SAN PIETRO IN GU (PADOVA) - «Non è possibile che nessuno si sia accorto di nulla. Non in una giornata così, con un sacco di persone in ogni angolo. Un bambino che annega grida, si dibatte. Non è possibile che nessuno abbia visto niente». Osserva attonita l'ingresso dell'impianto delle piscine comunali una donna che sperava di passare un pomeriggio di relax e che invece si è trovata ad apprendere con sgomento della morte del piccolo Christian Menin, 7 anni ancora da compiere. Un paio d'ore dopo la tragedia che ha spezzato la giovane vita del bambino di Limena, nelle piscine gestite dalla società Conca Verde di Borso del Grappa (Treviso) il clima era festoso e invaso dalle risate di decine di altri piccoli, ignari del dramma consumatosi poco prima.
Bimbo annegato: cosa è successo
Erano le 12.45 quando, nella moltitudine di bimbi che giocavano nella piscina centrale della struttura, una bagnina ha notato qualcosa che l'ha immediatamente messa in allarme. A pelo d'acqua, immobile e con il volto rivolto verso l'acqua, galleggiava un corpicino di bambino. La ragazza, una 22enne vicentina di Bressanvido, si è immediatamente lanciata nella vasca, raggiungendo il piccolo e trascinandolo a riva. I minuti seguenti sono stati un concentrato di agitazione, terrore, paura, ma sempre con un filo di speranza a cui aggrapparsi. Mentre i gestori del complesso allertavano il 118, i bagnini hanno praticato il massaggio cardiaco al piccolo Christian. Hanno usato anche il defibrillatore per far ripartire il suo cuore che ormai però batteva lento. Troppo lento. Ancora e ancora ci hanno provato, ma senza risultati. Tutti speravano che l'ennesimo colpo, l'ennesima scarica, riuscissero a fargli sputare fuori l'acqua e che il bimbo riprendesse i sensi, facendo finire con un enorme spavento ma con un sospiro di sollievo quella disavventura da incubo. Invece Christian non si è svegliato. Neanche quando i medici arrivati dall'ospedale di Cittadella in ambulanza hanno continuato con le pratiche salvavita. Neanche quando lo hanno fatto i sanitari arrivati con l'eliambulanza da Padova, dove lo hanno caricato d'urgenza partendo per un disperato volo contro il tempo.
Morte inspiegabile
In azienda ospedaliera sono arrivati anche papà Emanuele e mamma Lisa Toniato, immobili e inconsolabili nell'attendere che dal reparto intensivo uscisse un medico a dire loro Tutto a posto, si è ripreso. Invece no, i medici hanno dovuto dar loro una notizia del tutto diversa. Devastante. Definitiva. Erano le 14.20 di ieri. Un'ora e mezzo prima Christian giocava e rideva tra gli schizzi d'acqua. Ora era esanime in un letto d'ospedale. Morto. Un dramma che ha straziato l'intera, grande famiglia del piccolo e la cui è eco è ben presto risalita fino a San Pietro in Gu, insinuandosi nella gioia e nella spensieratezza di un caldo lunedì da passare a bordo piscina. Un dramma che al momento è ancora alla ricerca di una spiegazione definitiva. «Credo e spero che si sia sentito male all'improvviso, che abbia perso i sensi prima ancora di rendersi conto di stare male commentava un uomo all'ingresso delle piscine poche ore dopo l'intervento dei sanitari. Come potrebbe essere annegato mentre era circondato da altri bambini? Mentre i suoi genitori erano lì accanto?».