Rinata dopo quattro anni di lavori: la nuova vita dell’oasi naturale di Valle Averto

Mercoledì 15 Maggio 2024 di Roberta Brunetti
L'oasi di Valle averto

VENEZIA - Nel giro di quattro anni, a Valle Averto, sono raddoppiati i fenicotteri, passati da cinquecento a mille; è tornata a nidificare la sterna, con ben 70 coppie; è stato drasticamente ridotto il pesce siluro, specie aliena che con la sua voracità stava mettendo a rischio tutte le altre. E sono solo i primi e più evidenti risultati di un intervento di “restauro ecologico” dell’oasi del Wwf - in gran parte finanziato dall’Europa, all’interno del Progetto Life Forestall - destinato a far sentire i suoi effetti benefici anche nel lungo periodo: con migliaia di piantine messe a dimora, nel giro di un decennio, questo angolo di laguna guadagnerà anche una decina di ettari di bosco pregiato, testimonianza di un habitat ormai raro e protetto, come la foresta alluvionale.
 

1,8 MILIONI DI LAVORI
Bilancio più che positivo per un progetto arrivato alle battute finali, dopo quattro anni di interventi, per una spesa complessiva di un milione e 800mila euro. Il 75% a carico della Commissione europea, il resto dei partner del progetto: il Corila come capofila, con Provveditorato alle opere pubbliche, lo stesso Wwf, la cooperativa Selc, gli studiosi di Ca’ Foscari. Ieri si sono ritrovati tutti attorno a un tavolo, nella sede del Provveditorato, per illustrare i risultati dell’intervento ai referenti della Commissione europea, che il giorno prima erano stati accompagnati in visita in oasi. Tutti soddisfatti. «È stata un’esperienza di “restauro ecologico” unica - ha sottolineato il direttore generale del Corila, Pierpaolo Campostrini - in uno di quei bordi lagunari su cui, in prospettiva, le chiusure ripetute del Mose potranno pesare di più». Ed ecco l’importanza di monitorare e intervenire. «Un progetto esemplare per molti motivi - ha insistito il dg - qui abbiamo iniziato un’attività di contrasto a una pianta invasiva, come la Baccharis, che è stato già ripreso su larga scala da Veneto Agricoltura nelle casse di colmata». Pianta resistente, in arrivo dal sud degli Usa, in grado di estendersi distruggendo il resto della vegetazione. «Potenzialmente pericolosa anche per l’agricoltura» ha avvertito il direttore del Corila.
 

INTERVENTI ARTICOLATI
Articolata la mappa degli interventi del progetto in oasi. Iniziato con le opere di dragaggio per migliorare la circolazione delle acque. Proseguito con la piantumazione di migliaia di piante: da quelle erbacee agli alberi, per recuperare habitat di cui si era persa memoria, che ora saranno incrementati (quello della foresta alluvionale passerà da 1,25 a 11,60 ettari). Si è detto della lotta alle specie aliene: oltre alla baccharis, il pesce siluro, le cui catture sono scese dalle 56 del 2020 alle 5 del 2023.

Al contempo sono aumentati gli uccelli, primo «indicatore di qualità ecologica». Grazie a una decina di zattere per la nidificazione, sono tornate le sterne. Complessivamente le specie sono passate da 50 a 60, gli esemplari da 2.500 a 3.500. Un lavoro che ora dovrà proseguire, anche su nuovi fronti. I responsabili dell’oasi hanno raccontato di come, già da qualche mese, alle chiuse verso la laguna sia comparso il “famigerato” granchio blu. Quattro anni fa, all’inizio del progetto, non ci si pensava affatto.

Ultimo aggiornamento: 17:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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