BELLUNO - «Il gancio baricentrico è più sicuro». Paolo Bellodis, guida alpina e per 25 anni tecnico di elisoccorso del Cnsas, appeso a quelle corde ha salvato centinaia di vite. Molte le sue missioni, anche con il verricello. Insomma ha l’esperienza e l’autorità per parlare della questione che sta montando in questi giorni: l’assenza di gancio baricentrico in provincia, uno strumento sospeso sotto la struttura dell’elicottero a cui si appendono le corde per il trasporto di carichi esterni. «È stata una scelta sbagliata eliminarlo, un peccato - mette subito in chiaro Bellodis - la nostra morfologia dolomitica più adeguata al gancio baricentrico che al verricello».
IL LAVORO
Bellodis, 65 anni di Cortina, è ancora attivo sia come guida alpina, che come volontario del soccorso alpino. Ha terminato invece l’impegno come tecnico di elisoccorso che lo ha portato a fare centinaia di voli. Come quello più duro: la prima ricognizione su Rio Gere, dopo la tragedia di Falco avvenuta 14 anni fa in cui morirono Dario, Fabrizio, Marco e Stefano. E proprio la sicurezza è al centro della riflessione dello storico tecnico di elisoccorso in merito al caso scoppiato sull’assenza di gancio baricentrico in provincia. Una discussione nata dopo due soccorsi in parete verticale impossibili per Falco, sul Civetta e Marmolada: missioni poi compiute dall’Aiut Alpin di Bolzano con gancio baricentrico.
LA TECNICA
«Noi, qui in provincia, siamo nati con il gancio - ricorda Bellodis -, il verricello è venuto dopo, ma il gancio è molto più pratico in certe situazioni ed è anche più sicuro.
Una volta erano dinamiche, ora metà e metà un po’ statiche e un po’ dinamiche. Per capire: in arrampicata si usa solo la corda elastica, qualora l’alpinista fa il volo non subisce un arresto immediato che vorrebbe dire spaccarsi a schiena». «Il gancio baricentrico - racconta la memoria storica del soccorso alpino - è stato tolto anni fa privilegiando il verricello, ma questo comporta limiti all’operatività dell’elicottero, perché con il gancio ci si avvicina di più alla parete. Va detto che il gancio baricentrico implica maggiori collaudi dell’elicottero, maggiori prove, addestramenti, invece il verricello è una cosa collaudata, ma limitata: può portare al massimo 280 chili, il baricentrico puoi caricare più del doppio. Quindi con il verricello devi fare più viaggi per il recupero ed è più lenta la manovra».
LE MISSIONI
Bellodis, con centinaia di missioni, racconta come si operava con il gancio: «Si fa una valutazione insieme al pilota, perché ricordiamo che è un gancio agganciato sotto l’elicottero dove attacchi le corde delle misure che ti servono. Si fa quindi prima la ricognizione per vedere dove è il ferito poi da terra si decide insieme al pilota, si mettono le corde e da lì sale l’elicottero. Tu resti fisso sotto l’elicottero, sotto 25, 50 o 100 metri di corda. Recuperi la persona rimani sotto l’elicottero attaccato come uno yo-yo, il velivolo ti fa atterrare molto dolcemente a poi atterra a parte. Con il verricello invece ti fai calare e ti fai recuperare: è tutta un’altra tecnica di elisoccorso». «Ci vuole molto addestramento anche per i piloti, è più facile con il verricello - prosegue Bellodis -: per questo molti lo preferiscono». E ricorda le tante missioni con il gancio sulla Marmolada, a nord delle Tre Cime. «Ti permetteva di avvicinarti di più e di avere una maggiore probabilità di recuperare il ferito - sottolinea -. Io sono uscito da tecnico di elisoccorso nel 2012 e il gancio c’era ancora». E quando gli si chiede se aveva paura? «C’è talmente tanta simbiosi tra piloti e tecnici perché facevamo molte esercitazioni: io mi fidavo dell’elicottero e il pilota di me. Io guidavo il pilota da sotto, con il gancio sono io che do indicazioni, con verricello invece siamo noi che ci affidiamo completamente al pilota».