MILANO - Nell'esercizio 2021, le vendite nette di Safilo hanno raggiunto 969,6 milioni di euro (+26,3% a cambi costanti rispetto al 2020 e +7,5%sul 2019). Le vendite organiche hanno rappresentato il principale motore di crescita rispetto ai livelli di business pre-pandemia, in progressione del 10,5% a cambi costanti rispetto al 2019, grazie al forte sviluppo registrato dai principali brand del gruppo, da Smith e Carrera a Kate Spade, Tommy Hilfiger e Hugo Boss. D'altra parte, la strategia di turnaround del portafoglio marchi attuata da Safilo negli ultimi due anni attraverso le acquisizioni di Privé Revaux e Blenders e l'avvio delle nuove licenze di David Beckham, Missoni, Levìs, Isabel Marant, Ports e Under Armour, «ha consentito un efficace compensazione del calo del business derivante dalle licenze terminate a fine 2020 e al 30 giugno 2021» viene aggiunto. ll risultato netto di gruppo adjusted è stato pari a un utile di 27,4 milioni di euro rispetto alla perdita di 50,1 milioni del 2020 e alla perdita netta adjusted di 6,5 milioni del 2019. Il margine netto di gruppo adjusted è stato pari al 2,8% delle vendite. Il Free Cash Flow è stato pari a un leggero assorbimento di cassa pari a 2,7 milioni rispetto al Free Cash Flow prima delle acquisizioni, negativo per 31,3 milioni registrato nel 2020. Il board non ha ritenuto opportuno proporre la distribuzione di un dividendo alla prossima assemblea degli azionisti, che si terrà il 28 aprile 2022 in unica convocazione.
Quanto alle prospettive, «il contesto economico in cui il gruppo opera è ancora influenzato dagli sviluppi della pandemia da Covid-19, e più recentemente dal conflitto in Ucraina (le vendite in Russia e Ucraina rappresentano meno del 2% del business totale), nonché dalle pressioni inflazionistiche globali».
L'analisi dell'ad Trocchia
«Lo straordinario lavoro svolto nel 2021 dalle persone Safilo in tutto il mondo - ha commentato l'amministratore delegato, Angelo Trocchia - è stato ripagato con risultati molto importanti, che hanno evidenziato un forte incremento del business rispetto al 2020 e, cosa ancora più rilevante, un significativo miglioramento rispetto ai livelli pre-pandemia del 2019.