento di promozione dei talenti e della dignità della persona, oltreché come motore di sviluppo economico della società». 

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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