Strage della Marmolada, riconosciute altre due vittime. Trovato un decimo corpo. Arrivata la presidente del Senato Casellati. Zaia: «Verso la chiusura dell'area»

Giovedì 7 Luglio 2022
Strage della Marmolada, l'arrivo del presidente del Senato Elisabetta Casellati
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Strage della Marmolada. Questa mattina, 7 luglio, sono stati ritrovati resti di altri dispersi e attrezzatura tecnica. A fare la scoperta i soccorritori impegnati dall'alb nelle operazioni sui detriti del seracco crollato domenica. Intanto salgono a 10 - l'ultima è stata ritrovata nelle ultime ore - le vittime accertate del disastro del 3 luglio scorso, due delle quali sono state riconosciute dai familiari oggi. Quindi alla fine i corpi ritrovati sono 10, dei quali 6 riconosciuti dai familiari: si tratta della trentina Liliana Bertoldi ed e dei veneti Flippo Bari, Tommaso Carollo e Paolo Dani.

a cui si aggiungono i due nuovi riconoscimenti effettuati questa mattina a Canazei. Si tratta di cittadini di nazionalità ceca. Le persone - tutte di nazionalità italiana - reclamate dai familiari che risultano ancora disperse sono attualmente cinque, in attesa dei riscontri scientifici del Reparto investigativo speciale dell’Arma dei carabinieri. Dei cinque, quattro salme sono state già recuperate ma non sono state identificate, quindi sotto le macerie della frana ne dovrebbe essere rimasta solo una. Ad oggi sono sette i feriti coinvolti nel tragico evento di domenica scorsa che si trovano ricoverati in strutture ospedaliere, dei quali tre in Veneto e quattro in Trentino.

La presidente Elisabetta Casellati a Canazei
 

È arrivata nel pomeriggio  a Canazei, in Trentino, la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. In mattinata era giunto nell'abitato della val di Fassa anche il governatore del Veneto, Luca Zaia.

«Sono qui per testimoniare la mia vicinanza a tutte le famiglie delle vittime, la mia preoccupazione per feriti e dispersi e la mia gratitudine per tutti i soccorritori che hanno lavorato in sinergia con le istituzione- dice la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati che ha partecipato a un incontro a Canazei con i soccorritori che sono al lavoro dal giorno della valanga. «Questa è una ferita non solo di questo territorio, ma dell'Italia intera»

Riconosciute altre due vittime

«Abbiamo fatto un riepilogo della tragica situazione. Rispetto ai numeri di ieri la novità è che due persone sono state riconosciute, due cittadini della Repubblica Ceca e quindi il controllo dei numeri le vittime sono 10, di queste, sei riconosciute. I quattro di ieri più i due riconosciuti questa mattina dai famigliari, che si sono recati dove ci sono le salme ed è stato eseguito il riconoscimento». Lo ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, durante il punto stampa a Canazei.

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Le ricerche riprendono domani alle 6.15

Domani mattina, 8 luglio, una squadra di ricerca interforze «vista e udito» tornerà sull'area interessata dal distacco del ghiacciaio della Marmolada. Le operazioni si svolgeranno con le stesse modalità utilizzate oggi. «Sì inizierà alle 6.15 con la squadra sul posto e si proseguirà fino alle 9 circa, a seconda delle condizioni e delle temperature», ha spiegato Fugatti. «Questa è una tragedia inevitabile, unica nel suo genere, a sentire i racconti di chi la montagna la conosce bene. Alle famiglie esprimo vicinanza e faccio sapere che lavoreremo fino in fondo per trovare i loro cari», ha aggiunto Zaia, che sabato, come Fugatti, sarà a Canazei per la giornata di lutto cittadino. Una squadra del Ris di Parma è al lavoro da ieri in Trentino sui campioni biologici raccolti sui resti rivenuti dagli operatori. I primi raffronti con il Dna acquisto dai parenti delle persone scomparse è già in corso, ed i risultati sono attesi per domani. A quanto specificato, le analisi di laboratorio richiedono circa una giornata lavorativa. Tramonta, intanto, l'ipotesi di introdurre un sistema informativo basato su bandiere colorate, sull'esempio di quanto avviene nelle località di mare, ma è in studio una nuova ordinanza di interdizione dell'intera area del disastro. Nel frattempo un appello ai congiunti di superstiti, vittime e dispersi «per capire se c'è l'interesse comune a creare un'associazione e chiedere chiarezza su quanto avvenuto domenica» è stato lanciato da Luca Miotti, fratello di una delle vittime del disastro.

Le ricerche di oggi

Una squadra interforze e altamente specializzata ha infatti condotto un sopralluogo per cercare eventuali tracce non ancora individuate dai frequenti sorvoli di droni ed elicotteri. Nel corso della ricognizione sono stati ritrovati, seppur non in numero elevato, anche resti di escursionisti. Dopo un briefing verso le 5, gli operatori si sono spostati sulla montagna, dove stanno ancora operando. Si tratta di un intervento particolarmente rischioso, dato che una parte della calotta interessata dal disastro, grava ancora sul pendio sottostante. Si sta intervenendo anche con i cani. Questa notte ha piovuto, quindi il terreno è stato pulito da polvere e pietrisco, la temperatura si è abbassata, il cielo è terso e non c'è vento, condizioni meteo ideali per la ricognizione sul posto con un minimo di sicurezza in più per gli operatori. La giornata ha avuto inizio questa mattina alle 5, con un primo momento di briefing. Verso le 6 l'elicottero ha portato in quota gli operatori per ispezionare la parte più bassa del distaccamento. L'operazione sul campo ha avuto inizio alle 6.30 e si è conclusa alle 9.15. Le operazioni si sono svolte con un controllo di sicurezza compatibile con la situazione esistente grazie a sistemi di controllo e valutazione della temperatura.



ORE 10, operazioni conlcuse. I 14 operatori con i 2 cani della Guardia di Finanza specializzati sono rientrati a Canazei al termine delle operazioni di ricerca via terra nell'area interessata dal distacco del ghiacciaio della Marmolada, a valle della colata. Lo riferisce la Provincia autonoma di Trento in una nota. Nel corso delle ricerche - conferma la Provincia - ci sono stati dei ritrovamenti organici e di materiale tecnico. Il tutto è stato recuperato, trasportato a valle e consegnato per le analisi. Coinvolti nelle operazioni via terra il Soccorso Alpino e Speleologico Trentino, il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza con due unità cinofile, il Centro Addestramento Alpino di Moena della Polizia di Stato, i Vigili del Fuoco permanenti di Trento e il Soccorso Alpino dell'Arma dei Carabinieri.

«Questa mattina, nell'intervento interforze, abbiamo perlustrato una zona che non era stata ancora fatta, due chilometri sotto a dove si è distaccato il seracco. Con l'ausilio di due unità cinofile della guardia di finanza abbiamo risalito il crinale e la colata di ghiaccio. Abbiamo trovato diversi reperti, sia tecnici, sia organici. Altri reperti li abbiamo trovati in un'altra parte della colata. Con lo scioglimento, in basso, cominciano a emergere nuovi reperti, in alto la situazione è stabile». Lo ha detto Paolo Borgonovo, ispettore del centro di addestramento alpino della polizia di Moena, che ha partecipato all'intervento di questa mattina sul ghiacciaio. «La situazione era pericolosa, ma eravamo sorvegliati, abbiamo messo tre vedette, avevamo i sismografi puntati sul seracco e avevamo stabilito delle vie di fuga, quindi eravamo preparati a qualsiasi eventualità, con elicotteri e allarmi sonori. Avevamo deciso la fine delle operazioni intorno alle 9 perché con il riscaldamento iniziava a sciogliersi il ghiaccio», ha spiegato Borgonovo, rilevando come la zona del disastro si estende per un lungo pendio, fino a blandire i prati sottostanti. Questa sera è previsto un briefing tra operatori in cui si deciderà se effettuare un nuovo intervento sul campo domani.

Zaia: verso la chiusura dell'area dell'incidente in Marmolada

«Stiamo elaborando assieme un provvedimento di chiusura in salvaguardia di chiusura di tutta l'area del disastro, e auspichiamo che a livello nazionale poi si attivi un tavolo per eventuali regole, che dovranno essere elaborate dai tecnici perché noi nono siamo nelle condizioni di stabilire delle regole». Lo ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia, in conferenza stampa. «Partecipiamo al lutto indetto in Val di Fassa, ne ho già parlato con il sindaco di Canazei e con il presidente Fugatti. Non sono belle giornate queste: pensiamo che ci sono ancora delle persone da riconsegnare ai famigliari e solo quattro degli undici morti e dispersi sono stati identificati». 

 

Marmolada, nessun movimento anomalo nel ghiaccio

«Da quando abbiamo istallato le strumentazioni di controllo del ghiacciaio non abbiamo visto movimenti anomali. Si vede il normale movimento del ghiacciaio, ma nella zona del distacco dove si è creata la scarpata e dove ci sono le crepacciature non si osservano movimenti né graduali né a scatti. Stiamo aspettando perché prima o poi qualcosa si muoverà: la parte che si è distaccata, con quella pendenze, è destinata a trovare una sua regolarità, ma non si può dire se avverrà nei prossimi giorni o nell'arco di anni». Lo ha detto il professor Nicola Casagli, dell'Università di Firenze, che sta monitorando i dati forniti dagli interferometri e dal radar doppler installati in quota. Il monitoraggio proseguirà almeno fino a settembre. «Gli strumenti ci permetteranno di fare delle previsioni, e penso che i dati serviranno anche a capire cosa è successo», ha aggiunto Casagli.

Gli esperti: non c'erano segnali di collasso

Prima del crollo di domenica, sulla Marmolada «non si sono osservati dei segnali evidenti di un collasso imminente. Salvo rarissimi casi, nei ghiacciai, a differenza delle frane, non vi sono sistemi di allerta che misurano movimenti e deformazioni in tempo reale». Lo sottolineano i ricercatori del Gruppo di lavoro glaciologico-geofisico per le ricerche sulla Marmolada, che da vent'anni studiano il ghiacciaio, coordinati da Aldino Bondesan, dell'Università di Padova, responsabile del Comitato Glaciologico Italiano (Cgi) per il coordinamento della campagna glaciologica annuale nelle Alpi orientali. Per gli studiosi inoltre i crepacci, che hanno avuto un ruolo fondamentale nel distacco, «erano visibili già da diversi anni e di per sé fanno parte della normale dinamica glaciale». Il distacco di seracchi è un fenomeno «frequente» nei ghiacciai, sottolinea il gruppo di studio, e «fa parte della normale dinamica glaciale», ma «più raro è il caso di collassi in blocco come quello verificatosi in Marmolada».

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Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 08:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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