Bambino morto affogato in piscina. Christian è rimasto sott'acqua per 5 lunghissimi minuti

Sabato 14 Agosto 2021 di Marina Lucchin
Bambino morto affogato in piscina. Christian è rimasto sott'acqua per 5 lunghissimi minuti
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PADOVA - Cinque minuti sott'acqua: Christian Menin è morto annegato. Non ci sono lesioni o escoriazioni sul corpicino del piccolo morto lunedì alle piscine comunali di San Pietro in Gu. E sarebbe escluso anche il malore. Sarebbe confermato, dunque, l'ingresso volontario del bambino in acqua, con la cuffietta calata sulla fronte, senza braccioli, ma specialmente, senza che nessuno lo controllasse.

Almeno per quei 5 lunghissimi minuti in cui è finito con la testa sott'acqua, che l'hanno ucciso. 


È quanto si evince dai primi risultati - seppur parziali - dell'autopsia eseguita giovedì pomeriggio dal professore Andrea Porzionato sul corpo del piccolo. Risultati che fanno escludere alcune ipotesi: Christian non sarebbe caduto accidentalmente nella vasca da un metro e venti centimetri di profondità. Non sarebbe stato spinto. La relazione conclusiva del medico legale incaricato dalla Procura verrà depositata a settembre. Con questi primi elementi però, l'indagine, coordinata dal pubblico ministero Roberto D'Angelo e condotta dai carabinieri del nucleo investigativo, ora si concentra sulle responsabilità: perché nessuno ha visto un bimbo con il capo riverso sott'acqua per cinque minuti? 


LA SITUAZIONE

L'esito dell'esame e le testimonianze (una trentina) sia dei presenti che dei bambini che giocavano con Christian (incolpevoli spettatori inermi della tragedia), che verranno ascoltati tutti in audizione protetta, ha eliminato delle piste. Per i periti incaricati dalla difesa degli imputati, però, è da indagare ancora la possibilità di un malore in acqua che abbia ucciso Christian più velocemente dell'annegamento. Un arco di tempo ben più limitato di quei cinque minuti di black out che giustificherebbe il motivo per cui né i bagnini, né i genitori si sarebbero accorti di quello che stava accadendo. Per questo durante l'autopsia sono stati prelevati alcuni campioni di tessuto che verranno analizzati.  Fonti ufficiali evidenziano però che i polmoni del bimbo erano pieni di acqua e per arrivare a questa situazione vuol dire che il piccolo è rimasto sotto abbastanza a lungo, situazione che escluderebbe il malore. Inoltre nel primo minuto - forse un po' meno per un bimbo così piccolo - chiamato in gergo tecnico fase della resistenza, una persona che sta per annegare si agita e cerca di riemergere. E questa è la domanda cui gli inquirenti vogliono dare una risposta: com'è possibile che nessuno si sia accorto di Christian mentre tentava disperatamente di tornare a galla?


LA DINAMICA

Ad accorgersi del bambino svenuto, pochi minuti prima delle 13 di lunedì, è stata la bagnina Maya Serraglio, 22 anni, che ha visto il piccolo in posizione verticale, con la faccia sotto il pelo dell'acqua. L'ha trascinato fuori e ha iniziato a praticargli il primo soccorso. Nel frattempo il collega Diego Poletto, bagnino 43enne e compagno di Michela Campana, 41 anni, che gestisce la società trevigiana Conca Verde che ha in appalto la piscina, è corso a prendere il defibrillatore. Christian è stato rianimato dai due fino all'arrivo dei sanitari del Suem e durante il trasporto in elicottero fino al pronto soccorso pediatrico di Padova, dove è stato dichiarato deceduto. I genitori Lisa Toniato di 26 anni ed Emanuele Menin di 30, si sono accorti che si trattava del loro figlioletto mentre gli stavano praticando la rianimazione. Tutti e cinque - il gestore, i bagnini e i genitori - sono stati iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio colposo. Fondamentale sarà capire se la normativa di sicurezza era rispettata nel polo natatorio, se i bagnini hanno operato come previsto. Ancor più difficile la situazione dei genitori che avrebbero perso di vista il figlioletto, certi che sarebbe andato a giocare a pallone e non in acqua.

 

 

Il NECROLOGIO

 

Ultimo aggiornamento: 18:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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