PORDENONE - Il colpo di scena si è materializzato giovedì o venerdì della settimana scorsa. Una lettera della Soprintendenza nazionale con tanto di timbro di Roma, indirizzata agli uffici del Comune. Cosa c'e scritto? In pratica che la Sovrintendenza notificava al sindaco, in riferimento al progetto di riqualificazione dell'ex Fiera, che gli alberi presenti sull'area interessata dai lavori, avendo più di 70 anni devono essere considerati, come gli edifici, sottoposti a vincolo. In pratica non possono essere abbattuti. Nelle righe finali un ulteriore passaggio indica che l'eventuale taglio può essere autorizzato solo ed esclusivamente se le piante manifestino malattie tali da indebolirne la staticità. Ovviamente il tutto dovrà essere certificato da una relazione di un agronomo iscritto all'albo. Questo, pur a grandi linee, il contenuto della missiva che di fatto, almeno per ora, ribalta la questione e blocca la volontà, certificata in maniera indelebile dal sindaco anche nel consiglio dell'altra sera, di passare in rassegna con la motosega i 53 tigli.
La situazione
Di sicuro la lettera della Soprintendenza apre nuovi scenari sulla vicenda, rinforza e rigenera le associazioni che si stanno muovendo in città per salvare le piante e rinsalda pure l'opposizione. Non c'è dubbio, infatti, che se le manifestazioni a tutela dei tigli, con molte persone al seguito, hanno avuto il merito di smuovere la questione e di farla arrivare fino a Roma sul tavolo della Soprintendenza, i due capigruppo, Marco Salvador (Civica) e Nicola Conficoni (Pd) sono riusciti a mettersi di traverso e a bloccare, almeno per ora, il taglio delle 53 piante.
Non cantare vittoria
Resta il fatto che per i difensori delle piante è ancora troppo presto per cantare vittoria. Il sindaco, infatti, non ha alcuna voglia di ammainare la motosega e pur confermando l'arrivo della lettera spiega che la questione è tutta aperta. «Effettivamente - attacca - la nota della Soprintendenza è arrivata. Però richiama una legge generale che va interpretata. Non si capisce, infatti, dove deve essere posto il vincolo. Per questo stiamo cercando di capire che cosa intenda dire la Soprintendenza e per questo parleremo con il soprintendente. In ogni caso abbiamo anche fatto una serie di interrogativi: la situazione del luogo, l'età degli alberi, a cosa si riferisce il vincolo, come era il sito prima che arrivassero gli alberi. È tutto in divenire, dunque, Sino a quando non ci sarà il parere definitivo rispetto alle interpretazioni delle norme è una prescrizione che ci si poteva anche aspettare. Credo - va avanti Ciriani - che prima di gridare vittoria "Il Tiglio verde" dovrebbe andarci cauto. È una prescrizione assolutamente generica.
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Non si molla
Chiaro, dunque, il pensiero del primo cittadino: sarà fatto tutto il necessario per cercare di non dover modificare il progetto. Il primo studio del Comune sarà quello di capire da quanto tempo sono stati piantati i tigli collocati nell'area interessata dalle costruzioni. Cosa diversa per i filali perimetrali che effettivamente sono vincolati, ma non sono previsti tra gli abbattimenti. Certo è che la Soprintendenza ha fatto agitare il sonno del sindaco.