MASSANZAGO (PADOVA) - Prima la rapina e poi l'investimento di una delle vittime. Adesso la Procura ha chiesto il giudizio per Marco Abedalla 35 anni di Santa Maria di Sala (Venezia) e il complice Alfonso Abbruzzese 30 anni di Vigonza. Quest'ultimo è una vecchia conoscenza delle forze di polizia. Insieme ad altri dieci nomadi ha truffato don Albino Bizzotto, il padre dei Beati i costruttori di pace, e per questa accusa ha patteggiato davanti al Gup un anno e dieci mesi. I due, secondo l'accusa rappresentata dal pubblico ministero Benedetto Roberti titolare delle indagini, il 27 febbraio dell'anno scorso a Massanzago hanno aggredito e derubato due agricoltori fuggendo con un bottino di 1.300 euro in contanti e diversi gioielli.
I FATTI
Quel giorno Abedalla e Abbruzzese all'interno di una Ford Focus, si sono avvicinati a un furgone Ford Transit posteggiato a bordo strada accanto a un campo. I proprietari, due fratelli agricoltori, stavano lavorando sull'appezzamento. I due nomadi hanno rovistato nell'abitacolo del furgoncino e hanno arraffato due borselli contenenti 800 euro, una collana in oro giallo e bianco, un anello in oro giallo, una fede nuziale e un telefono cellulare. Poi hanno anche trovato e rubato altri 500 euro in contanti.
L'INSEGUIMENTO
I due fratelli si sono accorti di essere stati derubati e si sono precipitati a bordo del furgone.
LE INDAGINI
I due fratelli in un secondo momento hanno presentato denuncia ai carabinieri della stazione di Trebaseleghe e sono scattate le indagini. Gli inquirenti sono riusciti a risalire all'identità dei due nomadi, non solo grazie alla descrizione fornita dalle due vittime, ma attraverso alcune immagini registrate da un paio di telecamere della videosorveglianza. Abbruzzese e Abedalla sono stati accusati dei reati di rapina e di lesioni, il prossimo 30 maggio dovranno comparire davanti al giudice dell'udienza preliminare.